Giuseppe Pinelli
anarchico, partigiano e ferroviere (1928-1969)
Giuseppe Pinelli (1928 – 1969), anarchico, partigiano e ferroviere italiano.
Citazioni su Giuseppe Pinelli
modifica- Il mite anarchico Giuseppe Pinelli – uno specchiato galantuomo – precipitò nel cortile della Questura di Milano, da un locale del quarto piano, mentre veniva interrogato sui possibili coinvolgimenti di suoi compagni di fede nell'atto terroristico. Era stato buttato nel vuoto dagli inquirenti, asserirono molti esponenti della sinistra e d'un giornalismo che si definiva «impegnato». Questa tesi – poi smentita dall'epilogo di due istruttorie – fu corredata dall'indicazione d'un colpevole del «delitto»: il commissario di polizia Calabresi. Era un'accusa temeraria. Non fu neppure dimostrato, anzi venne escluso, che Calabresi si trovasse nella stanza dell'interrogatorio di Pinelli al momento della tragedia. Ma si ritenne non occorressero prove per fare di Calabresi il bersaglio di fanatici «giustizieri». Il giovane commissario doveva essere, per logica politica, il bieco boia d'un innocente. (Indro Montanelli e Mario Cervi)
- Un ferroviere era quel tale | che per morire scelse Natale. | Da una finestra entrò nella storia | che parla di fame, non certo di gloria.
- Ma quando la sorte è puntigliosa | arriva la morte in forma curiosa | che gli procura, umano aeroplano | un volo notturno da un quarto piano | e lo riduce in quattro e quattr'otto | in un mucchio di cenci, di ossa un fagotto.
- All'alba non muore soltanto la notte, | muore anche l'uomo e il suo divenire, | e il sangue caldo che bagna il selciato | è un discorso appena iniziato.
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