Giacomo Serpotta
scultore e decoratore italiano
Giacomo Serpotta (1656 – 1732), scultore e stuccatore italiano.
Citazioni su Giacomo Serpotta
modifica- Abbiamo chiamato il Serpotta il glorioso solitario, egli infatti improntò il lavoro suo di una fisonomia tutta speciale; putti e fogliame, dettagli di altorilievi, pregi e difetti lo improntano di un carattere personalissimo.
I suoi putti sono con maggiori carezze modellati di quelli delle scuole berniniane, vi è spesso meno nervosità di muscoli, ma non vi sono incertezze mai a librarli vibranti e carezzevoli nei fremiti dei larghi voli, nelle graziose movenze, sopra i cornicioni, i timpani, come negli sfondi dei grandi o piccoli quadri a molteplici figure. (Giulio Ferrari (pittore))
- Giacomo Serpotta palermitano, morto duecento e due anni addietro, lavorava in stucco, e tanto ha operato, sempre nella sua Sicilia e sopra tutto a Palermo che, artigiano perfetto, doveva anche procedere con una sicurezza e velocità meravigliosa,e con opra indefessacome scrisse il poeta don Vincenzo Parisi quando nel 1719 furono scoperti gli stucchi nell'Oratorio di San Domenico. (Ugo Ojetti)
stupida far la maraviglia istessa,
- Mi diede poi convegno, il Serpotta, per il domani, all'oratorio della Compagnia di san Lorenzo, in via Immacolatella, per ammirare le sue scolture in stucco, un Presepio coi santi Francesco e Lorenzo, un angiolo a mezz'aria e una cruda luce spiovente che squarcia il bujo, posto sull'altare, fra due lesene a stucco, sotto un fastigio d'angioli, e un san Francesco in gloria, del forte artista de la Lombardia, di Caravaggio, da la vita raminga, scellerata, finito in malo modo presso Roma, Michel'Angelo Merisi. (Vincenzo Consolo)
- Nel Serpotta, come in Giovanni da Udine, abbiamo il vero specialista [dello stucco]; alla vivacità estetica è unita una mirabile sapienza tecnica. La illustrazione grafica delle opere sue che offriamo al nostro lettore dà relativamente buona idea così dei grandi pregi come dei difetti. – Il senso dell'esuberanza nocque certamente al nostro artista e una maggiore armonia di scomparti avrebbe reso più grande il già meraviglioso assieme sia che decori quelle ampie sale-chiese che sono le residenze di certe confraternite siciliane, sia che orni una cappella di chiesa. Così pure il cartoccio, la stilizzazione nell'ornato floreale sono spesso pesanti e alle volte goffi; di più, non sempre piacenti possono essere le scene illustranti vite di santi che il Serpotta tratta in riquadri di profonde cavità, ove molte figure del primo piano sono di tutto rilievo ed evidentemente sono quasi una ripetizione dei presepi famosi e tanto in voga in quelle provincie. (Giulio Ferrari (pittore))
- Scultore di stucco, si chiamava da sé; e tanto rapido, gentile, lustro e guizzante era nel modellare che talune sculture le firmava con una lucertola, traducendo dal dialetto il suo nome in una figura. (Ugo Ojetti)
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