La nuvola in calzoni
poema di Vladimir Majakovskij
La nuvola in calzoni (in russo Облако в штанах), poema di Vladimir Majakovskij del 1915.
Citazioni
modifica- Una volta pensavo | che i libri si facessero così: | arriva un poeta, | lievemente disserra la bocca, | e di colpo comincia a cantare il sempliciotto ispirato: | di grazia!
- Muscoli e nervi sono più sicuri di tutte le preghiere. | Dovremmo impetrare le grazie del tempo? | Ciascuno | di noi | tiene nelle sue cinque dita | le cinghie motrici dei mondi!
- Un tuono da dietro una nube strisciò fuori imbestialito, | si soffiò le enormi narici con aria provocante, | e il volto del cielo si corrugò per un attimo | con la rigida smorfia d'un ferreo Bismarck.
- La notte verrà | a rodere | e a mangiare. | Vedete? Come un Giuda | vende di nuovo il cielo | per una manata di stelle spruzzate di tradimento.
- In realtà non importa | che tu sia di bronzo | e il cuore una fredda piastra di ferro. | La notte si ha desiderio di nascondere | il proprio suono in un morbido | corpo di donna.
- La dodicesima ora è caduta | come dal patibolo la testa d’un giustiziato.
- Tutt’a un tratto le porte si son messe a cigolare, | quasi l'albergo | battesse i denti dal freddo. | Sei entrata tu | tagliente come un «eccomi!».
- Ma io vidi una sola cosa: | vidi in voi una Gioconda | che bisognava rubare! | E vi hanno rubata.
- Anche in una casa distrutta dalle fiamme | dimorano talvolta vagabondi privi d'asilo!
- Meno delle copeche d'un pitocco | sono gli smeraldi delle vostre follie.
- Ogni parola, | persino ogni burla | ch'egli vomita dalla bocca scottante | si butta come nuda prostituta | da una casa pubblica che arde.
- Rotolerò come botti gli occhi gonfi di lacrime.
- Ultimo grido | tu almeno | gemi nei secoli che io sto bruciando!
- Che m'importa di Faust | che in una ridda di razzi | scivola con Mefistofele sul pavimento del cielo! | Io so | che un chiodo nel mio stivale | è più raccapricciante della fantasia di Goethe!
- Il minimo granello di polvere d’un vivo | vale più di quello che farò e che ho fatto!
- Io ho incendiato le anime, dove si coltivava la tenerezza.
- Io | vi strapperò l'anima | e, dopo averla calpestata | perché sia grande, | ve la darò insanguinata come un vessillo!
- Io, che decanto la macchina e l'Inghilterra, | sono forse semplicemente | nel più comune vangelo | il tredicesimo apostolo.
- E quando la mia voce | strilla oscenamente | da un'ora all’altra | per intere giornate, | forse Gesù Cristo annusa | le miosotidi della mia anima.
- Mentre io | tutto di carne, | uomo tutto | chiedo semplicemente il tuo corpo, | come i cristiani chiedono | «Dacci oggi | il nostro pane quotidiano».
- Maria! | Io temo di scordare il nome tuo, | come un poeta teme di scordare | qualche | parola nata fra i tormenti delle notti, | uguale per grandezza a Dio.
- Onnipossente che hai inventato un paio di braccia | e hai fatto sì che ciascuno | avesse una sua testa, | perché non hai inventato una maniera | di baciare, baciare e ribaciare | senza tormenti?!
- L’universo dorme, | poggiando sulla zampa | l’enorme orecchio con zecche di stelle.
Citazioni su La nuvola in calzoni
modificaMajakovskij
modifica- La nuvola è cirrosa. La censura vi ha soffiato dentro. Sei pagine di puntini di sospensione!
- Quando mi presentai alla censura con quest’opera, mi chiesero: “E che, vi è venuta voglia di finire ai lavori forzati?” Io risposi che non me ne era venuta voglia per niente, che la prospettiva non mi allettava affatto. Allora mi cancellarono sei pagine, compreso il titolo. Ecco da dove viene il titolo. Mi chiesero come facevo a coniugare la lirica con una sì grande rozzezza. Allora io dissi:“Va bene, se volete sarò come idrofobo, se volete sarò il più tenero, non un uomo, ma una nuvola in calzoni”.
Bibliografia
modifica- Vladimir Majakovskij, Poesie, traduzione di Angelo Maria Ripellino, BUR, 2008.
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