Letteratura statunitense

letteratura degli Stati Uniti

Citazioni sulla letteratura statunitense.

  • [Nel periodo coloniale] Essa non poteva considerarsi semplice intrattenimento, fonte di piacere fine a se stesso, ma doveva servire a propagandare le verità religiose, a illustrarle, ad abbellirle, uniformandosi ai princìpi del Puritanesimo. Inconcepibile risultava, quindi, la figura dello scrittore o del letterato di professione: all'uomo di lettere spettava la sua parte di attività pratica per il progresso e il consolidamento della colonia. L'attività propriamente creativa veniva dopo e non doveva discostarsi dalle aspirazioni, dal fondamento ideologico della colonia, perché altrimenti si sarebbe risolta in inutile o dannosa frivolezza, in colpevole perdita di tempo, sostanzialmente mondana, e dunque peccaminosa. Un simile atteggiamento non va mai dimenticato quando si prende in considerazione la letteratura americana nel suo insieme, in quanto perdura e in parte si spinge fino ai nostri giorni, fatto proprio dall'America moderna uscita dall'età industriale, in cui la nozione che la cultura deve essere «utile» e contribuire al progresso del Paese persiste largamente. (Claudio Gorlier)
  • I modelli della nostra letteratura, dal momento che la riceviamo da altri paesi, da oltreoceano, hanno avuto i loro natali nelle corti, si sono scaldati e sviluppati al sole dei castelli; e il tutto puzza di favori principeschi. Di gente che lavora, scrittori di un certo tipo, ne abbiamo davvero in quantità, e a modo loro contribuiscono la lor parte: molti eleganti, molti eruditi, compiacenti tutti. Ma passati al vaglio nazionale, o collaudati sui principi della personalità democratica, si riducono a cenere. Io dico che non ho ancora visto un singolo scrittore, artista, conferenziere o che so io, che abbia affrontato la silenziosa, ma eretta ed attiva, volontà e aspirazione diffusa e fondamentale del paese, in uno spirito modellato su di questo. (Walt Whitman)
  • La letteratura americana non può non riflettere un'espansione territoriale che è tipica della storia americana: localizzata dapprima soprattutto a Est, nella Nuova Inghilterra puritana, essa si estende gradualmente a Ovest e a Sud, rispecchiando condizioni e situazioni locali assai diverse pur in una sostanziale unità. Infine, a partire dalla metà dell'Ottocento, la massiccia immigrazione dall'Europa reca una linfa nuova anche sul piano della cultura, perché larghi gruppi di «nuovi» americani provengono da aree di lingua e di civiltà non anglosassoni. Ecco allora delineati due punti chiave: l'unità nella diversità; la considerevole spinta dinamica che, in campo letterario, riproduce caratteristiche tipiche della società americana. (Claudio Gorlier)
  • Perché mai nel nostro tempo, nelle nostre terre, non si vedono fresco coraggio locale e sanità, qualità nostre – i gagliardi uomini del Mississippi, del West, i fatti reali mentali e fisici, la gente del Sud, &c., – nel corpo della nostra letteratura, specialmente nella parte poetica? Ma sempre, al contrario, un gruppetto di dandy e di ennuyées, signorini azzimati venuti dall'estero a inondarci coi loro sentimentucci da salotto, i loro parasoli, canzoncine per pianoforte, rime tintinnanti, cinquecentesima importazione – sempre a uggiolare e piangere su qualcosa, a caccia di sterili concettosità una dopo l'altra, e perennemente perduti in amori dispeptici con donne dispeptiche. (Walt Whitman)

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