Giovanni Marradi
poeta e scrittore italiano
Giovanni Marradi (1852 – 1922), poeta e scrittore italiano, noto anche con lo pseudonimo di Labronio.
- Tu giaci, o quercia; e quante volte, al blando | tuo rezzo verde che il villino ombrava, | vedesti i bimbi, in compagnia dell'ava, | saltar d'intorno a lei, rosei cociando! (da Quercia abbattuta)
Dopo la neveModifica
- E al sole or brilla, fredda primavera, | e i monti d'orti e di giardini, | e i monti, in giro, splendono argentini | al mite sol che nell'azzurro impera.
- E tu, provvida neve, i germi schiudi | per cui sudaron tante braccia umane, | sì che la terra pia maturi il pane | alla prole dell'uom che attende e spera.
Neve in cittàModifica
- E da una striscia argentea di cielo, | che fra i neri edifici alta serpeggia, | neve e neve giù giù fiocca e volteggia | muta al tuo muto soffio, aria e gelo.
- E in bianca pioggia di fiori infinita | vien danzando giù giù neve su neve, | lieve a ogni soffio che tu soffi lieve | fra i palagi di marmo, arie di gelo.
Incipit di alcune opereModifica
NotturnoModifica
Su la marina immobile
Come un gran vel d'argento,
Stellato, ampio, dïafano
S'incurva il firmamento;
E noi ridente vigila
Il grande occhio lunar
Soli, abbracciati, immemori,
Tra firmamento e mar.
VoiModifica
Voi che senza guardar per via passate
Grassi del pane altrui, Proci insolenti,
Che col cilindro e con le vaghe lenti
Il lampo dei felini occhi temprate
BibliografiaModifica
- Giovanni Marradi, Notturno, Milano, Edizioni Ricordi, t.s., 1885.
- Giovanni Marradi, Poesie, Ed. G. Barbèra, Firenze.
- Giovanni Marradi, Voi, in "Preludio", Ancona-Bologna, 16 luglio 1881.
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