La mosca (film)
La mosca
Titolo originale |
The Fly |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1986 |
Genere | horror |
Regia | David Cronenberg |
Soggetto | George Langelaan |
Sceneggiatura | Charles Edward Pogue, David Cronenberg |
Produttore | Stuart Cornfeld |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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La mosca, film statunitense del 1986 con Jeff Goldblum, regia di David Cronenberg.
Incipit
modificaSeth Brundle: A che sto lavorando? Io sto lavorando a qualcosa che cambierà il mondo e la vita da noi oggi conosciuta.
Veronica Quaife: Cambierà di tanto o solo di un po'? Lei deve essere più preciso.
Seth Brundle: Vuole che sia preciso qui in questa sala con metà della comunità scientifica nordamericana con le orecchie dritte?
Veronica Quaife: C'è un'altra sede?
Seth Brundle: Sì. Può venire al mio laboratorio. Idea! Le faccio un cappuccino. Ho una Faema personale. Sa che cos'è? Non è del tipo di plastica per dilettanti. È di quelle vere macchine per espresso da bar con tanto di aquila sopra e...
Veronica Quaife: Ho la sensazione che lei non esca molto.
Seth Brundle: Lo do a vedere?
Veronica Quaife: Sì. [Volta le spalle a Brundle]
Seth Brundle: Io credo che faccia uno sbaglio. Credo che in fondo voglia parlare con me.
Veronica Quaife: Scusi. Ho altre tre interviste da fare prima che la festa finisca.
Seth Brundle: Ma questi non stanno lavorando a qualcosa che cambierà il mondo.
Veronica Quaife: Secondo loro, sì.
Seth Brundle: Sì, ma mentono. Io no.
Frasi
modifica- [Su Seth Brundle] È davvero molto in gamba. Era il leader del gruppo F32. Ti ricordi? A un millimetro da un premio Nobel per la fisica, e questo all'età di vent'anni. (Stathis Borans)
- Non funziona con la carne. Funziona solo con cose inanimate, nulla di vivente. Forse è colpa mia. [...] I computer sanno solo quello che gli dici. Sarò io abbastanza ignorante sulla carne. Dovrò imparare. (Seth Brundle)
- [Spiegando come mai una bistecca teletrasportata dispone d'un gusto sintetico] Il computer ci sta fornendo la sua interpretazione di una bistecca. È come se la traducesse per noi, la ripensasse piuttosto che riprodurla, e c'è qualcosa che va perduto nella traduzione. [...] La carne: dovrebbe rendere il computer pazzo, come le donne che pizzicano le guance ai bambini. Ma questo ancora non gli accade. Non ho insegnato al computer né a impazzire per la carne né la poesia della bistecca. Perciò, comincerò ad insegnargliela. (Seth Brundle)
- Abbi paura. Abbi molta paura. (Veronica Quaife)
- Com'è che Brundlemosca mangia? Be', ha scoperto che i suoi pasti sono simili a quelli di una mosca, e che i suoi denti non gli servono. Perché anche se riesce a masticare il cibo solido, non può digerirlo. Il cibo solido gli fa male. Così, come una mosca, Brundlemosca distrugge i solidi mediante un enzima corrosivo chiamato briosamente "goccia di vomito". Egli vomita sul suo cibo e lo liquefa, e quindi lo risucchia. (Seth Brundle)
- [Ultime parole] Tu, io e il bambino...Insieme! La più alta espressione di famiglia...Tre in un solo corpo... Più umano di me da solo! (Seth Brundle/Il Brundlemosca)
Dialoghi
modifica- Veronica Quaife: Come ha fatto a tenerlo segreto?
Seth Brundle: Prego. Sieda.
Veronica Quaife: Come ha potuto farlo da solo?
Seth Brundle: Ah, beh, io non lavoro da solo. Là dentro c'è roba che neanche capisco. Io, in realtà sono un manager di sistemi, commissiono tutto a pezzi e bocconi a gente più preparata di me. Gli dico: fammi un laser così, un analizzatore molecolare cosà. Li fanno e io metto tutto insieme ma nessuno conosce lo scopo finale. Così!
Veronica Quaife: E i soldi? La Bartok Science Industries finanzia questo?
Seth Brundle: Mmhmm, ma mi lasciano in pace perché non sperpero, e qualsiasi cosa faccia sarà comunque a loro.
Veronica Quaife: E non gli hai detto niente?
Seth Brundle: Quando sarò pronto.
- Seth Brundle: È troppo tempo che lavoro da solo e ho uno stimolo fortissimo a parlare di quello che faccio. Però, se la cosa viene fuori ora, Ronnie, sono rovinato. Quelli della Bartok, i miei colleghi, mi rovineranno. Ancora non è pronto.
