Mine vaganti

film del 2010 diretto da Ferzan Özpetek

Mine vaganti

Immagine Mine vaganti - Tribeca Film Festival.jpg.
Titolo originale

Mine vaganti

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 2010
Genere commedia
Regia Ferzan Özpetek
Sceneggiatura Ferzan Özpetek, Ivan Cotroneo
Produttore Domenico Procacci
Interpreti e personaggi

Mine vaganti, film del 2010, regia di Ferzan Özpetek.

Frasi modifica

  • Non farti mai dire dagli altri chi devi amare, e chi devi odiare. Sbaglia per conto tuo, sempre. (La nonna) [al nipote Tommaso]
  • Tommaso, se uno fa sempre quello che gli chiedono gli altri non vale la pena di vivere. (La nonna)
  • È più faticoso stare zitti, che dire quello che si pensa. (zia Luciana)
  • Non fare sempre ciò che ti chiedono gli altri e sbaglia da solo, altrimenti la vita non ha senso. (La nonna)
  • Guarda che se ti chiamano il principe del foro non è perché sei bravo in tribunale. (Davide)
  • Sto preparando un attentato. (La nonna)
  • Ma tuo figlio si sposa con Caterina "spiaggia libera"? Sai perché la chiamavano spiaggia libera? Perché dicevano che tutti passavano e ci ficcavano l'ombrellone. (Mamma Stefania)
  • Non devi avere paura di lasciare, perché quello che conta non ti lascia mai. (Tommaso)
  • La terra non può voler male all'albero. (La nonna)
  • I signori si alzano dopo i contadini, ma un minuto prima degli scansafatiche. (La nonna)
  • Ho passato con lui tutta la vita, stava con me anche quando non c'era... nella mia testa io dormivo con lui e con lui mi svegliavo la mattina. Tutti questi anni non ho mai cessato di amarlo, è stata una cosa bella ma insopportabile. Gli amori impossibili non finiscono mai, sono quelli che durano per sempre. (La nonna)
  • La mina vagante se n'è andata. Così mi chiamavate, pensando che non vi sentissi. Ma le mine vaganti servono a portare il disordine, a prendere le cose e a metterle in posti dove nessuno voleva farcele stare, a scombinare tutto, a cambiare piani. (La nonna)
  • Nicola mi ha insegnato la cosa più importante di tutte... a sorridere quando stai male, quando dentro vorresti morire. Non siate tristi per me quando non sentite la mia voce in casa, la vita non è mai nelle nostre stanze... moriamo, e poi torniamo... Come tutto. (La nonna)
  • Ci hai mai tenuto a una persona come si tiene a un braccio tuo o a una gamba tua? Perché se no non puoi capire tutto quello che ho fatto... Io così ci tengo a Michele: come a questa mano. (Antonio)
  • Chi lo sa se questi luoghi avranno memoria di me. Se le statue, le facciate delle chiese, si ricorderanno il mio nome. Voglio camminare un'ultima volta per queste strade che mi hanno accolto tanti anni fa quando tutti mi chiamavano "la toscana". Voglio vedere le pietre gialle, tutta quella luce che ti toglie il respiro. Se le strade conserveranno il rumore dei miei passi. La mia città, la città di Lecce, la devo salutare prima di partire. Ai miei nipoti Antonio, Elena e Tommaso lascio tutto quello che ho, ma le terre che erano di Nicola quelle voglio che sia Antonio ad averle. Devi tornare qui Antonio, perché è qui che appartieni, avrai la terra, la forza che vive quando noi moriamo. Tu Luciana avrai tutto quello che ti serve ma devi farti un po' di coraggio, i ladri non devono passare per forza dalla finestra. Quella è pure casa tua. Voi, Vincenzo e Stefania, non c'è niente che potete fare per non amare Antonio. La terra non può volere male all'albero. Tommaso, scrivi di noi, la nostra storia, la nostra terra, la nostra famiglia, quello che abbiamo fatto di buono e soprattutto quello che abbiamo sbagliato, quello che non siamo riusciti a fare perché eravamo troppo piccoli per la vita che è così grande. La mina vagante se ne è andata. Così mi chiamavate pensando che non vi sentissi. Ma le mine vaganti servono a portare il disordine, a prendere le cose e a metterle in posti dove nessuno voleva farcele stare, a scombinare tutto, a cambiare i piani. (La nonna) [discorso finale]
  • [...] e poi stiamo spesso in casa, a volte ci vengono a trovare i nostri amici, altre volte stiamo soli. Io leggo oppure scrivo al computer, mentre Marco sta li che studia. Certe volte quando sto qua mi immagino così che mi appaia all'improvviso per strada. A Roma mi sta sempre davanti perché cammina veloce e allora io mi fermo, mi metto ad osservarlo da dietro come muove le spalle, come se ne va in mezzo alla gente da solo, come se io non ci fossi non lo so perché ma questa cosa mi fa commuovere, fino a che non se ne accorge e allora si gira e mi sorride, io smetto di guardarlo faccio due passetti veloci e lo raggiungo. (Tommaso)
  • Nicola mi ha insegnato la cosa importante più importante di tutte: a sorridere quando stai male, quando dentro vorresti morire. (La nonna) [discorso finale]
  • Non siate tristi per me, quando non sentirete la mia voce a casa: la vita non è mai nelle nostre stanze. Moriamo e poi torniamo, come tutto". (La nonna) [discorso finale]
  • Invece è vero, sono strana. Non riesco ad avvicinarmi agli altri, tengo tutto a distanza e poi sono piena di fissazioni e di manie. (Alba)

-Son pochi i momenti in cui i desideri e il tempo coincidono ...

Quel tempo che ci sembrava infinito si sta per esaurire (La nonna)

Dialoghi modifica

  • La nonna: Tommaso, sei stato bravo a resistere. Fai così. Sbaglia sempre per conto tuo.
    Tommaso: È cosi che fanno i signori?
    La nonna: No, i signori non c'entrano... Fanno così le persone che vogliono essere felici. Buongiorno amore mio.
  • Marco: Siamo nel 2010.
    Tommaso: Appunto, non siamo più nel 2000.
  • La nonna: Come sei brutta!
    Teresa: Anch'io ti voglio bene signora.

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