Giorgio Montefoschi
Giorgio Montefoschi (1946 – vivente), scrittore e critico letterario italiano.
Citazioni di Giorgio Montefoschi
modifica- In una lettera, parecchio citata, a Henry James (curioso che i due protagonisti del Master, che è l'esatto opposto di tutti i romanzi del destinatario della lettera, si chiamino Henry e James) Stevenson scrisse: «Quanto al mio romanzo, si tratta di una tragedia». Ma le tragedie, ancorché non dichiarate, propongono una liberazione. Il Master di Ballantrae non propone nessuna liberazione finale. È un romanzo sulla paura e sul male che al lettore non lascia scampo. Da un punto di vista strettamente letterario, invece, è un romanzo avventuroso (talmente avventuroso, talmente spericolato nell'architettura della trama da far dubitare, a proposito della terza e ultima parte, il suo stesso autore), nel quale l'indagine psicologica corre sul filo delle lame che si incrociano, si contenta delle parole affannate e scabre che talvolta i protagonisti sembrano pronunciare come in sogno, risponde a una meccanica tanto istantanea quanto implacabile di semplici sguardi.[1]
- L'uomo, e soltanto l'uomo, con le sue incertezze e le sue paure, le sue debolezze e le sue passioni, la sua viltà e il suo coraggio, la sua pazienza e la sua insofferenza, il piacere e il dolore, è il protagonista dei Saggi. Dio, in questo meraviglioso libro tagliente e morbido, sfuggente e netto, continuamente modificato e arricchito, è completamente assente.[2]
- La sua prosa – che Montaigne a torto disprezzava, ritenendola aspra e sregolata, molle e fiacca – questa oscura, dolcissima, incerta, inafferrabile, fluttuante marea che è la vita, non fa altro che riprodurla con la giusta ansia; e la giusta imprecisione. Non a caso, una grande ammiratrice di codesto flusso era Virginia Woolf.[2]
La gioia del racconto
modificaTanti anni fa, capitai in una città sconosciuta, non particolarmente bella e ospitale, durante il periodo estivo. Ci dovevo passare una sera e una notte; la mattina seguente sarei ripartito. Poiché, come ho detto, la città non offriva particolari attrattive, e faceva parecchio caldo, esplorai la modesta biblioteca della casa in cui ero ospite per vedere se c'era qualcosa da leggere, con cui ingannare il tempo. Non trovai nulla. A un certo punto, quando ero ormai sul punto di rinunciare, mi imbattei in uno di quei grossi volumi illustrati che stampano le banche e mandano ai loro clienti migliori per Natale. Era – mi sembra di ricordare – un volume sulle bellezze della Valtellina. Il breve testo introduttivo, di questo sono sicuro, aveva la firma di Mario Soldati. A farla breve: si trattava di poche pagine, scritte "su commissione"; ma erano un "Soldati puro", spumeggianti, divertentissime.
Citazioni
modifica- Credo che Mario Soldati sia stato uno dei maggiori raccontatori italiani del nostro Novecento e, insieme, l'unico romanziere italiano davvero anglosassone.
Questo maresciallo Arnaudi abituato a portare la divisa "come il vero monaco porta il saio". Ma non per il potere, bensì per difendersi, con la divisa e la fedeltà, dal secolo in cui viviamo.
Nel millenovecentocinquantasei, la famiglia Angeli, composta da Giulia, Guido, i loro due figli Pietro e Livia, e Cesare Montenovesi: il padre di lei, abitava al pianterreno di un villino costruito negli anni Trenta dall'impresa Montenovesi e Brandi — il cui titolare era Cesare Montenovesi insieme al suo socio di sempre Filippo Brandi, adesso passato a miglior vita, sostituito dal figlio Marco — in via Adelaide Ristori, all'angolo con via Tommaso Salvini. D'inverno, poiché, proprio di fronte a loro, in via Salvini, era sorta una palazzina piuttosto imponente, agli inizia degli anni Quaranta — che di piani, appunto, ne aveva quattro — il sole, per lunghe settimane, arrivava a lambire i vetri del salotto e della comunicante camera da pranzo solo attorno alle due del pomeriggio.
Note
modifica- ↑ Da Quando il diavolo tenta Abele: La tragedia più nera di Stevenson, Corriere.it, 18 ottobre 2012.
- ↑ a b Da Montaigne, l'uomo misura di tutte le miserie, Corriere.it, 15 marzo 2012.
Bibliografia
modifica- Giorgio Montefoschi, La gioia del racconto, prefazione a Mario Soldati, Nuovi racconti del maresciallo, Corriere della Sera, Milano 2003.
- Giorgio Montefoschi, Le due ragazze con gli occhi verdi, Rizzoli, 2009. ISBN 9788817028004
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