I tre giorni del Condor

film del 1975 diretto da Sydney Pollack

I tre giorni del Condor

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Titolo originale

Three Days of the Condor

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1975
Genere spionaggio, thriller
Regia Sydney Pollack
Soggetto James Grady
Sceneggiatura Lorenzo Semple Jr
Produttore Dino De Laurentiis
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

I tre giorni del Condor, film statunitense del 1975 con Robert Redford, regia di Sydney Pollack.

Arley: Jenny! Senti i dati che ho raccolto: maschio, caucasico, mezza età, sembra che gli abbiano sparato.
Uomo #2: Dove?
Arley: Nella sua camera.
Janice: È un po' pochino, Arley.
Arley: Ok, ok. La ferita è proprio sotto al cuore.
Uomo #2: Un colpo solo?
Arley: Almeno così pare.
Janice: Prima hai detto "sembra che gli hanno sparato", ora dici "almeno così pare"...

  Citazioni in ordine temporale.

  • Il sistema di sicurezza è in sciopero? (Turner)
  • Nel mio lavoro non chiedo mai il perché, le domande che faccio riguardano il quando, il dove qualche volta, ma sempre il quanto. (Joubert)
  • Facciamo l'ipotesi che nella mia tasca ci sia una 45 automatica... e che io ti chieda di fare quattro passi con me, ci vieni? (Turner) [a Higgins]

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Janice: Un poliziesco che è stato tradotto...
    Turner: Appunto per questo! Un giallo non si vende. Viene tradotto nel più buffo assortimento di lingue: in turco ma non in francese, in Arabia ma non in Russia o in Germania... in olandese...
    Janice: E in spagnolo?
    Turner: Sì, anche... sì...
    Janice: Di un po', dove l'hai presa l'idea del proiettile di ghiaccio? Da Perry Mason?
    Turner: Dai fumetti.
  • Turner: Jimmy.
    Jimmy: Ciao Shakespeare! Come va?
    Turner: Benissimo. Sempre in attesa di un editore per le mie poesie.
    Jimmy: E... so quello che si soffre, aspiravo anch'io a diventare un grande cuoco.
    Turner: Beh, non è mai troppo tardi: Van Gogh aveva 30 anni quando cominciò a dipingere.
    Jimmy: Sul serio?
    Turner: Niente maionese per il dottor Lap. Viceversa Mozart aveva tre anni quando cominciò a suonare il piano, e già componeva a sei.
    Jimmy: Inizio precoce, carriera veloce.
    Turner: E non lo so, perché... Van Gogh non ha mai venduto un quadro finché era vivo e Mozart è morto povero.
    Uomo: Ma qui sembra di stare a "Lascia o raddoppia".
    Jimmy: Questo ne sa più di un professore.
    Uomo: Uno mangia e si istruisce, è per questo che vengo qui.
    Turner: E io ci vengo per farmi avvelenare come tutti voi altri.
  • Kathy: A quello che mi ha raccontato, io ci credo.
    Turner: Non è vero. Stento pure io a crederci.
  • Joubert: Dimmi di quella donna.
    Turner: Che vuoi sapere?
    Joubert: L'avevi scelta... con che criterio? Per... per l'età? La macchina? L'aspetto?
    Turner: A vanvera. Il caso.
    Joubert: Bella scelta.
  • Joubert: Vedi, il fatto è che il mio lavoro non è poi malvagio, capisci? Alla fine c'è sempre qualcuno che paga.
    Turner: Lo trovo troppo... stancante.
    Joubert: Oh no. E' di tutto riposo. È quasi pacifico. Nessun bisogno di schierarti da una parte o dall'altra. Non sposi nessuna causa. Devi aver fede solo in te stesso, e fiducia nella tua precisione.

Turner: È in programma l'invasione del Medio Oriente?
Higgins: Ma che sei, impazzito?
Turner: Sono io il pazzo?
Higgins: Senti Turner...
Turner: Non abbiamo un piano?
Higgins: No. Assolutamente no. Esperimenti, ecco tutto. Come un gioco. Noi ipotizziamo che accadrebbe, quanti uomini servono, quanto tempo occorre. C'è un mezzo più economico di rovesciare un regime? In fondo siamo pagati per questo.
Turner: Cammina, dai. Cammina. Atwood prendeva quelle ipotesi troppo sel serio, fino a scatenare una guerra, no?
Higgins: Un'iniziativa arbitraria. La commissione non avrebbe mai autorizzato, ora soprattutto con la pressione che c'è intorno alla compagnia.
Turner: Ma se la pressione non ci fosse stata? Se io non avessi disturbato i suoi piani? Io o qualcun altro?
Higgins: Beh... cambia il gioco. In quel piano non c'era niente di sbagliato. era ben fatto quel piano, avrebbe funzionato.
Turner: Ma che mentalità è questa vostra? Se non si scoprono le vostre magagne per voi è come se agiste rettamente?
Higgins: No. Il problema è economico. Oggi è il petrolio, vero? Tra dieci o quindici anni cibo, plutonio, e forse anche prima, sai? Che cosa pensi che la popolazione pretenderà da noi allora?
Turner: Chiediglielo.
Higgins: Non adesso, allora! Devi chiederglielo quando la roba manca, quando d'inverno si gela e il petrolio è finito. Chiediglielo quando le macchine si fermano, quando milioni di persone che hanno avuto sempre tutto cominciano ad avere fame. E vuoi sapere di più? La gente se ne frega che glielo chiediamo, vuole solo che noi provvediamo.
Turner: Bravo. Campioni d'altruismo. E quelle sette persone massacrate, Higgins?
Higgins: La compagnia non ha dato ordini.
Turner: Ma Atwood si. L'ha dato Atwood. E che diavolo è questo Atwood? Non sei tu? Non siete tutti voi? Sette persone uccise, mentre voi fate i vostri giochetti di merda.
Higgins: È vero. Ma anche dall'altra parte li fanno. Ecco perché adesso non ti possiamo più lasciare fuori.
Turner: Va', torna alla tua compagnia. Che aspetti? È troppo tardi.
Higgins: Cosa?
Turner: Non vedi dove siamo? Tutto scritto e consegnato. E da lì [Sede del "The New York Times"] che spediscono le copie. È tutto in mano loro. Nero su bianco. Da cima a fondo.
Higgins: Scritto? Ma cosa hai scritto?
Turner: Ho raccontato i fatti: voi fate esperimenti, io racconto fatti veri.
Higgins: Che stronzo. Sei un povero stronzo figlio di puttana. Hai fatto più danno di quanto non ti immagini.
Turner: È quello che spero.
Higgins: Sarai solo Turner. Più solo e disperato che mai. Non avrei mai pensato... che avresti fatto questa fine.
Turner: Per questo l'ho scelta.
Higgins: Ehi Turner! Sei sicuro che lo stampano? Vai vai, continua pure per la tua strada. Ma dove arrivi se poi non lo stampano?
Turner: Lo stampano.
Higgins: Che cosa ne sai?

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