Juventus Football Club 1990-1991

Citazioni sulla stagione 1990-1991 della Juventus Football Club.

  • Come la Fiat crea posti di lavoro al sud (qualche migliaio), la Juve ne crea in città (qualche decina). Da un esame del nuovo assetto juventino, mi sembra manchino: un datore di luci, un coreografo, uno chef che prepari i flan d'asparagi [...] a Montezemolo, un sociologo della comunicazione, un art director (mai capito a che serva, ma ormai ce l'hanno tutti). A scanso di equivoci, preciso che non ironizzo su Enrico Bendoni, anzi buon lavoro: non ha solo una faccia simpatica da batterista, ma anche qualche idea. Però, un 7 di solidarietà a Morini: uno s'addormenta direttore sportivo e la mattina dopo si risveglia team manager. (Gianni Mura)
  • La Juve [...] declinava: un po' perché il gruppo di fuoriclasse su cui aveva vissuto per anni era ormai al tramonto, un po' perché non riusciva a trovare la formula per rinnovarsi ed essere competitiva. L'Avvocato [Gianni Agnelli] soffriva i successi [del Milan] di Berlusconi e non risparmiava certo sulle spese pur di batterlo. Boniperti, considerato un tempo un oculatissimo amministratore, spendeva a piene mani arricchendo alcuni club (Atalanta, Verona, Avellino) suoi tributari, andando a prendere stranieri in tutto il mondo, fatta eccezione per il Sudamerica. Non ha mai avuto molta stima per i calciatori di quella scuola; preferisce il calcio europeo e quello britannico o nordico in particolare. Ma Rush, Zavarov e compagni non valevano gli olandesi del Milan, i tedeschi dell'Inter, Maradona, Careca ed Alemao. Così la Juve non decollava. [...] nel '90 l'Avvocato si convinceva che la colpa era di Giampiero, o meglio della sua inadeguatezza a capire il calcio moderno. Così lo giubilava scatenandone l'ira funesta e promuoveva Montezemolo [...]. Arrivano Maifredi (voluto e preso da Boniperti), Baggio, Hässler, Riedle, Corini, ecc. ecc. Un investimento colossale e un cambio drastico di gestione. (Giorgio Tosatti)
  • Montezemolo, costretto a restare sovente lontano da Torino, avrebbe dovuto affidarsi ad un collaboratore come Bettega: competente, juventino Doc, in grado di controllare l'ambiente, di assistere e consigliare Maifredi. Non dava retta a chi lo consigliava in tal senso scegliendo Bendoni, nuovo a quel lavoro e alla città. Due romani per insegnare calcio alla società più scudettata d'Italia? Era quasi una provocazione; significava consegnarsi inermi agli strali di Boniperti e del suo partito. Il crollo della squadra di Maifredi spianava la strada alla restaurazione. (Giorgio Tosatti)
Stefano Tacconi, capitano della Juventus nella stagione 1990-1991

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