Veronica Quaife: Sembra che funzioni.
Seth Brundle: No. Manca qualcosa di importante.
Veronica Quaife: Sì?
Seth Brundle: Sì.
Veronica Quaife: Cioè?
Seth Brundle: Posso solo teletrasportare le cose inanimate.
Veronica Quaife: E che succede se provi con esseri viventi?
Seth Brundle: Non mentre si mangia!
Veronica Quaife: Può essere peggio di questo? [Indica il suo hamburger] Senti, non è che tu sia molto bravo a convincermi. Il mondo dovrebbe saperlo ormai, e a dirglielo dovrei essere io.
Seth Brundle: Tu, certo. Sì. Però, ancora no. Senti, cos'hai raccolto finora?
Veronica Quaife: Abbastanza da innervosirti.
Seth Brundle: Perché non fai di più? Mettimi al centro dei tuoi progetti. Perché non scrivi un libro e non un pezzo per una rivista? Segui me e il mio lavoro giorno per giorno e in ogni minimo particolare. Non ho una vita sociale, niente per cui puoi interferire. Documentati al massimo, registra i progressi. «La cronaca completa dell'invenzione che scuoterà il mondo. Quella che sovvertirà ogni concetto di trasporto, di confini, di frontiere, di tempo e di spazio.» E il libro finirà con me che mi teletrasporto per quattro metri di spazio da una telecapsula all'altra. Questa è la cosa che manca.
- Seth Brundle: Così ho chiesto al computer se ne ero uscito migliore, e mi ha risposto che non sapeva di che cosa parlassi. Ciò mi ha portato a riflettere attentamente sulle mie sensazioni e sul perché. E comincio a pensare che di per se il processo di essere smontato atomo per atomo e di essere rimesso insieme, insomma è come un caffè che passa per il filtro. È in qualche modo un processo di purificazione, e ha purificato me, mi ha mondato. Io credo che questo mi permetterà di valutare il potenziale personale che ho trascurato in tutti questi anni nell'ossessivo perseguimento di una meta dopo l'altra.
Veronica Quaife: Di solito, prendi il caffè nello zucchero?
Seth Brundle: Come? Eh... Sai, io non mi sono mai dato possibilità di essere me stesso. Ma certo è notevole che nello stesso momento in cui ho raggiunto quella che forse sarà la meta della mia vita, in quel momento ho cominciato a essere me stesso interamente. Allora, senti, non è per fare l'indovino, ma può essere vero che il sincronismo di questi due eventi potrebbe alterare l'effetto individuale risultante per gli stessi. Ma comunque nulla toglie il risultato. Io dirò ora, comunque, e soggettivamente, che teletrasporto umano, disgregazione molecolare, stallo e reintegrazione sono totalmente purificanti. Fanno di un uomo un re. Da quando sono uscito dalla capsula, mi sento divinamente.
- Seth Brundle: Ascolta. Voglio che lo faccia anche tu, Ronnie. Più presto possibile, subito. Ti sentirai fuori dal mondo. Io potrei fare a meno di dormire. Sto da dio. È come una droga perfettamente pura e benigna. Questa forza, avrai questa forza che sento in me. E non riuscirò più a sfinirti. La supercoppia, Batman e Robin! Vieni, subito.
Veronica Quaife: No, aspetta. Non mi convinci con i revival da teletrasporto. Ti ho detto che ho paura. Che altro ti devo dire? Non lo faccio e basta!
Seth Brundle: Sei una fottuta lagna, lo sai!
Veronica Quaife: Qualcosa è andato storto. Quando l'hai fatto è successo qualcosa.
Seth Brundle: No, tu no. Hai troppa fifa per associarti al club dei futuri. Okay, mi troverò qualcun'altra, qualcuno che stia al passo con me.
Veronica Quaife: Senti, aspetta, devi ascoltarmi...
Seth Brundle: Hai paura del tuffo nella bolla del plasma, eh? Hai paura di essere distrutta e ricreata, vero? E scommetto che pensi di avere svegliato tu la mia carne. Ma tu della carne, cara, conosci i precisi canoni della società. Non riesci a superare antiche paure, il terrore malsano della carne. Abbi grinta o rinuncia la tua panacea. Mi sono spiegato? E non sto parlando di sesso e di penetrazione. Io parlo della penetrazione oltre il velo della carne, un tuffo profondo e penetrante nella bolla del plasma.
- Veronica Quaife: Stai cambiando, Seth. Tutto di te sta cambiando. Hai un brutto aspetto, hai un cattivo odore.
Seth Brundle: Mai amato l'acqua un granché.
Veronica Quaife: Quegli strani peli che ti crescono sulla schiena li ho portati ad un laboratorio. Li ho fatti analizzare.
Seth Brundle: I peli? I peli... Ah, sì. Strana iniziativa.
