La croce di fuoco
film del 1947 diretto da John Ford
La croce di fuoco
Titolo originale |
The Fugitive |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1947 |
Genere | drammatico |
Regia | John Ford |
Soggetto | Graham Greene (romanzo) |
Sceneggiatura | Dudley Nichols |
Produttore | Merian C. Cooper, John Ford |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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La croce di fuoco, film statunitense del 1947 con Henry Fonda, regia di John Ford.
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Prete: Quando avete perduto la fede?
Tenente: Quando ne trovai una migliore! Senti prete, io non ho niente contro di te come uomo, il mio punto di vista...
Prete: Lo conosco. Io sono di quelli che voi perseguitate senza distruggere mai. - Prete: Anche tu credi in Dio.
Tenente: Non è vero!
Prete: È per questo che hai paura. Vuoi uccidere Dio, non ci riuscirai. - Tenente: Ti porterò un po' di cognac, ti sarà utile domattina.
Prete: Sei molto gentile, ma non voglio.
Tenente: Ti aiuterà a dimenticare.
Prete: No. Voglio sentire la mia morte.
Citazioni su La croce di fuoco
modifica- Data la censura dell'epoca, sarebbe stato difficile per chiunque trarre un film dal romanzo di Graham Greene Il potere e la gloria (1940), storia di un prete ubriacone che fa un figlio con una prostituta, ma per J. Ford, buon cattolico irlandese, era impossibile. Ne ricavò, infatti, non soltanto un film pio che attribuisce tutta l'onestà al prete e tutta la corruzione all'ufficiale, ma anche pesante, prolisso, artificioso, mal recitato persino da H. Fonda che si trascina ostentando una sonnolenta santimonia, affidato a una serie di quadri statici anche se magnifici nel loro esasperato simbolismo mistico (influenza di Eisenstein e degli espressionisti tedeschi nella fotografia di G. Figueroa). (il Morandini)
- La sceneggiatura di Dudley Nichols (e le imposizioni del Codice Hays) semplificano il romanzo di Graham Greene Il potere e la gloria (da cui è tratto il film e dove il prete era alcolizzato e viveva con una donna), ridimensionando le implicazioni morali per enfatizzare la dimensione drammatica. Il ritmo è discontinuo e lo schematico simbolismo religioso alla lunga disturba, ma lo stile è quello di un maestro e la fotografia di Gabriel Figueroa è eccellente. (Il Mereghetti)
- [Su John Ford] Lui lo sapeva, lo sapeva benissimo che era un brutto film, ma non lo ammise mai e continuava a dire che era il suo film favorito. (Henry Fonda)
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