Giancarlo Alessandrini
fumettista italiano
Giancarlo Alessandrini (1950 – vivente), fumettista italiano.
Intervista di Gabriele di Donfrancesco, repubblica.it, 7 aprile 2022.
- Ero impegnato su Ken Parker. Arrivò Alfredo Castelli con la sua idea e io gli dissi di sì perché i western mi avevano stancato; questo, invece, era uno scienziato esploratore, avrebbe girato in tutte le parti del mondo. Sarebbe stato più divertente. Chiesi quanti anni avesse, come farlo, e lui: è un americano sui 45, bello, biondo, e gli mettiamo una gran macchina, una Ferrari Mondial 8, che all'epoca andava era il massimo. Poi fu il turno della sua donna, Diana, bella, anche lei sui 40 anni. Mi disse, studiati bene la pettinatura, così terrà sempre quella lì per essere riconoscibile. E concluse, disegnami poi un uomo di Neanderthal che grugnisce e che solo Mystère capisce.
- [E che ha pensato quando le ha descritto questi tre personaggi?] Ero affascinato! Finalmente avrei cambiato genere. Mystère è divertente, cambia sempre, è in Egitto, è in Giappone... Meglio di così non mi poteva capitare! Poi con Alfredo c'era già un'amicizia, lavorare con lui era bello ed è uno dei migliori sceneggiatori italiani. Riesce a inventare qualunque storia, come far incontrare Dylan Dog con Topolino. Se lo dici a un altro va in crisi, lui si diverte e te la scrive. È questo tipo di genialità qua.
- [Per lo studio del personaggio di Mystère si ispirò a delle foto?] Sinceramente no. Quando Alfredo mi disse, fai un americano biondo, io buttai questo qua che mi venne in mente. Mi ci volle mezz'ora. Non pensai a Flash Gordon, ad esempio. E Diana lo stesso, con questa pettinatura che va tutta da una parte. Lei potrebbe pure pettinarsi diversamente, ma non la riconosceremmo facilmente. Anche se ultimamente qualcuno l'ha fatta coi capelli lisci.
- [E ancora oggi Mystère è lo stesso, cristallizzato agli anni Ottanta. Ha mai avuto la tentazione di aggiornarlo?] Ha sempre la sua divisa da avventure: camicia sotto, jeans e borsellone da una parte. La tiene spesso nelle copertine, a meno che non serva l'impermeabile, o la giacca, o la sua tipica cravatta di quando sta in casa, con le righe diagonali. L’unica cosa diversa, adesso, è che ha i capelli un po' più lunghi e forse è un po' più giovane. Ma è stato un cambiamento spontaneo, si è assestato da solo; prima aveva qualche ruga in più, oggi ha il ciuffo più grosso: il viso è quello, comunque.
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