Giuseppe Marello
Giuseppe Marello (1844 – 1895), arcivescovo cattolico italiano.
Scritti
modifica- Aiutiamoci a vicenda nella preghiera, così potremo un giorno trovarci riuniti in Paradiso.
- Chi ha pazienza in ogni loco non fa poco.
- Coloro che cercano di far cadere il discorso sopra se stessi sono come bambini che soffiano nella cannuccia per fare le bolle di sapone.
- Come uno non affoga se riesce a tener la bocca fuori dall'acqua, così nelle tentazioni basta restare con la mente e il sentimento liberi.
- Confidare in Dio diffidare di noi.
- Di tutti gli auguri che le faranno in questi giorni, non si prenda che i migliori, quelli cioè che riguardano i beni eterni.
- I figli delle tenebre non amano: concupiscono.
- I pensieri contro la carità bisogna asfissiarli con la carità.
- I santi furono più tentati di noi e vinsero.
- Il demonio spesso ci fa un quadro dipinto a vividi colori dei difetti altrui, ed oscura i nostri.
- Il molto parlare non è mai senza peccato.
- Il nostro cuore è un terreno molto sterile, che abbisogna continuamente di pioggia dal cielo per produrre buoni frutti.
- Il Signore ci ha fatto più benefici dei capelli che abbiamo in capo.
- Il soverchio attaccamento ai nostri giudizi è il primo impedimento alla perfezione.
- Il tempo è gioiello che oggi ha un prezzo inestimabile, domani non più.
- In montagna chi sta diritto e si espone al vento cade; chi invece si stende a terra non viene travolto. Nelle tentazioni ci vuole umiltà.
- In una società dove non si santifica la domenica ogni cosa va in rivoluzione.
- Ingannare il tempo – far passare il tempo! Noi miserabili. E se il tempo volesse vendicarsi e ingannasse noi?
- L'amore si alimenta di sacrifici.
- L'azione civilizzatrice del vangelo è tuttora nei suoi principi.
- La malignità non entra in Paradiso.
- La tristezza è nemica del bene.
- Le due ali per volare in Paradiso sono la purità e l'umiltà.
- Maria SS. è la via per andare a Gesù: tutti i santi furono devoti di Maria.
- Meditiamo i sacramenti ed avremo le norme infallibili del nostro vivere.
- Niuno è tale da chiudere la serie delle idee in nessuna materia.
- Noi dobbiamo servire Dio per una necessità, per escludere la servitù del demonio.
- Non aspettare domani ad accorgerti del male di oggi.
- Non bisogna muovere la lingua, cuore o piede senza prima consultare lo Spirito Santo.
- Non tante storie verosimili: fatti ci vogliono.
- Per serbarci umili pensiamo che se gli altri avessero ricevuto le grazie che abbiamo ricevuto noi sarebbero già santi.
- Preferiamo sempre allo zelo la mansuetudine.
- Prendere le forbici e tagliare i pensieri vani.
- Quando hai meno volontà di proferir parola allora è tempo di parlare.
- Quando il demonio ci molesta non dobbiamo avere paura, basta dare la mano all'angelo custode.
- Quando si deve trattare con il prossimo prendere dalla parte dove non c'è amor proprio.
- Quando siamo tribolati facciamo quello che consiglieremmo agli altri.
- Sbendare le ferite per vedere se guariscono è una sciocchezza.
- Semplicità è anche stare a sentire per mezz'ora una persona che dia i nervi.
- Se tanto amore portano le madri terrene alla loro prole, quale amore porterà a noi Maria, che tanto amava il suo Gesù e, ciononostante, lo ha dato alla morte per noi?
- Sollevando le anime del Purgatorio ci rendiamo debitore il Signore.
- Spera, ma spera in Dio.
- Trattare più bene chi, per qualche ragione, non lo merita.
- Vi sono geni mandati a regolare il destino dell'umanità i quali in pochi anni compiono l'opera di molti secoli.
- Umiltà vuol dire verità.
[Giuseppe Marello, Scritti, Miscellanea, Studi e documentazioni marelliane, 1978]
Prima lettera pastorale al clero e al popolo della diocesi di Acqui (Asti, 31 maggio 1889)
modificaPax vobis. La pace sia con Voi, o Venerabili Fratelli e Figli dilettissimi. La prima parola che v'indirizzo è un saluto di pace, un augurio di bene; saluto ed augurio che non comprenda soltanto quella pace, quel bene a cui aspira per naturale tendenza il nostro cuore, ma un bene incomparabilmente maggiore e del tutto soprannaturale, la pace vera che nella venuta di Gesù Cristo sulla terra fu dagli angelici cori annunziata agli uomini di buona volontà; che è nella vita presente un riflesso di quell'ineffabile stato di contento e di amore che si chiama gloria nella seconda vita, e come discende dal cielo così fa simile, quanto si può, al cielo la terra.
Bibliografia
modifica- Giuseppe Marello, Scritti, Miscellanea, Studi e documentazioni marelliane, 1978
- Giuseppe Marello, Lettera pastorale 31 maggio 1889, Asti, Tip. Vescovile Michelerio, 1889.
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