La dottrina del fascismo

La dottrina del fascismo, saggio di Giovanni Gentile e Benito Mussolini.

Voce "Fascismo" dell'Enciclopedia Italiana

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  • Come ogni salda concezione politica, il fascismo è prassi ed è pensiero, azione a cui è immanente una dottrina, e dottrina che, sorgendo da un dato sistema di forze storiche, vi resta inserita e vi opera dal di dentro. Ha quindi una forma correlativa alle contingenze di luogo e di tempo, ma ha insieme un contenuto ideale che la eleva a formula di verità nella storia superiore del pensiero. (I parte, 1)
  • Il fascismo non si intenderebbe in molti dei suoi atteggiamenti pratici, come organizzazione di partito, come sistema di educazione, come disciplina, se non si guardasse alla luce del suo modo generale di concepire la vita. Modo spiritualistico. Il mondo per il fascismo non è questo mondo materiale che appare alla superficie, in cui l'uomo è un individuo separato da tutti gli altri e per sé stante, ed è governato da una legge naturale, che istintivamente lo trae a vivere una vita di piacere egoistico e momentaneo. L'uomo del fascismo è individuo che è nazione e patria, legge morale che stringe insieme individui e generazioni in una tradizione e in una missione. (I, 2)
  • Dunque concezione spiritualistica, sorta anch'essa dalla generale reazione del secolo contro il fiacco e materialistico positivismo dell'Ottocento. (I, 3)
  • Il fascismo è una concezione religiosa, in cui l'uomo è veduto nel suo immanente rapporto con una legge superiore, con una Volontà obiettiva che trascende l'individuo particolare e lo eleva a membro consapevole di una società spirituale. (I, 5)
  • Il fascismo è una concezione storica, nella quale l'uomo non è quello che è se non in funzione del processo spirituale a cui concorre, nel gruppo familiare e sociale, nella nazione e nella storia, a cui tutte le nazioni collaborano. Donde il gran valore della tradizione nelle memorie, nella lingua, nei costumi, nelle norme del vivere sociale. Fuori della storia l'uomo è nulla. Perciò il fascismo è contro tutte le astrazioni individualistiche, a base materialistica, tipo sec. XVIII; ed è contro tutte le utopie e le innovazioni giacobine. (I, 6)
  • Il fascismo insomma non è soltanto datore di leggi e fondatore d'istituti, ma educatore e promotore di vita spirituale. Vuol rifare non le forme della vita umana, ma il contenuto, l'uomo, il carattere, la fede. E a questo fine vuole disciplina, e autorità che scenda addentro negli spiriti, e vi domini incontrastata. La sua insegna perciò è il fascio littorio, simbolo dell'unità, della forza e della giustizia. (I, 13)
  • Le negazioni fasciste del socialismo, della democrazia, del liberalismo, non devono tuttavia far credere che il fascismo voglia respingere il mondo a quello che esso era prima di quel 1789, che viene indicato come l'anno di apertura del secolo demo-liberale. Non si torna indietro. La dottrina fascista non ha eletto a suo profeta De Maistre. L'assolutismo monarchico fu, e così pure ogni ecclesiolatria. (II parte, 9)
  • Ammesso che il sec. XIX sia stato il secolo del socialismo, del liberalismo, della democrazia, non è detto che anche il sec. XX debba essere il secolo del socialismo, del liberalismo, della democrazia. Le dottrine politiche passano, i popoli restano. Si può pensare che questo sia il secolo dell'autorità, un secolo di «destra», un secolo fascista; se il XIX fu il secolo dell'individuo (liberalismo significa individualismo), si può pensare che questo sia il secolo «collettivo» e quindi il secolo dello Stato. (II, 9)

Edizione Vallecchi

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  • Nell'ideologia Fascista lo Stato è onnipresente; al di fuori di esso nessun valore umano o spirituale può esistere. Il Fascismo è totalitario, e lo Stato Fascista è una sintesi che include tutti i valori del popolo, e sviluppa e potenzia l'intera vita dello stesso. (p. 14)
  • Il Fascismo è dunque opposto al Socialismo per il quale l'unità con lo Stato (che amalgama le classi in una singola realtà economica ed etica) è sconosciuta, e il quale vede nella storia niente più che la lotta di classe. Il Fascismo è allo stesso tempo opposto al commercio unionista come un'arma di classe. Ma quando viene visto nell'orbita statale, il Fascismo riconosce i reali bisogni che diedero credito al socialismo e al commercio unionista, riconoscendo la causa della loro nascita come corporazione o sistema corporativo nel quale interessi divergenti sono coordinati ed armonizzati nell'unità dello Stato. (p. 15)
  • Se ancora qualcuno si prendesse la briga di leggere oltre gli oramai fatiscenti minuti dando credito agli incontri di idee nel quale vennero fondati i Fasci di Combattimento Italiani, troverà non una dottrina ma una serie di linee guida... (p. 23)
  • Si potrebbe obiettare che questo programma implica un ritorno alle corporazioni. Non importa! Dunque spero che questa assemblea accetterà le asserzioni economiche avanzate dal sindacalismo nazionalista. (p. 24)
  • Il Fascismo è l'esatta negazione della dottrina che fu alla base del così chiamato Socialismo Scientifico o Marxista. (p. 30)
  • Oltre al Socialismo, il Fascismo attacca l'intero complesso delle ideologie democratiche e rifiuta queste sia nelle loro premesse teoriche che nelle loro applicazioni pratiche. Il Fascismo nega che la maggioranza, attraverso il mero fatto di essere una maggioranza, possa governare la società umana; il Fascismo nega che la maggioranza possa governare attraverso consultazioni periodiche; ed il Fascismo afferma l'irrimediabile, fruttuosa e benefica diversità degli uomini, che non possono essere livellati in una cosa così meccanica ed estrinseca come il suffragio universale. (p. 31)
  • Il Fascismo è definitivamente ed assolutamente opposto alle dottrine del Liberalismo, sia nella sfera economica che politica. (p. 32)
  • Lo Stato Fascista si avvale del controllo del campo economico non meno che degli altri campi; esso rende la sua azione percepibile attraverso la lunghezza e l'ampiezza della nazione in termini delle sue istituzioni corporative, sociali ed educative, e tutte le forze politiche, economiche e spirituali della nazione, organizzate nelle loro rispettive associazioni, diffuse attraverso lo Stato. (p. 41)

Edizione Ardita

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  • Lo Stato Corporativo considera l'impresa privata uno degli strumenti più utili e significativi nella sfera della produzione nell'interesse della nazione. In virtù del fatto che organizzazioni private di produzione sono in funzione degli interessi nazionali, l'organizzatore dell'impresa è responsabile nei confronti dello Stato per la direzione data alla produzione. (p. 133)
  • L'intervento dello Stato nella produzione economia cresce solo quando l'iniziativa privata è carente o insufficiente, o quando gli interessi politici dello Stato sono coinvolti. Questo intervento potrebbe prendere una forma di controllo, di assistenza o di direzione diretta della produzione economica. (pp. 135-136)

Bibliografia

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Voci correlate

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