La signora in rosso
film del 1984 diretto da Gene Wilder
La signora in rosso (The Woman in Red), film statunitense del 1984 diretto da Gene Wilder, con Gene Wilder e Kelly LeBrock.
La signora in rosso
Titolo originale |
The Woman in Red |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1984 |
Genere | Commedia |
Regia | Gene Wilder |
Soggetto | Jean-Loup Dabadie, Yves Robert |
Sceneggiatura | Gene Wilder |
Produttore | Victor Drai |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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- Come cavolo sono finito quassù? Ancora non riesco a crederci. Solo quattro settimane fa ero una persona completamente diversa. Non avevo mai avuto un'avventura in vita mia. Avevo una moglie, avevo una famiglia, e non mi ero mai girato al passaggio di una bella ragazza. Mai. (Ted, mentre si trova sul cornicione di un palazzo)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Richard [parlando al telefono mentre Ted è poco distante]: Non lo so. [pausa] Non l'ho mai provato in quel modo prima. [pausa] No, no, non ho problemi, è solo che non ho mai provato quella posizione prima. È nuova per me. [pausa] Sì, devi lubrificarla prima di metterlo dentro. [pausa] Ma per forza, o rischi di romperlo! [pausa] Fin dove? Non lo so, fin dove! Tutta quanta, immagino. [pausa] Lo so che devi lavarlo bene per togliere tutti i peletti. Io...
Ted: E va bene, ora basta. Posi quel telefono, Richard.
Richard [parlando al telefono]: Non posso continuare ora, ti richiamo più tardi.
Ted: Ma deve parlare in quel modo proprio in ufficio?! Non può tenersi tutte queste porcherie per casa sua?!
Richard: Era mio fratello.
Ted [imbarazzato]: Suo fratello?
Richard: Sì. Stiamo tentando di montare una sviluppatrice fotografica da me. Ho già le attrezzature a casa. Mettendo dentro...
Ted: Sì, d'accordo, d'accordo. Ehm... lo storyboard per la campagna sulla funicolare?
Richard: È su al terzo piano.
Ted: Be', me lo porti subito, per favore, invece di perdere tempo con queste idiozie.
Richard: Sì, signore. [se ne va] - Ted: Aveva un appuntamento?
Didi: Non lo so. Mi ha chiesto di tenerglielo per una notte.
Ted: Bene, e gli altri bambini?
Didi: Non lo so.
Ted: Be', e io cosa dovrei dire a Joe?
Didi: Un bel niente! Tu non dirai proprio niente a quel figlio di puttana!
Ted: Dai, cara! È nostro amico!
Didi: Sai cos'è? Un verme! Io l'avrei piantato da un pezzo, fossi stata sua moglie.
Ted: E con questo che vorresti dire?
Didi: eh, be', se mai qualcosa del genere dovesse capitare a noi, eh... io... io non lo so quello che farei. Eh... guarda, meglio evitare l'argomento.
Ted: No, no, aspetta un momento! Ora stiamo parlando con grande serenità, Didi. Di' pure quello che devi dire sull'argomento.
Didi: Teddy... lo so che tu credi di sapere assolutamente tutto di me, ma non è così. Tanto per dirne una, io sono gelosa marcia! Tu magari pensavi che io fossi una donna così [contrae i muscoli delle braccia] ma ecco, sai, in realtà io sono un tantino pazza! [Lo abbraccia] Oh! Ma solo per certe cose! Oh!
Ted: Perché mi dici tutto questo?
Didi: Me l'hai chiesto tu, ma...
Ted: Sì, lo so, ma lo butti giù come se non fossimo una coppia perfetta! [s'ode uno sparo. Entrambi urlano] Che cos'è? Che cos'hai lì?
Didi: Una pistola.
Ted: Lo so che è una pistola, ma quando mai ne hai avuta una?!
Didi: be', me l'ha data mamma quando si è trasferita. [Ted prende in mano un paio di mutande bucate e bruciate dallo sparo] Oh!
Ted: Ti rendi conto che potevi ammazzarmi?
Didi: Tesoro, non l'avrei mai fatto. Cioè, non senza una ragione. Tu non sei come Joe. Ma non sai cos'ha fatto a Theresa, e proprio davanti a me? [Ted nega col capo] Si è fatto chiamare dalla segretaria alle 10 di sera, e dire che doveva andare a lavorare proprio a quell'ora.
Ted: Ha fatto questo?!
Didi: Sì.
Ted: E quel vecchio trucco funziona ancora?
Didi: Oh no, non più! [squilla il telefono] Vado io. [parlando al telefono] Pronto? [pausa] Sì, un attimo. [rivolta a Ted] È Richard.
