Gabriele La Porta

scrittore, filosofo e giornalista italiano (1945-2019)

Gabriele La Porta (1945 – 2019), scrittore e giornalista italiano.

Citazioni di Gabriele La Porta

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  • [Alla domanda: Come ci si può approcciare all'ermetismo?] Sicuramente attraverso l'opera di Jung: è la via più semplice perché i suoi scritti sono tradotti ed hanno un linguaggio accessibile, e Jung era sicuramente un ermetista.[1]
  • Vi piacciono un Salvalaggio d'annata, un De Crescenzo da favola, un Grisi d'autore. La condanna è certa. Quantità e qualità. E da che cosa è data? Semplice. Da romanzi in cui si descrive il tedio quotidiano, storie di normale ansietà e di psicologie frantumate. [...] Se invece si preferiscono quei romanzi che parlano di avventura, storia e mistero allora l'anatema scatta puntuale.[2]

Giordano Bruno

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L'uomo vestito di nero si agita all'interno della nebbia. Tira indietro il capo e cerca di gridare, ma dalla sua bocca non esce alcun suono. Non può emettere nemmeno il più piccolo grido perché la sua bocca e la sua lingua sono trattenuti da un bavaglio di cuoio, detto «mordacchia». Poi la testa torna in posizione normale e due occhi ardenti guardano fisso davanti a loro. Sono colmi di una malinconia struggente.

Citazioni

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  • Pico della Mirandola. Alto, colto, dal portamento sicuro, capace di parlare tutte le lingue antiche, esperto di ebraismo e di kabbalà, poeta, filosofo, letterato, matematico, artista: Pico è tutto questo ed anche più. Uno spirito universale, vero anticipatore del Rinascimento in tutti i suoi aspetti, anche in quelli più imprevedibili e avventurosi. (p. 48)
  • Sia Campanella che Bruno parlano con disprezzo di chi pratica la magia per divinare, comandare o guarire a scopo di lucro. La ricerca autentica è quella di vedere la «divinità». La magia immaginativa appunto. (p. 93)
  • L'uomo è parte essenziale della natura e la presenza in essa del divino si traduce ineluttabilmente in presenza del divino nell'umano, manifestantesi in quell'eroico furore, in sé sforzo incessante, mai esausto, mai appagato di ricerca della verità. (p. 124)
  • Nei suoi scritti [di Giordano Bruno] c'è ben di più. La fine dei privilegi, la fine delle guarentige, la fine delle decime, la fine della funzione stessa del sacerdozio. Perché ogni uomo sarebbe libero di rivolgersi direttamente a Dio. (p. 138)
  • Il fondamento teorico è semplicissimo: le idee partoriscono il mondo; se l'uomo riesce a condursi, con il pensiero immaginifico, là dove inizia l'emanazione delle cose, potrà creare lui stesso con la forza di un dio, anzi di Dio. (p. 170)
  • Bruno non intende potenziare solo il muscolo mnemonico, vuole mutare il cosmo. Ovvero – lo ribadiamo ancora – modificare la struttura stessa della mente di ogni iniziato e quindi, attraverso di esso, il mondo tramite l'interdipendenza micro-macrocosmo, cioè mente-universo. (p. 195)
  • Il filosofo, nei dialoghi italiani, crea di tanto in tanto delle liriche che hanno il compito di spezzare volutamente il teorema filosofico per aprire lo slancio emotivo all'impulso.
    È una tecnica che Bruno adopera per far comprendere agli iniziandi alla «scientia» la necessità dell'intuizione emotiva nella ricerca della conoscenza. (p. 234)

Citazioni su Gabriele La Porta

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  1. Dall'intervista a Gabriele La Porta, di Elena Torre, mangialibri.com.
  2. Da Libri. Perché mettere al bando l'avventura? Critico ti critico, Radiocorriere TV, 1991, n. 34 p. 6.

Bibliografia

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  • Gabriele La Porta, Giordano Bruno, Bompiani, 1994.

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