Krzysztof Zanussi

regista polacco

Krzysztof Zanussi (1939 – vivente), regista, sceneggiatore e produttore cinematografico polacco.

Krzysztof Zanussi nel 2010
Dall'intervista di Paolo Mattei, Jacob Frank? Un soggetto affascinante, 30Giorni, febbraio 2002.
  • Registi cristiani come Dreyer, Bergman, Pasolini, Fellini e Tarkowskij non ci sono più. Ai nostri giorni torna di moda una spiritualità più vicina alla New Age che al Vangelo.
  • Il Pasolini di Teorema ha una prospettiva spirituale che può essere accettata come la profonda riflessione di un cristiano.
  • Le notti di Cabiria e La strada di Fellini sono film in piena sintonia con lo spirito del cattolicesimo. Credo che oggi guardando un film considerato una volta scandaloso come La dolce vita, si colga in esso il grande grido di sete metafisica, pure nel tragico suicidio dell'intellettuale disperato amico del protagonista.
  • Senza dubbio in Polanski si avverte un fascino per l'oscurità del mondo, si percepisce una ricerca in questo senso. Anche la sua vita testimonia questo fascino e questa ricerca.
  • Quando combattemmo per salvare l'Inghilterra nella battaglia di Londra, i nostri piloti caddero in un numero sproporzionato, dando la vita per la causa europea che era la nostra vera causa. Ma subito dopo la guerra scoprimmo che Churchill a Yalta concedeva la Polonia a Stalin. Allora si cercò il modo di sopravvivere a questa sconfitta, a questa ingiustizia. E si trovava questa giustificazione: forse la nostra sofferenza serve a qualcosa. Questo è un pensiero profondamente cristiano.
Dall'intervista di Luca Pellegrini, Il cinema come viaggio alla scoperta del male, L'Osservatore Romano, 30 ottobre 2008.
  • C'era un fascino perverso nel sistema totalitario comunista, che offriva in cambio della libertà una sicurezza passiva, una pigrizia intellettuale, una tranquillità nel pubblico e nel privato.
  • Il vero pessimismo è l'indifferenza, la mancanza della speranza, la negazione del male: così la vita perde il suo dinamismo e noi perdiamo la libertà delle nostre scelte.
  • La fuga dalla libertà, nel sistema totalitario, era resa possibile, mentre oggi tutti sono condannati alla libertà. La vita è molto più difficile!
  • Oggi è diffuso quello che io ritengo un atteggiamento barbaro, anti-cristiano, che si concretizza in una politica senza scrupoli, senza carità.
  • Oggi il male si nasconde e l'uomo crede di essere innocente. È una tendenza, una tentazione che porta ad occultare, se non a rendere addirittura superflue, le proprie scelte morali.
  • Possiamo ribellarci o rimanere indifferenti alla libertà stessa. Se io, invece, cerco di diminuire il mio ego d'artista per ascoltare la voce che mi guida alla verità, questo diventa in me un atto liberatorio. Realizzo così la mia libertà tramite la sottomissione, intendendola come ascolto umile.
  • Sorridendo cerco di costatare che tutta la visione del mondo basata sul postmodernismo, sull'assenza dei valori certi, è un concetto sbagliato perché non si può vivere se non c'è la distinzione chiara tra bene e male, tra verità e menzogna, tra bello e brutto.

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