Spogliarello

danza erotica
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Citazioni sullo spogliarello, le spogliarelliste e gli strip-club.

  • – Allora, cosa ti ha spinto ad essere un poliziotto?
    – Be', la solita storia. Mi mandarono qui a fare uno spogliarello per Inga. Arrivò una chiamata per una rapina, ero già in uniforme, quindi...
    – Quindi stai dicendo che è successo un po' per caso?
    – Oh, sto dicendo che questa uniforme è di quelle che si strappano via... (Veronica Mars)
  • Be', mentre tu elabori le tue fantasie su quella donna, hai mai riflettuto su come possa essere finita in questo posto? Sul fatto che sia figlia di qualcuno. E che i suoi genitori avessero dei sogni per lei, sogni che non prevedevano affatto un perizoma, oppure un palo. [...] Solo Dio sa cosa ha dovuto passare nella vita. Un abisso di povertà, droga, violenza domestica. Forse anche uno stupro! [...] E ora lei tratta se stessa come la trattano gli altri. Solo come un oggetto. Un pezzo di carne. (Desperate Housewives)
  • È come lo spogliarello: non indagare come lo fanno e goditi i risultati... (Operazione sottoveste)
  • – Ho cominciato a ballare quando avevo diciassette anni.
    – Facevi danza classica?
    – Sì, come no! Prendevo quattrocento a settimana per ballare in topless.
    – Topless?!
    – Come... non sei mai stato in un locale di spogliarelli? Donne nude che ancheggiano intorno a dei pali, strani uomini che infilano banconote nelle mutande di strane donne...
    – Me la ricorderei una cosa del genere... (Jarod il camaleonte)
  • Ho visto un sacco di roba strana in vita mia... ho visto una spogliarellista senza un seno... e ho visto una spogliarellista con dodici dita... e ho visto una spogliarellista senza l'ombra del cervello ma non avevo mai visto una spogliarellista senza una gamba. E sono stato in Marocco! (Grindhouse - Planet Terror)
  • Per me gli spogliarelli sono come le corride per Hemingway. (Sebastiano Nata)
  • Quando vedi degli uomini che ti lanciano dei soldi e lo fanno guardandoti come se tu fossi una creatura eletta e meravigliosa non vedo per cosa dovrei sentirmi usata? Semmai sono io che uso loro che pagano [...] Ti devi sentire puttana per emanare questa energia seduttiva. (Vera Gemma)
  • Sono andata a Los Angeles inizialmente per conoscere Quentin Tarantino, tramite Asia Argento, perché avevo letto un articolo in cui parlava di mio padre. Una volta lì mi sono innamorata della città e ci sono rimasta, ma invece di inseguire il sogno di tanti di diventare star di Hollywood ho detto: voglio diventare la star degli strip club perché io amavo i film tipo Carlito's Way. [...] Una sera andai nel locale di striptease più famoso, il "Body Shop", feci le audizioni e iniziai a lavorare il giorno stesso. Per anni avevo fatto danza... guadagnavo dagli 800 ai 1200 dollari al giorno. È stato uno dei periodi più felici della mia vita. Ho lavorato anche in altri locali, ero diventata forte, ed era una sfida perché avevo quasi 40 anni e c'erano ragazze di 20, però funzionavo alla grande. [...] Negli strip club ho lavorato un paio d'anni poi sono rimasta incinta e quando è nato mio figlio ho detto basta. Non riuscivo più. C'era qualcosa che mi frenava perché ero diventata una mamma. (Vera Gemma)
La danza di Salomè (F. von Stuck, 1906)
  • La vita da spogliarellista mi aveva lasciata dolorante e insanguinata, ma mi aveva anche coccolata e imboccata e baciata con la lingua giù giù fino in gola.
  • Gli strip-club di solito sono bui e a temperature sgradevolmente fredde, come grandi celle frigorifere per carne sexy. Questo fa sì che le spogliarelliste sembrino più sensuali (poiché qualsiasi imperfezione diventerà invisibile a 20 watt di luce tremolante) e si stringano le une alle altre per scaldarsi (evocando situazioni lesbiche, sempre incoraggiate dai manager). La carne di femmina rende meglio nella penombra e a temperature da sashimi di tonno. Tutti gli strip-club in città servivano le loro bionde ben fresche, anche se non era proprio necessario nei lunghi e gelidi inverni della Città Bianca.
  • Il rapporto diretto, fra ballerina e cliente, aveva un senso in quel mondo; a sembrarmi rivoltanti erano quei momenti in cui il club si trasformava in un grossista di ragazze. Ce n'erano a centinaia, in giro per i locali, ridotte a mendicare l'attenzione di un esercito di principini arroganti. Ragazze, al cui passaggio si sarebbe congelato il traffico dell'ora di punta, collezionavano sfilze di rifiuti da ciccioni in tuta. [...] Quando una ragazza incassava un «no», per quanto potesse essere certa che a casa il suo marito/amante/bambino la aspettava pieno d'amore, si sentiva per un istante completamente priva di valore, e tutto per colpa di chissà quale impiegatucolo. Il moltiplicarsi di queste occasioni finiva per convincerti di essere una creatura spregevole, a prescindere dalla quantità di ego che di solito riuscivi a proiettare.
    Era come un buffet di ragazze, e in buffet nessuno riesce ad assaporare davvero le pietanze. Ti carichi il piattino igienizzato di cibo scadente e cacci tutto in bocca il più in fretta possibile; ogni cosa ha lo stesso gusto e la stessa consistenza viscida. [...] È tutta merda, ma fa ciò che deve fare. Ci sarà sempre qualcos'altro da mangiare, da qualche parte, un altro vassoio fumante in arrivo dalla cucina.
  • La maggior parte delle ragazze che conoscevo odiavano le spogliarelliste con la ferocia solitamente riservata agli stupratori seriali. Usavano la parola «spogliarellista» come aggettivo per designare qualsiasi cosa fosse volgare, grossolana o di cattivo gusto.
  • Tutta la mia vita era stata strangolata dalla normalità, dal perbenismo e dai tramezzini con le croste amputate. Per me lo spogliarello era una insolita via di fuga.

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