Guido Milanesi
Guido Milanesi (1875 – 1956), scrittore italiano.
Incipit di Mar sanguignoModifica
Lu ScïòModifica
Sono intorno a me otto uomini vecchissimi che il mare da lungo tempo ripudiò.
1914Modifica
Sdraiarsi sulla sabbia soffice e calda, lontano dagli uomini, contemplare il cielo e arrischiarsi nell'infinito, mantenere inerti le membra e affilar l'udito perchè nulla si perda dall'eterna aspra melodia che il mare canta... e lasciar che il sole morda appieno nelle carni quasi nude, basta questo al breve riposo degli stanchi e dei tormentati.
La traversata della morteModifica
Alla vista dilatata ancora dal largo e dalle raffiche di capo Linguetta, non c'è gran che di cambiato dentro questa rada, dall'ultima volta che vi venni, ai primi tempi della nostra occupazione.
Una notte di NataleModifica
Nel silenzio delle motrici ferme, il comandante ha mormorato «Basta» distogliendo l'occhio dal periscopio e accennando col capo una mossa di stanchezza.
Supremo gridoModifica
S'erano seduti in terra lungo un muro che proiettava nel cortile del vecchio forte veneziano una larga lama d'ombra violetta.
Sosta di aquilottiModifica
Nebbia fitta bassa e gelida; la natura, ridivenuta per progressione a rovescio informe abbozzo, arrischia poche chiazze di colore sull'immenso caos grigio che l'avviluppa e che ha divorato tutte le cose che esistevano al mondo.
Il carnevale del siluroModifica
Porto. Parola che ha oggi acquistato un significato che non ebbe mai. Si entra in porto in grazia d'una causale infima: perchè nello spaventevole immenso tappeto azzurro dove l'invisibile rastrello della morte, senza sosta tira a sè vite, vite e vite, il giuoco è stato favorevole e la puntata della propria vita è riuscita.
La FedeModifica
Venerdì Santo: per la speranza e contrizione cattolica, santo, oggi, come non fu mai.
Come nella tetra leggenda adriaticaModifica
Eccolo: non tollera confronti: è Lui, nella sua immensità di deserto, nella sua immutabile maestà di elemento eterno, animato ancora da tutta la forza ricevuta in dono quando venne consacrato Mare dal Dio della Genesi!
RahateaModifica
IncipitModifica
Uno scialbo lividore d'alba apparso in spiraglio sull'orizzonte, diede l'idea che la nera calotta del cielo si sollevasse leggermente di lato per lasciare intravedere la pazzia furiosa del mare.
Nella notte fonda di poco prima, l'urlo demoniaco del vento, il continuo fragore delle cateratte precipitate dalla prora ad allargare il ponte, i ritorcimenti spasmodici della nave per divincolarsi dall'assalto di liquide colline invisibili, avevano lasciato senza dubbio comprendere che si trattava d'uno dei più tremendi uragani scatenati sul cosiddetto Pacifico. Ma era mancato un elemento psicologico di misura di cui il marinaio ha bisogno per regolar volta per volta la tensione del suo spirito come si tende o rallenta una molla premuta da un passo variabile: la vista dell'altezza delle onde.
CitazioniModifica
- Il sonno è come gli uomini: amico dei felici, s'allontana da chi soffre. (p. 102)
- Per conforto al misero e catena al piede del fortunato, il buon Dio creò giustamente l'abitudine. (p. 111)
- Sorella del tempo, questa parola equiparatrice [Abitudine], esprime una specie di comunismo applicato allo spirito perché toglie sapore alla gioia ed offre, invece, a tutti il dubbio lenitivo della rassegnazione. (p. 111)
- [...] tra morti la menzogna è inutile. (p. 118)
- Ciascuno ha in sé qualche proposito che vorrebbe veder realizzato prima di sparire dalla Terra. (p. 183)
BibliografiaModifica
- Guido Milanesi, L'ondata, Casa Editrice Mondadori, Milano 1942.
- Guido Milanesi, Mar sanguigno (offerta al nostro buon vecchio Dio), ed. Alfieri & Lacroix, 1918.
- Guido Milanesi, Rahatea, Casa Editrice Ceschina, Milano 1940.
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