Giovanni Battista Paganuzzi
avvocato italiano (1841-1923)
Giovanni Battista Paganuzzi (1841 – 1923), avvocato e politico italiano.
Citazioni di Giovanni Battista Paganuzzi
modifica- [Annunciando al XVIII Congresso dell'Opera dei Congressi, le modificazioni introdotte da papa Leone XIII nello statuto e nei regolamenti] D'ora innanzi avremo l'alto onore e l'alto conforto di reggerci con norme emanate direttamente dal Santo Padre. (Congresso di Taranto, 5 settembre 1901; citato in Alessandro Cavallanti, Conclusioni di polemiche recenti fra cattolici italiani, Tip. Edit. S. Bernardino, Siena, 1904, p. 27, nota 1)
- Io ripeto e ripeterò sempre: stiamo attaccati alla gerarchia. Lo ripeto per affetto sincerissimo e per devozione profonda cordiale: ma dovrei ripeterlo egualmente anche se, senza muovermi per affetto e devozione, non mi lasciassi guidare che da un po' di senno: giacché la forza vera d'Italia, la forza sola che tocca, scuote l'intimo del cuore della quasi totalità degl'Italiani, è la forza che sta nelle mani vostre, o Pastori; la forza eccelsa che è rappresentata e custodita da voi! (da Atti del Congresso cattolico di Roma, p. 64; citato in Alessandro Cavallanti, Conclusioni di polemiche recenti fra cattolici italiani, Tip. Edit. S. Bernardino, Siena, 1904, p. 69, nota 1)
Citazioni su Giovanni Battista Paganuzzi
modifica- Anche il Paganuzzi ebbe le sue incertezze e i suoi timori. Assillato dalla preoccupazione di spiegare, di giustificare, di non provocare, finì per accentuare la debolezza e la crisi dell'Opera [dei Congressi]. (Gabriele De Rosa)
- Per gli intransigenti come Paganuzzi, invece [a differenza del Murri], i cattolici non avevano nulla di nuovo da dire in merito alla questione sociale: la società era quella che era, immutabile nelle sue strutture gerarchiche di classe, il popolo doveva accettare la sua condizione, sottomettersi benevolmente all'autorità e vivere in armonia con i suoi padroni, ai quali era affidato il compito di educarlo moralmente e di sollevarlo dalla miseria con opere di carità e di assistenza. (Emilio Gentile)
- Su «Cultura sociale» del 16 agosto 1902, Murri accusò Paganuzzi di essere il vero responsabile, per la sua pervicace intransigenza, dei dissidi che minacciavano l'unità del mondo cattolico e della crisi dell'Opera [dei Congressi]: per la sua ottusa convinzione di essere l'unico baluardo dell'ortodossia e dell'Italia cattolica, Paganuzzi era il vero nemico dell'unità dei cattolici. (Emilio Gentile)
- Tutti i caratteri pei quali alcuni avversavano l'Opera [dei Congressi], altri la misconoscevano, altri infine la consideravano come incapace di cavare un ragno dal buco, da nessun uomo erano stati così inflessibilmente voluti e difesi come da lui. Ricordo che quando fu eletto ci fu chi volle dirmi che la sua elezione era nata da una comune stanchezza a dirigere un'organizzazione che incontrava tante volontà contrarie, o indifferenti: si era pensato al Paganuzzi, come al più ostinato a non voler cedere nelle sue speranze, e sopratutto come a quello a cui il presiedere faceva tanto piacere. (Filippo Crispolti)
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