Discussione:Henri Poincaré

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  • ... gli adepti trovano nella matematica gioie analoghe a quelle date da pittura e musica. Essi ammirano l'armonia delicata di numeri e forme; sono stupiti quando una nuova scoperta schiude loro una prospettiva nuova; e la gioia che provano, non ha forse il carattere di un'estasi, anche se i sensi non ne prendono parte? Solo pochi privilegiati possono goderla pienamente, è vero; ma non capita lo stesso con tutte le arti più nobili?
  • I fatti matematici che vale la pena studiare sono quelli che, in analogia ad altri fatti, sono in grado di portarci alla conoscenza di una legge fisica. Essi rivelano la parentela tra altri fatti, noti da lungo tempo, ma che si credeva erroneamente fossero l'un l'altro stranieri.
  • Il pensiero è soltanto un lampo tra due lunghe notti, ma questo lampo è tutto.
  • La sociologia è la scienza con il numero più ampio di metodi, ma con i risultati inferiori.
  • La mente usa le sue capacità per la creatività solo quando l'esperienza la obbliga a fare così.
  • Le scoperte matematiche, piccole o grandi che siano, non nascono mai da una generazione spontanea. Presuppongono sempre un terreno seminato con una conoscenza preliminare e ben dissodato dalla fatica, sia conscia che inconscia.
  • Matematici si nasce, non si diventa.
  • Una realtà completamente indipendente dallo spirito che la genera, la vede, o la sente, è un'impossibilità; un mondo talmente esterno a noi che, anche se esistesse, ci sarebbe per sempre inaccessibile.
  • Uno scienziato degno di tal nome, e specialmente un matematico, sperimenta nel suo lavoro la stessa sensazione di un artista; il suo piacere è della stessa intensità e natura.
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