Marcello Piacentini

architetto e urbanista italiano (1881-1960)

Marcello Piacentini (1881 – 1960), architetto e urbanista italiano.

Marcello Piacentini nell'uniforme dell'Accademia d'Italia (1937)

Citazioni di Marcello Piacentini

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  • Ad un esame più completo e approfondito queste opere [costruite nella prima metà degli anni Trenta] denunciano una fisionomia unitaria, organicamente coerente e stilisticamente definita, non soltanto in obbedienza ai canoni di gusto attuale ma in diretto rapporto con influenze nazionali. Questa impressione di nazionalità può essere messa in dubbio da quei pochissimi critici che, per partito preso, o per difetto di competenza o per incapacità di senso di osservazione, confondono in un'unica impressione generica qualsiasi opera di architettura moderna e per la estensione del movimento moderno di diversissime regioni vogliono, ad ogni costo, reagire a questo internazionalismo apparente non con una accettazione nazionale delle grandi correnti di gusto ma con una infantile negazione totalitaria.[1]
  • Forse [la «cara e vecchia Roma»] sparirà, ma la cosa è inevitabile. Ci sono nella storia epoche forti e epoche deboli; un popolo forte deve imporre la sua volontà in ogni campo, anche nell'aspetto fisico delle città.[2]

Citazioni su Marcello Piacentini

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  • Se la sconfitta dell'Italia nel 1943 non avesse fermato Marcello Piacentini, oggi una parte di Villa Borghese sarebbe distrutta, via Vittoria «sventrata», via Condotti pure; e al posto delle tre piazze di Capranica, Colonna e Montecitorio, si stenderebbe una specie di deserto di Gobi, gelido regno della tramontana in inverno, assolato inferno d'estate. (Mario Tedeschi)
  • Soltanto Marcello Piacentini resta oggi a difendere i Parioli «prima tanto decantati e apprezzati, oggi disprezzati e aborriti», affermando che «nel suo insieme questo immenso quartiere può reggere il paragone con molti altri creati in paesi più ricchi del nostro». Marcello Piacentini è forse l'unico architetto in tutto il mondo che rapporti i problemi di estetica e di urbanistica alla ricchezza dei paesi; e questo è un dato molto indicativo per un giudizio sull'opera sua. (Mario Tedeschi)
  1. Dalla prefazione a Agnoldomenico Pica, Nuova architettura italiana, Milano 1936, pp. 6-7.
  2. Conversando, nel 1937, con Antonio Muñoz; citato in Mario Tedeschi, Roma democristiana, Longanesi & C., Milano, 1956, cap. V, p. 53.

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