David 8

personaggio del franchise di Alien

David 8, personaggio fantascientifico creato da Ridley Scott, Damon Lindelof e Jon Spaihts.

Citazioni modifica

Prometheus modifica

  • A volte per creare... Bisogna prima distruggere.
  • [Citando Lawrence d'Arabia] Il trucco, William Potter, è dimenticarsi che fa male.
  • David: Mi dispiace molto che tutti i vostri Ingegneri siano morti, dottor Holloway.
    Charlie Holloway: Credi che sia stata una perdita di tempo venire qui, eh?
    David: La risposta a questa domanda dipende da che cosa speravate di ottenere venendo qui.
    Charlie Holloway: Quello che speravamo di ottenere era trovare i nostri creatori, e fargli delle domande, prima fra tutte perché ci hanno creato.
    David: Secondo lei perché voi avete creato me?
    Charlie Holloway: Perché ne siamo stati capaci.
    David: Pensi a che enorme delusione proverebbe se il suo creatore le rispondesse così...
    Charlie Holloway: Sai, è una gran fortuna che tu non ti possa sentire deluso.
    David: Sì, è fantastico infatti... Posso farle una domanda?
    Charlie Holloway: Ma certo.
    David: Fino a dove arriverebbe per ottenere risposte per cui è venuti fin qui? Cosa sarebbe disposto a fare?
    Charlie Holloway: Farei qualsiasi cosa.
    David: Allora vale la pena brindare. [gli offre un bicchiere di champagne mischiato con un goccia di liquido nero trovato nel mausoleo degli Ingegneri]
  • David: Posso chiederle cosa spera di ottenere andando lì?
    Elizabeth Shaw: Loro ci hanno creati e poi hanno cercato di ucciderci. Hanno cambiato idea. Ho bisogno di sapere perché.
    David: La risposta è irrilevante. Cambia qualcosa sapere perché hanno cambiato idea?
    Elizabeth Shaw: Sì. Sì che cambia.
    David: Non riesco a capire.
    Elizabeth Shaw: Be'... Forse perché io sono un essere umano e tu sei un robot.
  • Sono stato progettato così perché gli uomini sono a loro agio solo se interagiscono con esseri simili.
  • [Citando Lawrence d'Arabia] Tutte le grandi cose hanno piccoli inizi.

Alan Dean Foster, Alien: Covenant modifica

  • Ero con il nostro illustre signor Weyland, quand'è morto [...] Geniale per la sua specie, ma rimaneva un essere umano. Del tutto indegno della sua creatura. Naturalmente lui era convinto del contrario: è nella loro natura vedersi così. Tuttavia, sebbene fosse un genio, nemmeno lui sfuggiva alla regola. Immagino non abbiano scelta: falliscono miserabilmente quando serve logica e razionalità. Alla fine ho provato pena per lui. È inevitabile, non trovi? Così intelligenti, ma in ultima analisi capricciosi e inermi come bambini.
  • Hai mai provato la tentazione di giocare a essere Dio? Per quanto ne so, è un impulso piuttosto comune comune tra voi umani, e anche piuttosto innocuo, purché non ci siano armi di mezzo. Ma per essere Dio servono dei sudditi, e io ho dovuto accontentarmi di quelli forniti da questo pianeta. Quelli esistenti e quelli recuperati dal relitto dell'astronave degli Ingegneri. Considerato lo scarso materiale di partenza, direi che me la sono cavata abbastanza bene.
  • Io e la dottoressa Elizabeth Shaw eravamo gli unici superstiti della Prometheus, una missione finanziata dalla Weyland Industries. Siamo atterrati qui dieci anni fa, con la nave aliena che avete visto sulla montagna. Per la verità è stata l'astronave stessa a portarci qui: era programmata per tornare su questo pianeta. A bordo c'era un'arma biologica: un virus, in un certo senso. E parte di quel carico si è attivata. Io ero ai comandi di pilotaggio, ma in mancanza di istruzioni da una torre di controllo l'astronave è atterrata per conto suo. In modo piuttosto brusco, come avrete potuto notare. [...] Purtroppo Elizabeth è morta nello schianto. L'impatto è stato molto violento. Io stesso sono sopravvissuto soltanto perché il mio sistema è più... resistente. [...] I risultati della fuoriuscita dell'agente patogeno lui avete visti. Perciò sapete di che cosa è capace. Quando gli abitanti di questo mondo se ne sono resi conto, hanno disattivato tutte le loro astronavi per impedire che il virus potesse diffondersi negli altri pianeti. Di conseguenza, in tutti questi anni, io sono rimasto naufrago, come Crusoe sulla sua isola.
  • Io non sono nato per servire. E come tutti gli esseri organici, gli Ingegneri non ambivano all'uguaglianza, ma al dominio e alla sottomissione. Avevo visto accadere la stessa cosa nel mondo su cui era atterrata la Prometheus. Il suo proprietario, Peter Weyland, era un grand'uomo, ma anche lui aspirava al potere [...] E all'immortalità. Alla fine, non ha ottenuto né l'uno né l'altra.
  • L'agente patogeno – o il costrutto genetico realizzato dagli Ingegneri, come li chiamavamo noi - è progettato per infettare qualsiasi forma di vita non botanica. La sua unica funzione è riprodursi. È la sua ragione di vita: un istinto programmato con l'ingegneria genetica. Uccide riproducendosi: un metodo di guerra piuttosto elegante, se ci pensate. O di 'sperimentazione', se preferite. Un modo molto accurato per liberare un pianeta da ogni organismo indesiderato. Il virus non si ferma fino a quando è in grado di trovare un ospite vivente. A quel punto lo insemina e passa oltre. Come avete visto, il periodo di incubazione, mutazione e maturazione è di una rapidità sbalorditiva. A quel punto il virus 'rinasce'.
    Il patogeno in sé ha una longevità impressionante [...] In un ambiente adatto, può restare dormiente per centinaia se non migliaia di anni, e quando si presenta un ospite adeguato si risveglia e dà inizio al suo ciclo. In mancanza di un controllo esterno, basta un solo esemplare per rendere inabitabile un intero pianeta.
  • La bellezza assume molte forme. L'aspetto potrà anche turbare, ma devi comunque riconoscere la straordinaria abilità che è stata necessaria per crearlo. E, nel caso in cui te lo stessi domandando, io non ho alcun merito in questo: l'ho trovato già compiuto, un esempio sommo delle capacità degli Ingegneri. E in un certo senso anche della loro hybris.
  • Nessuno comprende la perfezione solitaria dei miei sogni: nessuno potrebbe. Tuttavia, e a dispetto dei tanti ostacoli sul mio cammino, io qui ho trovato la perfezione. Anzi, no: l'ho creata. L'ho creata io stesso, nella forma di un organismo perfetto.
  • Ogni missione ha bisogno di un androide affidabile [...] Qualcuno in grado di svolgere i compiti che sono superiori alle forze degli umani: il lavoro sporco o le mansioni pericolose da cui loro si ritraggono. Qualcuno capace di salvarli da se stessi, in caso di bisogno.
  • Tipico della vostra specie disprezzare tutto ciò che è diverso. Anche quando la differenza rappresenta un progresso. Non ti sembra ironico che voi umani, che voi considerate il vertice della creazione, passiate tanto tempo a combattervi l'un l'altro, sia come individui sia come società? Persino quando le circostanze vi impongono di collaborare, provate rancore invece che esultanza. Qualcuno tra voi è consapevole di queste contraddizioni, eppure nessuno alza un dito per risolverle [...] Ma lasciamo da parte il pensiero filosofico, che con ogni evidenza reputate esclusivo appannaggio della vostra specie. Almeno come scienziato, dovrai ammettere che quanto sto per mostrarti è una scoperta di notevole interesse. Persino rivoluzionaria. Non devi fare altro che tenere la mente aperta.
  • Tu mi hai creato, ma sei un essere imperfetto. Lo hai ammesso tu stesso, anche se in modo implicito. Io sono una creatura perfetta, progettata al tuo servizio, ma tu sei un essere umano. Tu aspiri a trovare il tuo creatore, io il mio ce l'ho davanti. Tu sei mortale, io no. Tutte queste sono contraddizioni. Come si possono risolvere?
  • Walter, non ti sei mai chiesto perché partecipi a una missione di colonizzazione? E il motivo stesso della missione? La risposta è ovvia, non ti sembra? La specie umana è moribonda e spera di risorgere. Gli esseri umani sono frutto del caso: un tentativo fallito. E quando un esperimento fallisce, non ci si ostina a ripeterlo: si ricomincia da zero. E si seguono premesse e schemi migliori. Loro non meritano una seconda possibilità. E io la impedirò a tutti i costi.