Veronica Quaife: Mai tanta strana quanto i risultati. Al laboratorio non riuscivano ad identificarli. Poi sono arrivati alla conclusione che decisamente non erano umani.
Seth Brundle: Oh... [Sorride e indica il cielo] Ottimo.
Veronica Quaife: Non sono umani, Seth. Infatti, è quasi certo che siano d'insetto.
Seth Brundle: Che sciocchezze, che ridicolaggine.
Veronica Quaife: Senti! C'è dell'altro. Guardati la faccia. Quando l'hai fatto è successo qualcosa. Hai bisogno d'aiuto. Credo che forse sei malato.
Seth Brundle: Sei gelosa! Ora sono libero, al settimo cielo e tu non lo tolleri. Fai di tutto per riportarmi giù.
- Seth Brundle: Avevi ragione. Sono malato e potrei essere contagioso. Non vorrei mai contagiarti. È un processo inesorabile e ogni giorno vengono dei mutamenti. Ogni volta che mi guardo allo specchio, vedo un essere diverso, orrendo, ripugnante.
Veronica Quaife: Che è successo?
Seth Brundle: Tobia una mosca s'inghiotti, e ne morì.
Veronica Quaife: Seth, ti prego.
Seth Brundle: Io non ero puro. Il teletrasporto esige la purezza, e non ero puro.
Veronica Quaife: Non riesco a capirti.
Seth Brundle: Una mosca è entrata nella telecapsula con me la prima volta, quando ero solo, e il computer si è confuso. Non erano previste due strutture genetiche diverse, e ha deciso di unirci in matrimonio. Ci ha accoppiato, me e la mosca, senza neanche prima averci presentati. Il mio teletrasporto è diventata una copula genetica, così perfetta che io non sono più Seth Brundle. Io sono il risultato di Brundle e una mosca.
Veronica Quaife: Oddio. Oddio, Seth!
Seth Brundle: Sei così bella.
Veronica Quaife: Che succederà?
Seth Brundle: Si sta manifestando come una forma di cancro.
Veronica Quaife: Cosa?
Seth Brundle: Un caos cellulare, una rivoluzione. Io mi arderò al disfacimento, in un modo nuovo, non c'è dubbio, ma finirà con la morte.
- Seth Brundle: Sembra un male che abbia un fine preciso, non ti pare? Beh, forse non è un male poi tanto cattivo.
Veronica Quaife: Io non resisto qui.
Seth Brundle: No, no, no. Perché no? Cosa c'è?
Veronica Quaife: Non ce la faccio. Questo è troppo.
Seth Brundle: Cosa? Adesso? Adesso che conosciamo lo scopo del male e sappiamo che non è contagioso? Io so cosa vuole il male.
Veronica Quaife: E che cos'è che vuole il male?
Seth Brundle: Vuole trasformarmi in qualcos'altro. Non è tremendo. Quanti darebbero chissà che per cambiare tutto o in parte?
Veronica Quaife: In cosa trasformarti?
Seth Brundle: Tu pensi a una mosca? A una mosca di 75 chili? No, io divento qualcosa che non è mai esistito, io sto diventando una Brundlemosca. Pensi ne valga un paio di Nobel?
- Seth Brundle: Hai mai sentito parlare di diplomazia degli insetti? Neanch'io. Gli insetti non hanno diplomazia. Sono molto brutali. Non hanno comprensione e non hanno compromessi: non c'è da fidarsi degli insetti. Invece io vorrei diventare il primo insetto politico. Mi divertirebbe, ma ho paura che...
Veronica Quaife: Non so che cosa stai cercando di dirmi.
Seth Brundle: Sto dicendo... Io... sto dicendo che sono un insetto che aveva sognato di essere un uomo e gli era piaciuto. Ma adesso il sogno è finito e l'insetto è sveglio.
Veronica Quaife: No, no, Seth.
Seth Brundle: Ti sto dicendo che ti farò del male se resti qui.
Citazioni su La mosca
modifica- L'orrore e la gioia del cambiamento, le possibilità illimitate della genetica, la felicità e la corruzione dell'amore sono i cardini di un film di consunzione e di sfacelo umano, dove il protagonista tiene con scrupoloso puntiglio le proprie membra staccate dentro l'armadietto del bagno e osserva con divertita ironia l'orrore suscitato dal suo vomito che cola sul cibo per permettergli di digerirlo. Film di eccessi mai gratuiti, La mosca è quasi del tutto riuscito (solo l'irresolutezza di alcuni passaggi e lo schematismo di certe soluzioni macchiano la perfezione) e rappresenta un ottimo esempio di come un autore possa inserirsi comodamente in una produzione industriale senza snaturare le proprie idee. (Rudy Salvagnini)