La grande nebbia

film del 1953 diretto da Ida Lupino

La grande nebbia

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Titolo originale

The Bigamist

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1953
Genere drammatico
Regia Ida Lupino
Soggetto Larry Marcus, Lou Shor
Sceneggiatura Collier Young
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Ridoppiaggio TV:

La grande nebbia, film statunitense del 1953 con Ida Lupino e Joan Fontaine, regia di Ida Lupino.

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Phyllis: A giudicare da come le è andata finora, lei non è molto bravo a rimorchiare.
    Harry: Lo so, è che non ho molta esperienza in merito: è la prima volta che cerco di rimorchiare una ragazza.
    Phyllis: Che peccato!
    Harry: Eppure occasioni ne avrei.
    Phyllis: E cioè?
    Harry: Ecco, sono uno di quei tipi tremendi che terrorizzano le brave ragazze, sono un commesso viaggiatore, è solo che non ci so fare.
    Phyllis: Be', potrebbe dire frasi tipo: "Mi sento tanto solo, vorrei qualcuno con cui parlare un po' e non conosco nessuna ragazza in questa città enorme, che ne dici di stare insieme?"
  • Harry: Le devo dire ancora una cosa riguardo ai commessi viaggiatori.
    Phyllis: Lei è tremendo.
    Harry: Quello che guadagnano, lo spendono invitando a pranzo le belle ragazze che incontrano sui pullman.

Citazioni su La grande nebbia

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  • Uno straordinario melodramma, l'unico delle sue sette regie in cui Ida Lupino si mette anche in scena. [...] il film evita da subito il facile moralismo sul comportamento dell'uomo, descritto non come una persona che voglia «un doppio piacere», ma piuttosto come qualcuno che cerca disperatamente una situazione di equilibrio. La critica della regista è invece tutta per il modello femminile ai tempi imperante, quello incarnato dalla moglie «legittima», concentrato di quelle qualità americane (ambizione, successo, indipendenza) che finiscono per destabilizzare l'istituzione del matrimonio e che si rivelano fredde e vuote, come fredda e vuota è la casa in cui abita. Un melò che rifiuta il manicheismo e che, giocando d'ellissi e sottintesi, si sforza di «raffreddare» una materia altrimenti incandescente. (Il Mereghetti)

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