Ted: Pronto? Pronto? [pausa] Sì, Richard. Come va? [pausa] Sì [pausa] Lei? [pausa] Lei? [pausa] Cosa? [pausa] Lei vuole... Che cosa? È uno scherzo? [pausa] Lei vuole che io faccia... cosa? [pausa] È impazzito! [pausa] Loro hanno... han detto? [pausa] Loro han detto che io dovrei... io dovrei... io dovrei... che cosa? E i signori vogliono che io esca da casa alle 10 di sera lasciando mia moglie e i bambini?! [pausa] Me ne frego, 8¼, 10, che differenza fa? Non sono il loro pupazzo! Lei dica ai miei superiori in ufficio, quelli che mi possono dare aumenti e promozioni, che se non gli va la mia risposta se la prendano tutti quanti dove non batte il sole! [sbatte la cornetta del telefono] - Charlotte: Ora sta' a sentire, pasticcione. Quattro settimane fa io incontrai un tizio disponibile, simpatico, vecchio stampo, che amava cavalcare. In un mese ti ritrovo sposato, con due marmocchi, e non sapresti stare in sella neanche a un comò. [Ted abbassa lo sguardo] Non ammirarti le scarpe, guarda me. Perché da ieri sera io ti desidero più di quanto abbia desiderato nessun altro.< Sai dirmi perché?
Ted: Non lo so.
Charlotte [Si alza e inizia a spogliare Ted]: Questo tu l'hai sognato per tanto tempo, non è così? Ora non è più un sogno. Sta succedendo davvero. [anche lei inizia a spogliarsi. Ted prosegue da solo] Allora, dove vuoi rompere il ghiaccio? Qui o a letto?
Ted: Uhm... be', dunque, vediamo. Uhm... per me è lo stesso, qui è carino, anche il letto va bene, forse è un po' più comodo, ma ci sono anche un sacco di interessanti poltroncine e mobiletti vari...
Charlotte: Coraggio, andiamo a letto. [si coricano e si sente il rumore di uno sciacquo] È un materasso ad acqua.
Ted: Ah! Sarà divertente.
Charlotte: Ehi, un momento. Vieni a letto con i pedalini e le scarpe?
Ted: Oh! Oh, spiacente. [se li toglie. Prende poi gli slip di Charlotte e li scaglia via, facendoli cadere sulla lampada]
Charlotte: Ehm... Non vogliamo appiccare un incendio. Sono atterrati sul lume, ti spiace toglierli? Scusa, eh. [Ted si alza e va a toglierli]
Charlotte [si scopre]: Serviti il pasto, cowboy. [Ted fa per baciare Charlotte quando squilla il citofono] Chi è?
Uomo: Charlotte? Charlotte?!
Charlotte: Sì. [riaggancia] Accidenti!
Ted: Che succede?
Charlotte: Niente. C'è mio marito di sotto.
Ted: Tuo marito?!
Charlotte: Già. Spicciati, spicciati! Dai, rivestiti!
Ted: Ma che vuol dire "spicciati, spicciati"?! Che marito?
Charlotte: Oh, ti prego, svelto! Non doveva tornare fino a venerdì.
Ted: Ma oggi è mercoledì.
Charlotte: Già, vuoi chiedergli la ragione? È formato armadio, ed è il pilota più geloso d'America. Se ti trova qui, quello ti ammazza! Rivestiti! [Charlotte si riveste, si rimette la fede e tira fuori la foto del marito] Che diavolo ci fai nel suo accappatoio?
Ted: Non mi va di essere pizzicato mezzo nudo. Ma è ridicolo: perché svicolare? Gli parlerò da uomo a uomo, ecco tutto.
Charlotte: Sei pazzo?! Quello ti strappa le palle con i denti!
Ted: Cosa fai? Dove mi spingi?
Charlotte: Svelto, esci fuori!
Ted: Ma è una finestra!
Charlotte: Sì, lo so che è una finestra, ma scegli: o questa o la porta!
Ted: Starai scherzando, siamo a 30 metri di altezza!
Charlotte: Ti prego, non ci metterò molto.
Ted: Ma andiamo, Charlotte!
Charlotte: Ti prego, è solo per poco. Probabilmente ha il taxi che lo aspetta. Non resta mai a lungo. Tu resta [il campanello suona] fuori, qui fuori sul cornicione. Presto, ti prego! Non avere paura. È solido.
Ted: Oddio!
Charlotte: Aspettami lì e zitto!
Ted: Gesù!
- Ma che diavolo combino? Ho una bella moglie. [i pompieri e la folla invitano Ted a saltar giù dal cornicione nel telone] Potrei aver buttato alle ortiche tutta la mia vita, e per cosa? Per un culo! E quella tizia che fa? Che fa? Continua a prendere fotografie? Oh no, diamoci un taglio! È carina, però! Caspita, che gambe! Ehi! No, eh! Basta! basta con quella roba! Un errore l'ho già fatto, ho imparato la lezione e non ci ricascherò mai più. Giuro! (Ted)
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