Evelina Christillin

dirigente d'azienda italiana (1955-)

Evelina Maria Augusta Christillin (1955– vivente) dirigente d'azienda italiana.

Intervista di Andrea Radic, fsnews.it, 28 aprile 2022.

  • [Il Museo Egizio, il calcio ai massimi livelli, le Olimpiadi in arrivo. Una vita impegnativa.] Il museo è senz'altro l'impegno più intenso. Anche se in questo periodo sono state molto complesse le decisioni che abbiamo dovuto prendere come Fifa e come Uefa, l'unione delle Federazioni calcistiche europee, in un contesto internazionale diviso tra le sanzioni alla Russia e la disperazione per la popolazione ucraina. Abbiamo dovuto spostare la finale di Champions League da San Pietroburgo a Parigi ed escludere le squadre russe dalle competizioni.
  • [Lo sport dovrebbe unire i popoli come ragione di pace e invece...] È stata una grande sofferenza, anche perché gli atleti non c'entrano nulla. Ma non si è potuto agire diversamente. Tutte le squadre europee, a partire dalla Polonia, hanno rifiutato di affrontare sul campo quelle russe.
  • [Torniamo a Torino e al Museo Egizio: come affronti questa responsabilità?] Nel 2015, con il nuovo direttore Christian Greco, abbiamo avviato un progetto di totale rinnovo dello spazio, quasi un raddoppio. Questo ha comportato un grande lavoro con tutto lo staff. Portiamo le nostre mostre all'estero, dal Brasile alla Cina, e stiamo finanziando una campagna di scavo in Egitto, a Saqqara. E poi abbiamo aumentato il fatturato.
  • [Cosa è cambiato nel calcio negli ultimi decenni?] Tutto. Io sono della generazione di Marco Tardelli e Antonio Cabrini. Era un'epoca più normale, non c'era il divismo, non c'erano i procuratori né tutti i milioni di oggi. La sera dopo la partita si andava a cena insieme e tutto questo mi è rimasto dentro. Se fosse meglio o peggio non lo so. È rimasto uguale il fischio dell'arbitro, quando inizia e finisce la magia della partita.
  • [Quando ripensi alla tua amicizia con l’avvocato Giovanni Agnelli cosa provi?] Un'infinita gratitudine. Devo tutto a lui. Dall'esperienza nel calcio, quando andavo con lui a vedere le partite in tutto il mondo, al mio incarico per le Olimpiadi di Torino 2006. Io ero il braccio ma la mente era sempre lui. Quei Giochi sono stati il suo ultimo regalo alla città.
  • [Se tornassi bambina quale sarebbe il profumo della tua infanzia?] L'erba e le campanule nei prati del mio paesino valdostano, Issime.

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