Italo de Feo
scrittore, critico letterario e saggista italiano (1912-1985)
Italo de Feo (1912 – 1985), scrittore, critico letterario, saggista e giornalista italiano.
Citazioni di Italo de Feo
modifica- Si è detto — e non senza fondamento — che il rinnovatore del giornalismo italiano nel senso moderno della parola fu Petruccelli della Gattina. Era un curioso personaggio, che per molti aspetti anticipava il tipo del reporter americano d'oggi, che in ogni caso sentì la febbre religiosa di questa professione, e alla professione sacrificò tutto [...] Petruccelli introdusse nel giornalismo italiano il «colore». Si trattava di un colore a chiaro-scuro, tutte luci ed ombre [...] Egli non fu mai parco di aggettivi, e tuttavia certe sue scene conservano una freschezza che invano si cercherebbe altrove. (da Venti secoli di giornalismo, Canesi, 1962, p. 290-291)
- Grisi viene dalla buona scuola di quelli per i quali scrivere è sempre una cosa seria, e il riflettere pure, giacché, come diceva Leopardi, non vi può essere buona prosa senza pensiero. (da Esame di coscienza, Radiocorriere TV, 1972, n.°. 13, p. 20)
Cavour
modificaLa vita di un uomo come Camillo di Cavour può essere il risultato di una serie di coincidenze che, unite insieme, produssero un genio di cui è difficile trovare l'eguale.
Fra queste coincidenze contarono molto le doti naturali che lo resero adatto alle imprese più diverse. Ebbe molte esperienze: fu beniamino di graziose fanciulle e donne, affarista e giocatore d'azzardo, gentiluomo di campagna e maestro di agricoltura, esperto di economia e finanza, studioso di storia e di problemi sociali. Amò la tavola e la musica, si distinse nelle discipline matematiche, fu buon oratore e infine giornalista e scrittore efficace.
Citazioni
modifica- Se lo spirito piemontese si riassume per cert'aspetti nel bugia nen, nel tenersi fermo al luogo natale evitando le avventure e persino le incertezze del giudizio – sicché, tutto sommato, il subalpino è popolo costituzionalmente tradizionalista – fra le componenti del carattere di Camillo di Cavour, v'è, sì, una tale solidità e tenacia di propositi, ma non v'è solo questo. Vi sono anche certi smarrimenti improvvisi, che riempiranno la sua vita privata e talvolta la stessa vita dell'uomo di governo. (p. 12)
- La teoria del gradualismo nelle conquiste sociali e politiche venne da lui delineata con estrema chiarezza quando aveva appena diciannove anni. (p. 33)
- La Svizzera gli piace perché vi regna il culto «della ragione», il suo sistema di governo gli sembra una riprova che la democrazia non è altro se non l'intelligenza applicata alle cose politiche. (p. 57)
- È duro sentirsi rinfacciare la magra pietanza che ci vien data e l'inutilità della nostra vita, quando tutte le strade che l'intelligenza potrebbe aprirmi sono ermeticamente chiuse! (dopo un diverbio col padre p. 65)
- È una disgrazia l'avere spirito troppo positivo; i sogni del sentimentalismo, anche più puro, irritano l'uomo freddo e calcolatore, quando vogliono ad ogni costo imporsi alla società. (p. 138)
Bibliografia
modifica- Italo de Feo, Cavour: l'uomo e l'opera, A. Mondadori, 1969.
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