Carlo Promis

architetto, archeologo e filologo italiano

Carlo Promis (1808 – 1873), architetto, archeologo e scrittore italiano.

Carlo Promis

Vita di Girolamo Maggi d'Anghiari modifica

Incipit modifica

Codesto eccellente ingegno, del quale fu egualmente da ammirarsi il saper vario e la moltiforme operosità, che da compiangere la sventura perpetua terminata da una fine infelicissima, nacque non già in Anghiera sul lago Maggiore, siccome dal De Thou e da altri fu asserito, stimando essere una cosa sola Anglarium ed Angleria, meno ancora in Brescia od in Milano od in Bologna, come si ha da scrittori male informali, bensì in Anghiari, borgo di Toscana, tra Città S. Sepolcro ed Arezzo, della qual cosa egli stesso rende apertissima testimonianza in lutti i titoli ed in moltissimi luoghi delle opere sue.
Della infanzia e prima sua giovinezza assai poco ne sappiamo, giacché né egli, né chi di lui scrisse non si curarono dirne o ricercarne: suoi genitori furono Paolo e Luisa, assai presto mancatigli: che nascesse nel 1534 è troppo grave abbaglio del Buratti, il quale, fornito di scarsissime notizie, volle scriverne un elogio, ma poiché nulla avvi di certo, io sono propenso a credere ch'egli venisse alla luce circa il 1523 o poco più tardi, giacché da lui stesso impariamo come nella infanzia fosse stato travagliato da quella pestilenza, che egli, scrìvendo nel 1563, dice essere stata l'ultima, e dev'essere quella fierissima dell'anno 1527, seppur non fu quella del seguente o di tre anni dopo.

Citazioni modifica

  • Scopo del viaggio suo [Girolamo Maggi] era Venezia, la città dove a que' tempi gl'ingegni italiani più quietamente vivessero e ricavassero dai loro studi maggior lucro, a cagione del vasto commercio librario fomentato dalla prudenza del governo; ivi egli rivide il Robortello e contrasse amicizia con quel famoso Pietro Aretino; il quale odiato e sprezzato privatamente da tutti, era pur da tutti ed in pubblico adulato, pagato, esaltato, mentre il furbo, conoscendo di quali e quante cose sia capace l'umana viltà, avverava il detto antico, essere il mondo di chi se lo piglia.
  • Si dava a que' tempi grandissima importanza alla meccanica militare antica; i dotti ed i letterati, per troppa venerazione a' Greci ed a' Romani e poco senso delle realtà presenti, la volevano ad ogni costo far risorgere e frammetterla inopportunamente alle moderne artiglierie; i soldati pratici sprezzavano e deridevano quelle applicazioni e chi le proponeva. Era la questione che sempre fu e sempre sarà tra teorici e pratici, non badando che sta il giusto in uno squisito buon senso, e che questo tiene egualmente della pratica e della teoria.
  • [Girolamo Maggi] Non vi fu quasi parte di letteratura che non venisse coltivata: elegante scrittore nelle lingue italiana e latina, dotto anche nella greca e nell'ebraica, scrisse eruditissimamente di teologia, filologia, giurisprudenza, usi e costumi antichi: mandò in luce, commentandoli, libri di antichi e di moderni scrittori: fu poeta ed istorico : diffuse lo studio dell'architettura militare mediante opere sue ed altrui: versato nelle meccaniche militari, siccome conoscitore degli autori greci ch'erano a que' tempi i migliori fonti, tentò non affatto infelicemente di connetterle colle pratiche moderne, cosicché non v'è altri che di questi e de' latini avesse per ogni minuta questione sì prontamente e copiosamente alla mano ogni squarcio, ogni parola.
  • [Girolamo Maggi] D'indole ingenua ed amabile, amò il sapere più per esso che per sé, né mai ributtandosi perché il premio non seguisse tosto la fatica, né mai la eguagliasse: amico di moltissimi dotti, ebbe talvolta ad esporre opinioni diverse dalle loro, ma ciò fece con modestia e dolcezza tale, che l'avversario non gli si inimicava mai, cosa rara sempre, rarissima in quel secolo di sì villane diatribe.

Bibliografia modifica

  • Carlo Promis, Vita di Girolamo Maggi d'Anghiari, in Miscellanea di storia italiana, Torino, 1864.

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