Anthony Clifford Grayling

filosofo inglese
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Anthony Clifford Grayling (1949 – vivente), filosofo inglese.

Anthony Clifford Grayling nel 2010

Il significato delle cose

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  • Le paure esistono per essere sopportate. Nessun uomo è coraggioso, se non sa avere paura. La citazione di Sa'di riportata in apertura, a proposito della perla [«Se il tuffatore pensasse sempre allo squalo, non metterebbe mai le mani sulla perla»], contiene tutta la saggezza necessaria per combattere la paura. Poiché viviamo una volta sola, i casi sono due: o accettiamo il rischio e tentiamo d'impossessarci della perla, o ci rassegniamo a vivere nel rimpianto di non averlo fatto. E, se al mondo esiste davvero qualcosa che meriti di essere temuto, è proprio questo: comportarsi in modo da giustificare il rimpianto. (p. 34)
  • L'idea di sconfitte positive – quelle in cui si impara o si dona qualcosa, oppure quelle in cui si fa un passo indietro per dare spazio al migliore – è un concetto importante. (p. 39)
  • Ci vuole solo coraggio, o forse buon senso, per capire che le lezioni migliori sono di solito le più dure; e che spesso fra queste ultime c'è la sconfitta. A loro volta, queste riflessioni inducono a pensare che l'unico vero fallimento stia, in realtà, nel permettere alla sconfitta di avere la meglio su di noi. (p. 40)
  • La lealtà è una virtù, ma solo quando si basa su dei principi. La lealtà concessa senza riserve a una causa, a una fede o a un individuo è cosa negativa, perché per sua stessa natura viene con troppa facilità trasformata in uno strumento per agire male; anzi, poiché le istruzioni seguite ciecamente risultano potenziate, amplifica il male. E tuttavia, anche come strumento al servizio del bene, suo valore è equivoco: un servo leale è mero veicolo d'intenzioni altrui e pertanto ha ben pochi meriti per cui essere lodato, se si esclude il semplice fatto che fa dono di se stesso al proprio padrone. (p. 73)
  • La cecità di chi cade preda della demagogia nazionalista è sorprendente. (p. 103)
  • Gli apologeti potrebbero affermare che, se il cristianesimo non fosse diventato la religione ufficiale dell'impero romano, oggi non ammireremmo le meravigliose Annunciazioni e Crocefissioni dell'arte rinascimentale. D'altra parte, a fronte della sanguinosa storia cristiana – basti pensare alle crociate, all'Inquisizione, alle guerre di religione, alle streghe annegate o bruciate alla morale oppressiva e all'ostilità verso il sesso –, questa sembra una piccola perdita. (p. 127)
  • Il ragionamento che nega la natura oppressiva del consumismo – sostenendo che i consumatori in realtà sono felici, che il consumo è fonte di soddisfazione e dà significato alla vita – è robusto. D'altra parte è difficile resistere all'idea che, se la felicità fosse davvero tutto ciò che conta, potremmo raggiungerla, nella stessa intensità ma in modo rapido ed economico, introducendo negli acquedotti una droga adatta allo scopo. Senza contare che quel ragionamento ignora un'intuizione così familiare da essere stata per molto tempo la quintessenza del cliché, e cioè che tutte le cose che vale davvero la pena avere nella vita, come la generosità, la saggezza e gli affetti umani, non sono in vendita nei centri commerciali. (p. 184)

Bibliografia

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  • Anthony Clifford Grayling, Il significato delle cose, Il Sole 24 Ore, Trento, 2007.

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