Citazioni sulla danza Apsara.

  • È una danza, quella cambogiana, di bellezza fastosa.
    Prevalentemente femminile, della femminilità ha la suadenza, la sinuosità, la rotondità del segno. Solenne e fatta di sguardi fissi, diversa dalla più rapida e scattosa danza indiana, per certi versi simile alla tailandese, ha una sua grazia infinita, alimentata da una musica e da un canto (femminile anch'esso) cullanti come lusinghe ipnotiche. Sontuosa nell'apparato dei costumi e accessori, stoffe intessute d'oro, copricapo dorati che svettano a torre, è apparentemente morbida, lontana dalle tensioni plateali e dalle sfide antigravitazionali del balletto occidentale. Cerca invece il suolo: tanto nei battiti lievi dei piedi nudi a terra quanto nel senso di attrazione verso il basso ispirato dal modo di tenere le gambe, con le ginocchia sempre un po' piegate. Forse più di ogni altra danza al mondo, la cambogiana esalta il movimento delle mani, mobilissime, parlanti. Mani come creature a parte, come fiori, pesci, uccelli. (Leonetta Bentivoglio)
  • Quando si son viste le ballerine reali, si comprende il tempio di Angkor-Vat, si capiscono i tetti bizzarri, gli oggetti stranissimi, le linee eccentriche dell'edilizia «kmèr».
    La mole fantastica dell'Angkor-Vat non è altro che un passo di danza pietrificato dall'entusiasmo di diverse generazioni di artisti. Il tempio ha fissato nei suoi mille graniti le fugaci creazioni di bellezza delle danzatrici: queste fanno rivivere ogni giorno per la gioia del Re e del popolo i bassorilievi millenari del Tempio.
    Il mausoleo di sasso scolpito e le figurazioni plastiche della carne sacerdotale, formano in realtà un altare unico, sul quale la razza adora il fascino eterno della donna, illuminato dal desiderio e spiritualizzato dall'amore. (Mario Appelius)
Danzatrici khmer

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