François Cevert

pilota automobilistico francese

Albert François Cevert Goldenberg (1944 – 1973), pilota automobilistico francese.

François Cevert (1973)

Citazioni di François Cevert modifica

  • Fra i piloti esiste una specie di amicizia che si basa sul rispetto. Nella maggioranza i conduttori di Grand Prix sono amici, però con gradazioni diverse. Nel mondo dei Gran Premi c'è una cordiale atmosfera.[1]
  • [«Dopo un incidente, guarda al passato oppure si vuota la mente e pensa al futuro?»] [...] il "circo" deve continuare, non c'è posto per le lacrime.[1]

Citazioni su François Cevert modifica

  • Ogni foto, un sospiro. Allora come ora. Sospiri femminili ovviamente, visti i tratti, gli occhi blu tra i riccioli neri. [...] La storia di questo ragazzo è smaltata, brillantissima, sino al penultimo capitolo. Cevert — in gara, come avrebbe fatto Ayrton Senna, con il cognome della madre — non è soltanto un bellissimo ragazzo. Va forte. Aiutato da una serie di coincidenze fortunate. Il fidanzato della sorella Jacqueline si chiama Jean Pierre Beltoise, pilota celebre e celebrato in Francia, pronto ad aiutarlo nei primi chilometri. Un percorso che François completa mostrando intelligenza e talento. Abbastanza da portarlo alle soglie della Formula 1 e quindi nei Gran Premi, su una March gestita da Ken Tyrrell, grazie a una doppia circostanza curiosa. Johnny Servoz Gavin, pilota del team inglese, decide improvvisamente di smetterla con le corse, e in aggiunta Jackye Stewart, primo pilota Tyrrell e campione del mondo 1969, lo nota e lo vuole al suo fianco. [...] Cevert diventa rapidamente una specie di figlio per Stewart. Al fianco del grande scozzese cresce, migliora. E vince. [...] Per la Francia è un eroe fresco e perfetto. Non solo velocità. François suona il piano, pilota personalmente il proprio aereo, con largo anticipo su una moda che diverrà ricorrente, conquista traguardi e cuori, compreso — si dice, si dirà — quello di Brigitte Bardot. [...] Alto, magro, con le dita delle mani lunghe e sottili, un sorriso dolce da padrone. Del destino, del panorama. Consapevole di essere guardato, ammirato, amato, invidiatissimo. Cammina per i box a Monza e sembra un principe arabo, gli occhiali da sole sopra quello sguardo naturalmente formidabile. Occhiali da togliere all'improvviso, come un sipario spalancato su una consapevolezza collettiva. [...] Ottobre '73, Cevert arriva a Watkins Glen con una caviglia ferita dopo un cattivo incidente in Canada, con la voglia di prendersi la pole sull'asfalto che più ama. Ci prova, ci riprova, in lotta con Ronnie Peterson, velocissimo svedese della Lotus. Per cercare di abbassare il proprio tempo, decide di affrontare la esse, a inizio pista, scalando in terza marcia. Secondo Stewart è questa la decisione che determina l'incidente. Un incidente devastante. La corsa felice di Cevert finisce qui [...]. François resta lì, intrappolato, quasi decapitato, senza vita tra i rottami della Tyrrell. Morto a 29 anni nel momento in cui si apprestava a diventare prima guida. Jackye Stewart rinuncia alla corsa, alle corse. Si ferma, con il suo terzo Mondiale appena conquistato. Il viso bellissimo di Cevert resta una icona struggente da osservare, ormai e soltanto, nelle fotografie. (Giorgio Terruzzi)

Note modifica

  1. a b Dall'intervista di Logan B. Lessona, 8 piloti big allo specchio '73, Autosprint Mese nº 13, ottobre 1973, p. 70.

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