Campionato mondiale di calcio 2002

17ª edizione del campionato mondiale di calcio FIFA
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Citazioni sul Campionato mondiale di calcio 2002.

  • Hanno dato una festa mondiale, ma il mondo non c'è andato. Hanno promesso ai coreani e ai giapponesi una fortuna e gli hanno consegnato un bidone. Il football dei grandi marpioni si sgonfia malinconicamente nella sera di Yokohama, soffiando l'aria di conti immensi da pagare, di promesse non mantenute e di stadi stupendamente inutili. Il "Mondial Flop" che intravvedemmo nelle ore dell'entusiasmo iniziale, si disegna ora, mentre Collina fischia la fine, in tutta la sua dimensione e se anche l'Italia fosse oggi in campo, non cambierebbe nulla. Lo scandalo vero non è stato l'arbitraggio di Moreno o il catenaccio di Trapattoni, sono le palate di miliardi che i contribuenti coreani e giapponesi hanno buttato nella caldaia delle loro illusioni e delle truffe del pallone. (Vittorio Zucconi)
  • Il sentimento dell' "autogol" mondiale che in Asia avevamo avvertito nell'aneddottica quotidiana, si compone nei dati che escono dal pallone ormai sgonfio. Le 64 partite del torneo, fino a Brasile - Germania, hanno "riempito le casse della Fifa", scrive tra gli altri il Washington Post, ma "i contribuenti che si ritrovano oggi con miliardi di dollari di conto per impianti largamente inutili e con altri, ancora incalcolabili costi di sicurezza e organizzazione non hanno visto uno yen o un won dei benefici promessi" (Vittorio Zucconi)
  • [Sulla finale Germania-Brasile] La somma di un torneo mediocre. Impossibile immaginare un'altra partita. La peggior Germania di tutti i tempi e un Brasile scadente, di solisti. Sinceramente: mi sono annoiato. Un grande portiere, Marcos. Un grande goleador, Ronaldo. Ma i migliori sono stati Rivaldo e Roberto Carlos. (Diego Armando Maradona)
  • Per gli altri è una partita, un titolo. Per lui è tutto: riappropriarsi di quattro anni, dargli un senso, ricominciare ad essere una certezza, non un punto interrogativo. Significa lasciare un segno di sé per sempre, aver riconquistato quanto la natura gli aveva generosamente offerto e poi tolto. Significa essere stato artefice della propria resurrezione. Persino la fortuna si commuove, davanti alla feroce volontà di quel campione indistruttibile e gli spalanca le braccia con l'unico errore commesso dal formidabile portiere tedesco in tutto il Mondiale. Eppoi gli concede il bis. Capocannoniere, eguagliato Pelé, campione del mondo, eroe della partita, di nuovo sul trono. Ora può piangere come un ragazzino. Questo è il Mondiale di Nazario de Lima Ronaldo Luis e resterà nella storia per la più bella favola mai raccontata dal calcio. (Giorgio Tosatti)
  • Sono stati i Mondiali più brutti della storia. Però hanno dimostrato che una squadra piccola, ma ben organizzata, può far fuori una grande che pecca di presunzione. Penso alla Corea, o alla Turchia, che ha giocato il miglior calcio del torneo. Ma anche la Spagna, che fa un calcio offensivo. La finale vera è stata Turchia-Brasile, il giocatore che mi è piaciuto di più Raúl: uno che in campo dà tutto. (Angelo Domenghini)
  • Un bilancio quasi definitivo dei mondiali non passa soltanto per il bello ma anche per il brutto. Belli sono gli stadi, in assoluto e se pensiamo ai nostri. Bella è la mancanza di violenza. Tanti si sono scandalizzati (veh, che maniere) per quell'Again 1966 che ha salutato gli azzurri a Daejeon. In Italia, invece, si usano anche i morti per provocare i vivi, e notoriamente si va allo stadio con mogli e bambini piccoli. D'accordo, arbitri e soprattutto guardalinee non sono il massimo. Però che bello veder battere centinaia di calci d'angolo senza che piova di tutto su chi li tira. (Gianni Mura)

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