Maria Costa

poetessa italiana (1926-2016)

Maria Costa (1926 – 2016), poetessa italiana.

Citazioni di Maria Costa modifica

  • E Cola cecca e cecca 'ntà lu Strittu | st'aneddu fattu 'ntà l'anticu Agittu. | Sò matri, mischinedda ancora 'u chiama | cà mani a janga e 'ncori 'na lama. | Ma Colapisci cecca e cicchirà | st'aneddu d'oru pi l'atennità.[1]
E Cola cerca cerca nello Stretto | quest'anello cesellato nell'antico Egitto. | Sua madre poveretta ancora lo chiama | con le mani alla guancia e in cuore una lama. | Ma Colapesce cerca e cercherà | quest'anello d'oro per l'eternità.
  • So matri lu chiamava: Colapisci! | sempri a mari, a mari, scura e brisci, | ciata 'u sciroccu, zottiati sferra, | o Piscicola miu trasi ntera! | Iddu sciddicava comu anghidda | siguennu 'u sò distinu, la sò stidda. | Annava fora, facia lagghi giri, e Canzirri, 'o Faru e Petri Niri.[2]
Sua madre lo chiamava: Colapesce! | sempre a mare, a mare, dal tramonto all'alba, | soffia lo scirocco, frustate sferra, | o Pescecola mio torna a terra! | Lui scivolava come anguilla | seguendo il suo destino, la sua stella. | Andava fuori, faceva larghi giri, | a Ganzirri, al Faro e alle Pietre Nere.
  • Mio padre, che si era salvato dal terremoto e dal maremoto salendo in un albero e nel 1916 divenne padrone marittimo per il Mediterraneo trasportando la rena da costruzione, mi raccontava che alcuni letterati la domenica amavano "scasare", andare fuoriporta per trovare refrigerio nel pozzo. Tra loro, oltre al noto poeta Giacomo Boner, il grande Giovanni Pascoli, che ai primi del '900 ammirava i bambini che giocavano sulla spiaggia con i "praneti" fatti di carta velina, gli aquiloni, e da questa visione potrebbe essersi ispirato per la sua famosa poesia. Il pozzo della nostra casa era stato punto di riferimento per i soldati durante la guerra, tanto che una coppia tedesca è venuta a incontrarmi perché il padre soldato gli aveva raccontato di quell'acqua che lo aveva dissetato durante i bombardamenti.[3]
  • Ogni anno a luglio mi emoziono a vedere la murina, quella lunga nuvola che all'alba si allunga tra Scilla e il Faro, che buccula il cielo e si muove come una murena.[3]

Note modifica

  1. Da Colapisci, citato in Michaela Camaroto, Maria Costa: la sibilla dello Stretto. Un ricordo della poetessa delle "case basse", letteraemme.it, 16 dicembre 2021.
  2. Da Colapisci, citato, con parziale traduzione, in Michaela Camaroto, Maria Costa: la sibilla dello Stretto. Un ricordo della poetessa delle "case basse".
  3. a b Citato in Sergio Di Giacomo, Addio a Maria Costa, voce poetica dello Stretto, gazzettadelsud.it, 8 settembre 2016.

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