Il portaborse

film del 1991 diretto da Daniele Luchetti

Il portaborse

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Titolo originale

Il portaborse

Lingua originale italiano
Paese Italia, Francia
Anno 1991
Genere commedia
Regia Daniele Luchetti
Soggetto Angelo Pasquini, Franco Bernini
Sceneggiatura Stefano Rulli, Sandro Petraglia
Produttore Nanni Moretti, Angelo Barbagallo
Interpreti e personaggi

Il portaborse, film italiano del 1991 con Silvio Orlando e Nanni Moretti, regia di Daniele Luchetti.

  • Sa che io non ho mai letto un libro tutto intero in vita mia? Mai! (Botero)
  • Lavori per Botero. Ma paga il Ministero. (Remo Gola)
  • Signori, il successo politico costa, e se qualcuno pensa di piegarmi alle leggi della convenienza, alle leggi del trasformismo e dell'opportunismo, ebbene questo qualcuno, che da mesi non fa altro che legiferare sul prezzo del miele industriale, sul colore delle strisce pedonali, sulle scuole di flauto traverso e di flauto dolce, sulla pericolosità delle cacche dei piccioni nei nostri centri storici, ecco, questo qualcuno si dovrà ricredere. Ecco, io preferisco uomini brillanti ed estrosi, anche se un po' mascalzoni, a uomini grigi, noiosi, ma onesti. Perché, alla fine, il grigiore, la noia, e anche l'eccessiva onestà, faranno senz'altro più danni al Paese. (Botero)
  • Uno dei sogni più frequenti che faccio, lo sa qual è? Mi guardo allo specchio e nello specchio non c'è niente. Sa di chi è questa frase? Andy Warhol. (Botero)
  • Le anime belle, le figurine del presepe, le persone oneste... Ne ho conosciute tante, erano tutte come te. Facevano le tue domande... E con voi, il mondo diventa più fantasioso, più colorato... Ma non cambia mai! (Botero)
  • Bisogna amarla veramente molto l'umanità! Molto, molto. Perché gli uomini presi uno per uno sono insopportabili. (Botero)
  • La letteratura italiana dell'Ottocento, ve l'ho detto migliaia di volte, è penosa, andrebbe saltata in blocco. Che cosa ce ne può importare a noi di un Silvio Pellico, di un Berchet, di uno Zanella, di un Carducci? E anche Manzoni, diciamola una buona volta la verità: mentre lui per cinquant'anni scrive e riscrive I promessi sposi, Balzac infila uno dopo l'altro dieci capolavori, Melville scrive l'immenso Moby Dick e Dostoevskij... beh, Dostoevskij scrive L'idiota, Delitto e castigo e I fratelli Karamazov. (Luciano)
  • Mi sento una cosa di cui si può fare a meno. (Juliette)

Dialoghi

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  • Sartorio: Hai fatto morire il protagonista... Questo non me l'avevi detto!
    Luciano: Ah, sì, mi scusi Sartorio, lo so che è il suo romanzo autobiografico.
    Sartorio: Mi piacciono i finali tristi. Assomigliano alla mia vita.
  • Botero: Luciano che libro sta leggendo? Faccia vedere. Carlo Sperati, Poesie. Ma non era morto Sperati?
    Luciano: No...
    Botero: Lo sa che non ho mai letto un libro intero in vita mia? Mai. Però le introduzioni, i risvolti di copertina, le prefazioni... Eh, quelle non le ho dimenticate, eh. Non ho dimenticato niente.
  • Juliette: Mi piaci molto tu.
    Luciano: Fisicamente?
    Juliette: No, mi piace come sorridi. E io ti piaccio?
    Luciano: Fisicamente sì, e anche globalmente.

Altri progetti

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