Chiagni e fotti

volgarismo vernacolare napoletano (piangi e fotti) divenuto espressione proverbiale della comunicazione politica e giornalistica italiana
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Citazioni sull'espressione vernacolare napoletana chiagni e fotti (o chiagne e fotte), in italiano: «piangi e fotti».

  • Del resto [noi italiani] siamo maestri nell'arte del «chiagni e fotti», e cioè del lamentarsi perché tutto va male, fino a che non si può trarre dal marcio quel che serve a ciascuno; del piangere miseria collettiva, mentre si persegue l'interesse individuale. (Antonello Caporale)
  • Se chiagne e fotte un napoletano mi diverte; un milanese, meno. (Gigi Garanzini)
  • Silvio Berlusconi, cui nulla riesce tanto bene quanto la parte di vittima e perseguitato. «Chiagne e fotte» dicono a Napoli dei tipi come lui. E si prepara a farlo per cinque anni di seguito. (Indro Montanelli)
  • Una dose di vittimismo è indispensabile per non galvanizzare gli avversari. Grillo ha fatto una campagna da vincente, ma è riuscito a dare l'impressione che lo escludessero dalla tv e dovesse rifugiarsi nelle piazze – e così ha riempito i teleschermi prendendo le parti delle vittime del sistema. Ma sapevano piangere Togliatti, che presentava i lavoratori come tenuti fuori dalla stanza dei bottoni dalla reazione in agguato; Pannella che, lamentandosi sempre che i media ignorassero i radicali, riusciva a monopolizzare l'attenzione costante di giornali e televisioni; Berlusconi, che si è sempre presentato come perseguitato dai giornali, dai poteri forti e dalla magistratura, e quando era al potere si lamentava che non lo lasciassero lavorare e gli remassero contro. È dunque fondamentale il principio del "chiagne e fotti", ovvero, per non esprimerci in modo troppo volgare, quello del "keep a low profile", tieni sempre un "profilo basso". (Umberto Eco)

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