Lingua lombarda

lingua romanza

Citazioni sulla lingua lombarda.

Mappa dei dialetti lombardi. Legenda: L01 - lombardo occidentale; L02 - lombardo orientale; L03 - lombardo meridionale; L04 - lombardo alpino

Citazioni modifica

  • [Il parlare] proprio de' lombardi è lo barbaro, da' longobardi derivato: ma di' meglio (forsennato che tu ti sei!), che 'l proprio idioma de gli abitatori di Lombardia sarebbe lo latino, perché Lombardia non fu Lombardia se non dapoi che i longobardi la barbarie così del parlare come de' costumi portarono in quelle parti. Li costumi se ne sono in sua malora partiti, e lo parlare vi è restato. (Teofilo Folengo)

Bernardino Biondelli modifica

  • I dialetti lombardi non hanno [...] canti popolari; ma bensì una letteratura artificiale, ristretta sinora a collezioni di poesìe ed a drammi, la quale ebbe incominciamento solo nel secolo XVI. Né vogliam con ciò dire, ch'essi mànchino di monumenti anteriori a quell'età; basta vòlgere uno sguardo ai documenti dei sècoli di mezzo, non che dei successivi, dei quali doviziosa raccolta serbasi nei nostri Archivii e nell'Ambrosiana, per iscòrgere nell'incòndito latino d'allora una serie di voci e d'idiotismi bastèvoli a formarne un Vocabolario. Né solo una raccolta di voci, ma si potrebbe estrarne altresì buon nùmero di frasi e modi, che sono pretti lombardi.
  • I primi tentativi, fatti di propòsito per iscrìvere i dialetti lombardi fùrono intrapresi solo quando gli scrittori italiani, ad imitazione dei Toscani, introdùssero la prima volta nella comedia interlocutori vulgari; e ciò che reca singolare stupore si è, che i primi che vi si provàrono èrano estrànei alla Lombardia, quali fùrono, tra i molti, Andrea Calmo veneziano, Angelo Beolco da Pàdova, Gian-Ciorgio Alioni d'Asti, Giulio Cèsare Croce da Bologna, ed altri tali dell'una o dell'altra regione d'Italia.
  • Se nei dialetti lombardi consideriamo attentamente le moltèplici dissonanze di minor conto, che li contradistinguono, indeterminato ne è il numero, e impossibile una esatta classificazione, mentre non solo ogni città ed ogni terra ha il proprio dialetto, ma persino nel recinto d'una città medésima parlasi dall'un capo all'altro con diverso accento e varia flessione. Con tuttociò, se, afferrando le precipue loro variazioni e le proprietà radicali più distintive, ne consideriamo il complesso ed i rapporti, agevolmente ci si affàcciano ripartiti in due gruppi, che per la posizion loro abbiamo denominato occidentale ed orientale. Ciascuno di questi è rappresentato da un dialetto principale, quasi modello, che racchiude in sé solo, e meglio sviluppate, presso che tutte le proprietà distintive dei singoli suoi membri, e intorno al quale tutti gli altri si ravvòlgono con gradi più o meno pròssimi di parentela.

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