Armand-Jean du Plessis de Richelieu

cardinale e politico francese
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Armand Jean Du Plessis, Cardinale e Duca di Richelieu (1585 – 1642), primo ministro francese.

Cardinale Richelieu

Citazioni di Richelieu

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  • Fare una legge e non farla rispettare equivale ad autorizzare la cosa che si vuol proibire.[1][2]
  • Negoziate, negoziate sempre, anche mentre fate la guerra.[3]
  • Per agire bene nel governo di uno stato bisogna ascoltare molto e parlare poco.[4]
  • Saper dissimulare è il sapere dei re.[5][2]
  • Se Dio avesse proibito il vino, perché mai l'avrebbe fatto così buono?
Si Dieu défendait de boire, aurait-il fait ce vin si bon?[6]

Attribuite

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  • Con due righe scritte da un uomo, si può fare un processo al più innocente.[7][2]
  • Datemi sei righe scritte dal più onesto degli uomini, e vi troverò una qualche cosa sufficiente a farlo impiccare.[8]
Qu'on me donne six lignes écrites de la main du plus honnête homme, j'y trouverai de quoi le faire pendre.

Citazioni su Richelieu

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  • Il signor di Richelieu era un gentiluomo eguale a noi per nascita e a noi superiore per condizione; poteva, come un re, toccare i più grandi di noi sulla testa, e, toccandoli, far vacillare quella testa sulle spalle. (Alexandre Dumas padre, Vent'anni dopo)
  1. Da Mémoires.
  2. a b c Citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  3. Citato da Alberto Consiglio nella Seduta del 10 giugno 1950 della Camera dei Deputati.
  4. Da Maximes d'État, 105; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. ISBN 9788858654644
  5. Da Mirame.
  6. Citato in Nos vins de France: Comment les classer, les vinitier, les conserver, les présenter, Volume 1 de Nos vins de France, de Raymond Brunet, 3a. ed., Editora Librairie agricole, 1934.
  7. Attribuito da Madame de Motteville in Mémoires.
  8. Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 260. Nel suo intervento dinanzi all'Assemblea nazionale dell'8 agosto 1792, Vaublanc addebitò la frase al giudice Laubardemont. Cfr. A. Ray, Réimpression de l'ancien Moniteur: depuis la réunion des États-généraux jusqu'au Consulat (mai 1789-novembre 1799) avec des notes explicatives, Volume 13, Au Bureau central, 1842, p. 362.

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