Maria Messina

scrittrice italiana

Maria Messina (1887 – 1944), scrittrice italiana.

Citazioni di Maria Messina modifica

  • [Parlando degli umili personaggi delle sue opere narrative] Certo li ho amati come una madre ama le sue creature. Non ho sofferto i loro dolori, ma ho sofferto. La mia è una di quelle storie troppo semplici, ma è tanto triste quanto le storie che non si raccontano![1]
  • Son vissuta sempre sola nella mia piccola famiglia; non sono andata neanche a scuola. I miei maestri sono stati mia madre, quand'ero piccola, e il mio unico ed amato fratello che mi ha additato un ideale. Son dunque vissuta sola, pur non sentendo bisogno d'alcuno, restando un po' selvatica, un po' estranea alla vita, pure osservando la vita.[1]

Citazioni su Maria Messina modifica

  • Pubblicata, tra il 1909 e il 1928, da editori come Sandron e Treves, recensita con attenzione da Giuseppe Antonio Borgese, Maria Messina è stata finora dimenticata anche nel fervente recupero della letteratura femminile e femminista che si è avviato in Italia negli ultimi anni. (Leonardo Sciascia)
  • Una giovane donna minuta con un visino pallido dai grandi occhi luminosi, incorniciato da una massa di fini capelli castani. La sua fragilità celava una forza d'animo non comune, la forza che le ci era voluta per denunciare, lei signorina di buona famiglia che avrebbe dovuto ignorare certe vergogne, quello che si celava dietro la facciata di case rispettabili, in cui la donna era tenuta in uno stato di soggezione prossimo alla schiavitù. (Annie Messina)
  • Una Mansfield siciliana. (Leonardo Sciascia)

La casa nel vicolo modifica

Incipit modifica

Nicolina cuciva sul balcone, affrettandosi a dar gli ultimi punti nella smorta luce del crepuscolo. La vista che offriva l’alto balcone era chiusa, quasi soffocata, fra il vicoletto, che a quell’ora pareva fondo e cupo come un pozzo vuoto, e la gran distesa di tetti rossicci e borraccini su cui gravava un cielo basso e scolorato.

Citazioni modifica

  • Chiudendo le imposte per impedire che entrasse il sole nel salottino trasformato, pensò che lei, una povera ragazza fatta per la fatica, non avrebbe mai osato dormire in una camera così ricca e bella.
  • Ci sono ore nella giovinezza in cui l’anima è così debole che non sa sopportare la solitudine. E la solitudine pare una creatura visibile; una creatura d’incubo che ci prema il cuore con le due mani aperte.


Bibliografia modifica

Note modifica

  1. a b Citato in Profilo biografico e bibliografico, mistrettanews.eu, AA.VV., a cura di Sebastiano Lo Iacono, 2009-2010.

Voci correlate modifica

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