Corea del Nord

stato dell'Asia orientale

Citazioni sulla Repubblica Popolare Democratica di Corea, più comunemente nota come Corea del Nord, e i nordcoreani.

Bandiera della Corea del Nord

Citazioni

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  • Ho girato il paese in lungo e in largo e non ho visto niente. Mi fido delle autorità, non di questo ragazzino [Shin Dong-hyuk] che dice di essere scappato da un lager e che poi esce, fa le foto non si sa come, racconta tutto ai giornali e ci fa pure pure un libro per tirarci su dei soldi. (Antonio Razzi)
  • I coreani sono abituati a questa alternanza di destini. Il loro è stato a lungo un paese di drammi e contraddizioni: la spaccatura del 1945 tra un Nord filosovietico e un Sud filoamericano è stata la più severa tra le separazioni di stati della storia contemporanea. Il conflitto tra le due parti causò la morte di tre milioni di coreani; il Sud ospita una popolazione cristiana tra le più ferventi d'Asia, mentre il Nord ha sviluppato un culto comunista della personalità che è stato – e rimane – più fanatico perfino di quelli di Mao o Stalin; alle soglie del XXI secolo il Nord è stremato dalle carestie e dal declino economico mentre il Sud è la dodicesima potenza economica del mondo. (Michael Breen)
  • Il 7 settembre giungemmo a Pyongyang. Ci accolsero bene, con una grande folla al suono dei gong, con fiori e ritratti di Kim Il-sung ad ogni passo. Bisognava cercare a lungo con lo sguardo per poter discernere in qualche angolo sperduto anche il ritratto di Lenin. (Enver Hoxha)
  • La Corea Democratica, i suoi dirigenti e il suo popolo vivranno sempre nei nostri sentimenti di rivoluzionari, di patrioti e di combattenti per il trionfo del socialismo. (Fidel Castro)
  • La "K" sta per "Korea", ma solo la parte settentrionale | la "I" sta per l'internet che bandisce | la "M" sta per i milioni che mancano | la "J" sta per la nostra marmellata che sa di carne umana | la "O" sta per "Oh, ragazzi! Come amiamo il nostro leader!" | la "N" sta per la Corea migliore, quella del nord | la "G" sta per "Gesù, amiamo il nostro leader!"[1] (I Simpson)
  • La popolazione era pesantemente militarizzata, inquadrata in ranghi con una capacità di reazione al confronto della quale Israele sembrava Islanda. Più di un milione tra uomini e donne sotto le armi e altri cinque milioni come riserve. È più di un quarto della loro intera popolazione, per non parlare del fatto che quasi tutti mel paese prima o poi ricevevano un addestramento militare di base. Più importante di questo addestramento, però, e più importante di ogni altra cosa per quel tipo di guerra, avevano un livello di disciplina nazionale quasi sovrumano. I nordcoreani venivano indottrinati sin dalla nascita, spinti a credere che le loro vite erano insignificanti, che esistevano solo per servire lo stato, la rivoluzione, e il Grande Leader. (Max Brooks)
  • Lo stato nordcoreano nacque più o meno contemporaneamente alla pubblicazione di 1984, e si può quasi pensare che al sacro padre dello stato Kim Il Sung, fosse stata omaggiata una copia del romanzo e gli fosse stato chiesto se potesse metterlo in pratica. E tuttavia nemmeno Orwell osò immaginare che la nascita del «Grande Fratello» fosse accompagnata da portenti e segni miracolosi - come gli uccelli che salutano il glorioso evento cantando con parole umane. Né il Partito Interno o Pista Prima/Oceania spendono miliardi di preziosi dollari, in frangenti di tremenda carestia, per dimostrare che il ridicolo mammifero Kim Il Sung e il suo patetico cucciolo, Kim Jong Il, sono due diverse incarnazioni della stessa persona. (Christopher Hitchens)
  • Non è vero che in Corea del Nord il ministro della Difesa è stato giustiziato perché si era appisolato durante un discorso del leader Kim Jong-un. Il ministro è stato visto circolare in ottima forma qualche giorno dopo la notizia della sua esecuzione. Non era vero nemmeno che lo zio del dittatore fosse stato dato in pasto ai cani, e neppure che la nazionale di calcio fosse stata incarcerata perché aveva perso una partita. La disinformazione che ha per bersaglio la Corea del Nord è talmente grossolana da risultare alla fine controproducente per chi si oppone a quel regime. (Paolo Pagliaro)
