Il grande peccatore

Il grande peccatore


Interpreti e personaggi
Titolo originale	The Great Sinner
Lingua originale	inglese
Paese	Stati Uniti d'America
Anno	1950
Genere	drammatico
Regia	Robert Siodmak
Soggetto	Fëdor Dostoevskij (Il giocatore)
Sceneggiatura	Christopher Isherwood, Ladislas Fodor, René Fülöp-Miller
Produttore	Gottfried Reinhardt
Gregory Peck: Fedja Ava Gardner: Pauline Ostrovsky Melvyn Douglas: Armand de Glasse Walter Huston: generale Ostrovsky Ethel Barrymore: nonna Ostrovsky Frank Morgan: Aristide Pitard Agnes Moorehead: Emma Getzel Friedrich von Ledebur: segretario del casinò Ludwig Donath: dottore Curt Bois: gioielliere Ludwig Stössel: direttore dell'albergo Ernö Verebes: parcheggiatore Martin Garralaga: maragià
Doppiatori italiani
Emilio Cigoli: Fedja Rosetta Calavetta: Pauline Ostrovsky Manlio Busoni: Armand de Glasse Luigi Pavese: generale Ostrovsky Lola Braccini: nonna Ostrovsky Carlo Romano: Aristide Pitard Franca Dominici: Emma Getzel Nino Bonanni: maragià

Il grande peccatore, film statunitense del 1949 con Gregory Peck e Ava Gardner, regia di Robert Siodmak.

Frasi

Citazioni in ordine temporale.

Quando un giocatore non ha più denaro da puntare, si punta la pistola alla tempia. (Pitard)
Cominciavo a capire che giocare significa molto di più che vincere o perdere denaro: è sempre l'anima che è in gioco. (Fedja)
L'amore è un passatempo per gente volgare. (Generale)
Egli mi conosce per quello che sono: un peccatore. Ma egli sa che mi odio proprio per questo. (Fedja)
Fa' che non cada in tentazione, dammi forza, aiutami, o Signore, abbi pietà, cambia l'odio in amore, muta le tenebre in luce, dammi la fede, salvami, salvami dal demonio che mi tenta. (Fedja) [preghiera]

Citazioni in ordine temporale.

Armand: Se i suicidi non si possono evitare, almeno cerchiamo che non avvengano ai tavoli. Ci sarà pure un modo di prevenirli.
Gioielliere: I giocatori sono molto astuti, spesso sorridono prima di uccidersi.
Fedja: Sono quasi le due.
Pauline: L'ora classica del giocatore, l'ora del grande cambiamento.
Pauline: Il dieci di fiori: ricchezza da una fonte inattesa, il jolly: un grande amore.
Fedja: E questa qui?
Pauline: Oh, la regina di quadri, è pericolosa: una femmina egoista che vi tiranneggia. Vedrete, non potrete resisterle: vi farò diventare un giocatore.
Fedja: Ho una proposta migliore: lasciate che io faccia di voi una donna.
Pauline: Come vorrete, purché mi portiate fortuna.
Fedja: Vi avverto: la virtù è contagiosa.
Pauline: Anche il vizio, specialmente il gioco. Siamo avvertiti tutti e due, e adesso si vedrà chi è il più forte.
Fedja: Il fascino, mia cara, è il vostro capitale: lo gettate sul tavolo come un gettone. Così come col resto, anche una nonna morente.
Pauline: Se un uomo si permette di essere brutale con una donna, vuol dire che si sta innamorando di lei.
Fedja: Non siete una donna, siete un simbolo.
Pauline: Di cosa?
Fedja: Della malattia più odiosa che ci sia: lo snobismo.

Il primo film ad alto budget di Siodmak, enfatico e ridondante, ma non privo di trovate di regia degne della sua fama. (Il Mereghetti)
R. Siodmak, prigioniero forse del proprio ruolo di regista del brivido, cerca di rinnovarsi con una ricostruzione (sfarzosamente hollywoodiana alla M-G-M) della figura di F.M. Dostoevskij e del noto romanzo (Il giocatore, 1867). Riconoscibile il suo senso della suspense nelle sequenze della roulette. (il Morandini)