Grigorij Evseevič Zinov'ev
rivoluzionario e politico sovietico
Grigorij Evseevič Zinov'ev (1883 – 1936), rivoluzionario e politico sovietico.
Citazioni di Grigorij Evseevič Zinov'ev
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modifica- È difficile trovare qualcuno che scriva di Zinov'ev in modo men che ostile: sembra che egli abbia fatto sia agli oppositori che agli stalinisti, sia ai comunisti che ai non comunisti, l'impressione di essere una nullità vanitosa, incompetente, arrogante e codarda. All'infuori dello stesso Stalin, Zinov'ev è l'unico leader bolscevico che non può essere chiamato un intellettuale. Ma nello stesso tempo egli non era neppure dotato di sensibilità politica; non aveva alcuna comprensione dei problemi economici. Era un oratore molto efficace, ma i suoi discorsi mancavano di sostanza, e avevano un'efficacia solo temporanea nell'infiammare le masse. (Robert Conquest)
- Grazie a un fiuto eccezionalmente acuto Zinoviev afferra sempre, a volo, le formule di cui ha bisogno, cioè quelle che possono avere la maggiore influenza tra le masse. E come giornalista, come oratore, resta sempre un agitatore, con la differenza che nei suoi articoli rivela soprattutto i suoi punti deboli, mentre nei discorsi prevalgono i suoi punti di forza. Molto più audace e sfrenato nell'agitazione di qualsiasi altro bolscevico, Zinoviev è capace ancor meno di Kamenev di prendere un'iniziativa rivoluzionaria. È indeciso come tutti i demagoghi. (Lev Trockij)
- Se Kamenev era un propagandista volgarizzatore, Zinoviev era un agitatore e anzi, secondo l'espressione di Lenin, nient'altro che un agitatore. Per essere un dirigente, gli mancava troppo il senso di responsabilità: privo di disciplina interiore, il suo pensiero è del tutto incapace di svolgere un lavoro teorico e si dissolve nell'informe intuizione dell'agitatore. (Lev Trockij)
- [Sulle modalità di esecuzione della condanna a morte] Zinov'ev non stava bene ed era febbricitante; gli fu detto che doveva essere trasferito in un'altra cella. Ma quando vide le guardie capì immediatamente; tutti i racconti concordano sul fatto che svenne, urlando con voce acutissima un disperato appello a Stalin perché mantenesse la parola.[2] Diede l'impressione di un attacco isterico; ma probabilmente questo non è vero, perché la sua voce si faceva sempre acuta quando era eccitato, e forse stava cercando di fare un ultimo discorso. Inoltre, era ancora sofferente di un disturbo di cuore e di fegato, sicché è comprensibile qualche genere di collasso. Si dice che il tenente della NKVD[3] incaricato dell'esecuzione, temendo l'effetto di questa scena, qualora si fosse prolungata, lungo il corridoio e fin giù nei sotterranei, lo spinse in una cella vicina e gli sparò immediatamente, e che ricevette in seguito un riconoscimento per la sua presenza di spirito. (Robert Conquest)
Note
modifica- ↑ Zinoviev Trial, p. 171 [N.d.A., p. 789.]; citato in Robert Conquest, Il grande terrore (The Great Terror), traduzione di Adriana Valori Piperno, terza edizione BUR Storia, Rizzoli, Milano, 2006, p. 174. ISBN 88-17-25850-4.
- ↑ Stalin, prima del processo, aveva promesso a Zinov'ev e al coimputato Kamenev di salvare le loro vite e la libertà delle famiglie, se si fossero dichiarati colpevoli. (Robert Conquest, Il grande Terrore, op. cit., p. 148).
- ↑ Acronimo del russo Narodnyj komissariat vnutrennich del (Commissariato del popolo per gli affari interni).
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