  • Siamo solidamente uniti nella nostra determinazione di fronteggiare le minacce della Corea del Nord, che con il suo atteggiamento recente ha dato prova di una indisponibilità ancora maggiore alla ragionevolezza e alla ripresa del dialogo sulla denuclearizzazione. (John Kerry)
  • Abbiamo montagne splendide, come il Keumgang-san il Myohyang-san; fiumi limpidi, un mare azzurro dalle onde tranquille, risaie e campi coi loro frutti maturi. Se vogliamo ispirare ai soldati del nostro Esercito Popolare l'amore per la loro patria, bisogna mostrare loro dei quadri coi bei paesaggi del nostro paese.
  • Amare la Corea significa amare l'Unione Sovietica e il campo socialista; così, amare l'Unione Sovietica e il campo socialista significa amare la Corea. È una totale unità, perché la causa della classe operaia non ha frontiere e la nostra opera rivoluzionaria è una parte dell'opera rivoluzionaria internazionale di tutta la classe operaia.
  • Il nostro popolo, forte delle idee del Juché, seguendo la via che esse indicano ha la certezza che vincerà come ha già vinto nel passato.
  • Perché le vaste masse popolari si sono riunite attorno al nostro partito? Perché il nostro partito lotta per i loro interessi. Noi non possiamo difendere da soli gli interessi delle masse popolari: bisogna necessariamente combattere d’accordo con le masse popolari. Il nostro partito organizza e mobilita sempre le vaste masse popolari e lotta con esse per la loro libertà e la loro felicità. Il fatto stesso che il nostro partito goda dell’appoggio di tutto il popolo e che lotti unito a lui dimostra che esso lotta per gli interessi del popolo.
  • Dobbiamo essere nitidamente coscienti che avere successo nell’edificazione del nostro socialismo è una missione storica sublime che c’incombe non soltanto per realizzare la prosperità della nostra patria e la felicità del nostro popolo, ma anche per assicurare la vittoria finale della causa dell’emancipazione dell’umanità, della causa del socialismo, e dobbiamo armarci più solidamente ancora delle idee del Juché, basi ideologiche del nostro socialismo, ed applicarle a fondo, per dare energicamente impulso alla rivoluzione e allo sviluppo del paese.
  • Il leader, il partito e le masse costituiscono una comunità che condivide la medesima sorte.
  • Il socialismo è vitale per il nostro popolo. La sopravvivenza o l’estinzione del nostro popolo, vale a dire che continui a godere di una vita libera e creativa in quanto padrone dello Stato e della società o che venga ridotto in schiavitù per subire maltrattamenti ed umiliazioni, dipendono dal suo sforzo per salvaguardare il socialismo. Come dice una canzone, la tutela del socialismo porta alla vittoria, il suo abbandono alla morte. Non dobbiamo mai abbandonare il socialismo che noi stessi abbiamo scelto e costruito, per quanto grandi siano le difficoltà e le prove.
  • La Corea del Nord è l'incubo della società totalitaria di Orwell fatto realtà. Qui i bambini non vanno semplicemente a scuola: ci marciano; la gente non lavora: lotta per la produzione. Le biblioteche hanno migliaia e migliaia di volumi, ma sono scritti tutti dalla stessa persona, tutto è pulito, organizzato, previsto. Tutti sono disciplinati, obbedienti e felici.
  • Per quasi trent'anni i nordcoreani sono vissuti come in una cella d'isolamento, completamente tagliati fuori dal resto del mondo di cui non sanno assolutamente nulla. Le radio che si vedono in ogni casa sono enormi, ma non hanno le onde corte. I giornali sono quelli in cui il nome del «Capo Supremo» è menzionato almeno cinquanta volte al giorno. Il risultato è semplice: la gente è davvero convinta che, per esempio, il muro di 240 chilometri che corre lungo la zona smilitarizzata fra nord e sud sia stato costruito dai terribili americani per impedire ai sudcoreani di andare a vivere nello splendido nord, che Seoul è una città di miseria e corrotta dalla «prostituzione e dal turismo», che i popoli del globo aspirano solo a studiare e a imparare le lezioni del «Capo Supremo», Kim Il Sung.
  • Questo non è semplicemente un Paese. È stato ufficialmente dichiarato «il paradiso»...
  1. Traduzione non ufficiale del coro durante il fittizio musical sul dittatore Kim Jong-il.

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