Ferdinando Alberto I di Brunswick-Lüneburg

Ferdinando Alberto I di Brunswick-Lüneburg (1636 – 1687), duca tedesco.

Citazioni di Ferdinando Alberto I di Brunswick-Lüneburg

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  • Dopo esaminò la fortezza sull'acqua di Augusta, che prende il nome dal suo fondatore Torre d'Avila. Essa è costruita a forma di cerchio su una roccia in mezzo al mare. Proprio nel centro si erge un faro artificiale o torre con una luce, che è protetta da uno scudo a forma di chiocciola in modo tale che nessun colpo di arma da fuoco possa danneggiarla. [1]
  • Egli procedette a piedi per altre quattordici miglia finché arrivò alla "Grotta de la nivi" (Grotta della neve) [sull'Etna] donde i maltesi ricavano tutta la loro neve e ghiaccio, e la trasportano alle loro galere. [2]
  • Il castellano del posto gli mostrò un forte i cui cannoni controllano tutte le strade della città, nella quale si produce la migliore qualità di sale, che è esportato in paesi vicini e lontani, inclusa Venezia.[3]
  • Lo splendido monastero benedettino di San Nicolò d'Arena [a Catania], costruito in alabastro, assomiglia per la sua forma quadrata a una reggia, e vi si trovano maestosi corridoi e colonne, con in mezzo un ameno giardino a mandaranci e altri alberi deliziosi. L'edificio ha tre piani e una doppia cinta di muri, nel mezzo della quale si trovano le celle dei monaci costruite con molto gusto. All'epoca della visita vivevano nel monastero settantadue monaci, che potevano giovarsi di una doviziosissima biblioteca e di una graziosa cantina piena del miglior vino «fornao». Essi possiedono pure un mulino a mano e a cavallo, e utensili vari per produrre olio come pure tante altre provvigioni. [4]
  • Visitò la chiesa principale che è dedicata a Sant'Agata [a Catania] e nel cui coro si trovano quarantadue immagini splendidamente scolpite della vita della Santa culminanti nella sua incoronazione da parte di Cristo e di Maria. Negli scanni della parte absidale possono sedersi sedici ecclesiastici, che devono essere tutti di sangue nobile e che percepiscono annualmente un introito di centocinquanta scudi. Nella chiesa, la cui forma è lunga e stretta, si trova una cappella nella quale è custodito il corpo di Sant'Agata, chiusa bene da due porte, una ferrea e l'altra cuprea con otto diverse serrature. Il soffitto è decorato con antichi, ma ancora splendidi, dipinti raffiguranti le sofferenze di Cristo. La chiesa è dotata di un bel campanile che ha una campana dal melodioso rintocco, e che è raggiungibile dopo aver fatto duecentoquarantadue scalini.
    In questo campanile si trova un'altra campana che si suona nottetempo per dare il segnale a tutti di restare in casa, e alle guardie di prepararsi. Se esse s'imbattono in qualcuno che porta un'arma, lo mettono in prigione. Da questo campanile, costruito in forma di triangolo, si gode un bel panorama della città. [5]
  1. Citato in Ruta, pp. 33-34.
  2. Citato in Ruta, p. 39.
  3. Citato in Ruta, p. 33.
  4. Citato in Ruta, p. 36.
  5. Citato in Ruta, pp. 34-35.

Bibliografia

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  • Carlo Ruta (a cura di), Viaggiatori in Sicilia tra rinascimento e illuminismo, Edi.bi.si, Messina, 2007.

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