Mario Sica

diplomatico italiano (1936-)

Mario Sica (1936 – vivente), diplomatico italiano e dirigente scout.

Citazioni di Mario Sica

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  • Da un lato esso [il CNGEI prima e durante la prima guerra mondiale] contribuì ad una rapida conoscenza della novità "scoutismo" in ambienti che altrimenti se ne sarebbero a lungo disinteressati: dall'altro canto tuttavia, esso accreditò presso gli stessi ambienti un'immagine in vario modo deformata del movimento con conseguenze malaugurate e purtroppo non facili da eliminare.[1]

Il primo Akela d'Italia

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  • Fausto Catani è stata una delle personalità che più profondamente hanno inciso nello scautismo italiano del dopoguerra.
  • Chi guardi all'essenziale deve ammettere che il suo metodo [di Fausto Catani] è praticamente ancor oggi il più sicuro punto di riferimento dei nostri Branchi.
  • [...] L'uomo Fausto Catani era effettivamente accattivante. Adatto, certo, in una équipe ad esser più l'animatore che un membro, e quindi più a suo agio nella Pattuglia che nel Commissariato Centrale: ma non il dittatore che taluni dicevano e che certe sue uscite irruente potevano far credere, anzi una persona che sapeva anche ascoltare e convincersi. Intransigente sui principi — e talora portato a veder questioni di principio dove non ce n'erano — poco incline al compromesso (nel senso buono e nel senso cattivo del termine), era però di una generosità, bontà e capacità di affetto estreme, che traspiravano immediatamente.

Cerimonie scout

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  • Lo stile scout è la conseguenza diretta della scelta di vivere lo spirito e i valori della Legge e della Promessa scout nella vita di tutti i giorni. In concreto, esso si manifesta in una serie di comportamenti esteriori, coerenti con questa scelta e derivanti da essa, che lo Scout assume sia durante le attività scout che al di fuori di esse. Nelle attività scout lo stile è anche un reciproco richiamo a vivere coerentemente le scelte fatte. (p. 15)
  • Per noi l'uniforme – elemento apparentemente esteriore – ha un valore tutto interiore: è il segno della nostra appartenenza alla fraternità mondiale degli Scouts e della nostra adesione ai valori che essa propone, della nostra unione con gli altri fratelli e sorelle delle varie comunità in cui ci muoviamo (squadriglia, Unità, Gruppo, Associazione); è la testimonianza di uno stile di vita che rifiuta le mode passeggere, che sceglie ciò che è semplice e pratico, che non dà spazio alle differenze di classe; mira a soddisfare nei più piccoli un aspetto esteriore della vita di avventura; è infine un segnale rivolto all'esterno, per chi voglia conoscere gli Scouts o potesse averne bisogno. (p. 26)
  • Il vero scopo di ogni cerimonia è di lasciare un ricordo bello e durevole in coloro che vi prendono parte e, in particolare, in colui che si trova al centro della cerimonia. (p. 54)
  • Le cerimonie L/C devono avere soprattutto il carattere di una festa della Famiglia Felice del Branco/Cerchio attorno a chi ha compiuto una nuova tappa della propria Pista. La nota fondamentale sarà quindi la gioia. (p. 60)
  • Un Reparto scout deve vivere di gesti ancor più che di parole. Il gesto, il simbolo – elementi di ogni cerimoniale – parlano un linguaggio universale che va direttamente al cuore del ragazzo. (p. 99)
  • Il fuoco di bivacco scout riprende la tradizione degli esploratori, degli uomini di frontiera, dei cow boys, che a sera, a conclusione di una giornata di attività, di avventure, di lavoro, si trovano insieme per un momento di distensione, di buonumore, di messa in comune di esperienze e per prendere nuovo slancio per la giornata seguente. (pp. 136-137)
  • Il "totem" è un nome particolare (in genere di un animale, seguito da un aggettivo), inteso a rispecchiare una caratteristica fisica o psichica di una persona. Esso viene di solito conferito dopo una certa anzianità (p. es.: al primo o al secondo campo estivo) dagli "anziani" del Reparto, in una cerimonia-gioco che non deve mai essere vessatoria o generare timori o risentimenti. (p. 142)
  • La Partenza è [...] il segno non tanto di una maturità ormai raggiunta, quanto della volontà di andare avanti, attuando fuori della Comunità R/S le proprie scelte di vita secondo i valori proposti dallo Scautismo. (p. 153)
  1. Da Storia dello scautismo in Italia, p. 41; citato in Paolo Ripa Buschetti Di Meana, Servire la Chiesa, Effata Editrice IT, 2011, p. 91.

Bibliografia

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  • Mario Sica, Cerimonie scout, Fiordaliso, Roma, 2006. ISBN 88-8054-792-5
  • Mario Sica, Il primo Akela d'Italia, in Scout, AGESCI, giugno 1978.

Voci correlate

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