Guitto
attore comico di basso rango
Citazioni sul guitto.
- I guitti sono i comici meno fortunati. C'è chi passa da Guittalemme e non ci si ferma, e chi ci rimane per tutta l'esistenza e ci muore; chi ne emigra e non ne porta dietro le tracce, e chi pur lontano da lei, dopo anni ed anni, ha indosso, nella pelle, nei pori il guittume. (Sabatino Lopez)
- I guitti vivono ancora come i fenomeni ambulanti... come l'uomo cannone o come la donna barbuta... Recitano nelle stalle, nei cortili o negli oratorii, in tempo di fiera o di sagre, nella settimana santa, alternativamente rappresentando farse con le maschere, drammi sacri e commedie storiche, azzannando oggi Shakespeare, assassinando domani Vittorio Alfieri. Ma qualcuno recita come o meglio degli attori più festeggiati e più in vista: soltanto il Padreterno negò loro una bella faccia o la malasorte non li mise in luce. E qualcuno, forse, di quei guitti un giorno viaggerà con treno speciale, e quando si ritirerà dalla scena potrà comprarsi l'automobile, la villa e anche un yacht. (Sabatino Lopez)
- Il guitto fra i comici vale a significare quel miscuglio d'istrionismo nomade che, per verità, va sparendo dalle nostre quinte. L'attore che sulla scena indossa costumi di velluto ammaccato; che porta parrucche colla pelle del supposto cranio resa, per vetustà, di una tinta poco verisimile; che, a risparmio di crespo, si fa i baffi col sughero; che fuori di scena porta cravatte solferino, pantaloni color torrone di Cremona, e sottovesti verde-pisello; che parla nel caffè ad alta voce delle proprie parti e di quelle della prima donna, quell'attore è un guitto, un discendente di Azampamber[1]. (Giuseppe Costetti)
Note
modifica- ↑ Luigi Anzampamber o Azampamber, attore italiano del XIX secolo.