Nadežda Konstantinovna Krupskaja
rivoluzionaria e pedagogista russa
Nadežda Konstantinovna Krupskaja (1869 – 1939), rivoluzionaria e pedagogista russa, moglie di Lenin.
Citazioni di Nadežda Konstantinovna KrupskajaModifica
- [Scrivendo a Kamenev] Ieri Stalin mi ha tempestato di insulti oltremodo volgari per un breve biglietto che Lenin mi ha dettato con il permesso dei medici.[1] Non sono entrata nel partito ieri. In tutti gli ultimi trent'anni non ho mai sentito una parola volgare da un compagno.[2]
- Il marxismo mi ha dato la felicità più grande che una persona possa sognare: sapere dove andare, la quieta fiducia nell'esito finale della causa a cui si è legata la propria vita.[3]
- Una volta [durante l'esilio in Siberia] organizzammo una caccia alla volpe con bandierine. Vladìmir Ilič si interessò vivamente alla cosa. "Molto accortamente ideata", disse. Disponemmo i cacciatori in modo che la volpe andasse dritto dritto verso Vladìmir Ilič. Egli afferro il fucile, ma la volpe, dopo essersi fermata e averlo guardato un momento, sgusciò via nei boschi. Restammo perplessi. "Perché non hai sparato?", gli domandammo. "Che volete, era così bella", rispose Vladìmir Ilič.[4]
Citazioni su Nadežda Konstantinovna KrupskajaModifica
- Appassionata lettrice di Tolstòi, cominciò a sbrigare personalmente le faccende domestiche e a eliminare dalla propria vita le cose che considerava come lussi. Nei primi anni del decennio tra il 1880 e il 1890, insegnò geografia in una scuola festiva operaia; ben presto scoprì che una delle sue classi era in realtà un circolo di lettura marxista. Si dedicò allora alla lettura degli scritti di Marx e divenne marxista. Le fotografie del tempo della sua adolescenza dimostrano, a dispetto degli abiti chiusi al collo e delle maniche a sbuffo, caratteristici del tempo, una fanciulla che ha qualcosa di mascolino e di ribelle, coi capelli pettinati all'indietro, gli occhi sprezzanti, il naso volitivo e la bocca carnosa ma imbronciata. (Edmund Wilson)
- Nel 1935 a quanto pare la Krupskaja si schierò con l'associazione dei Vecchi bolscevichi e altri pronunciandosi contro la pena di morte per Kamenev. Fu allora, sembra, che Stalin le disse di adeguarsi alla linea, altrimenti il partito avrebbe conferito a un'altra il titolo di vedova di Lenin: secondo quanto riferiscono, aggiunse che il partito poteva fare «qualsiasi cosa». Questa storia arrivò in Occidente poco dopo, e naturalmente fu messa in dubbio. Ma Hruščev la conferma nelle sue memorie. Stalin, racconta, ventilò più volte l'idea in sua presenza: pare che come nuova vedova fosse stata proposta Elena Stasova[5]. Per quanto la cosa possa apparire incredibile ai non comunisti, non sarebbe stata affatto irrealizzabile. In quel periodo stavano riscrivendo a tutto spiano la storia, e nel caso specifico sarebbe bastato dichiarare che il divorzio e il nuovo matrimonio erano stati tenuti segreti per desiderio di Lenin, ma vista l'attività della Krupskaja contro il partito, il Comitato centrale riteneva ormai necessario svelare la verità. (Robert Conquest)
- Nessuna delle due donne che nel 1934 erano membri effettivi del Comitato centrale fu giustiziata: K.I. Nikolaeva (per giunta ex seguace di Zinov'ev) e Nadežda Krupskaja. Certo la Krupskaja era un caso a parte, e fu denunciata da Ežov (di sicuro su iniziativa di Stalin) nel 1938, durante una riunione della Commissione centrale di controllo. Ežov la accusò di essere complice di Trockij e di aver affrettato la morte di Lenin, aggiungendo che «solo il rispetto per la memoria di Lenin» gli impediva di «consegnarla a Vyšinskij e Ul'rih[6], come aveva fatto per altri traditori». La Krupskaja svenne, e dovettero portarla in clinica. Morì alla fine di febbraio del 1939, a settant'anni appena, poco prima del XIII congresso del partito. È sempre circolata la voce che fosse stata strangolata. (Robert Conquest)
NoteModifica
- ↑ «Il 22 dicembre [1923] Stalin venne a sapere che Lenin aveva appena scritto a Trockij congratulandosi con lui per la sua vittoria nella questione del monopolio di stato. Telefonò allora alla moglie di Lenin, la Krupskaja, e la insulto con espressioni volgari e violente per aver consentito al marito di scrivere nonostante il suo stato di salute.», R. Conquest, op. citata, p. 116.
- ↑ Citato in Robert Conquest, Stalin, traduzione di Luisa Agnese Dalla Fontana, Oscar Storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2003, cap. VII, p. 116.
- ↑ Citato in Nadežda Krupskaja, Stalin, Red Star Press, ISBN 9788867182138
- ↑ N. K. Krupskaja, Reminiscences of Lenin. In Exile 1898-1901; citato in Edmund Wilson, Stazione Finlandia (To the Finlandia station), traduzione di Alberto Tedeschi, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 1974, p. 259.
- ↑ Elena Dmitrievna Stasova (1873–1966), segretaria di Lenin; R. Conquest, Stalin, op. cit., p. 62.
- ↑ Rispettivamente Procuratore generale e Presidente del Tribunale della Corte suprema nei maggiori processi delle grandi purghe.
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