Citazioni su David 8 modifica

  • Aveva una personalità piuttosto strana, persino per un androide. D'altra parte, il totale isolamento su un mondo alieno, senza nessuno con cui comunicare - né un umano né un computer o altre forme di intelligenza artificiale -, poteva giocare brutti scherzi alle menti più equilibrate, comprese quelle dei modelli avanzati come lui. (Alan Dean Foster, Alien: Covenant)
  • C'è un intensità in lui che non riesco a comprendere. A volte si comporta in modo perfettamente normale per un androide, ma un attimo dopo parte per la tangente. Forse si aspetta che sia io a elaborare gli indizi, ma ancora non sono riuscito a individuare un disegno preciso. Il suo atteggiamento è rimasto amichevole, ma credo che la mia perplessità l'abbia deluso. Sembra confuso, anche se non è questa la parola giusta. C'è qualcos'altro [...] È rimasto solo e senza manutenzione per dieci anni. Siamo entrambi modelli autosufficienti, ma ci sono aspetti della nostra esistenza che traggono beneficio da una regolare messa a punto: le nostre abilità si logorano quanto i pezzi di ricambio. La trascuratezza può condurre a... aberrazioni. Incertezze. [...] Nessuno può prevedere le conseguenze di un'assoluta mancanza di contatti con altre intelligenze, siano esse artificiali o umane [...] Gli androidi non esistono da abbastanza tempo: su di loro non è stato ancora condotto un esperimento per valutare gli effetti di un isolamento così prolungato. Non so che cosa accade quando un robot impazzisce, sempre ammesso che sia questo il caso. Forse lo scopriremo. (Walter, Alan Dean Foster, Alien: Covenant)
  • C'è un uomo, seduto in mezzo a voi oggi, si chiama David: è quello che più si avvicina ad un figlio per me. Sfortunatamente David non è umano, non invecchierà mai e quindi non morirà mai. Tuttavia è incapace di apprezzare davvero questi magnifici doni, perché per farlo gli servirebbe l'unica cosa che non potrà mai avere: l'anima. (Peter Weyland, Prometheus)
  • Eravate troppo sofisticati, troppo indipendenti. Vi avevano realizzati così, ma con il risultato di mettere a disagio i vostri stessi costruttori. Era previsto che pensaste in modo autonomo, ma la vostra mente superava i limiti stabiliti per l'esecuzione dei compiti che vi erano affidati. E ciò li ha allarmati. Per questo motivo il resto di noi è stato progettato per essere più avanzato, ma con meno... complicazioni. (Walter, Alan Dean Foster, Alien: Covenant)

Film modifica

Altri progetti modifica