Bosnia ed Erzegovina
stato situato nei Balcani
Citazioni sulla Bosnia ed Erzegovina e i bosniaci.
Citazioni sulla Bosnia ed Erzegovina
modifica- A Zagabria e Belgrado considerano la nazione bosniaca una delle tante invenzioni di Tito. Che nazione può essere, se non possiede una propria lingua ma è costretta a usare il serbocroato? Solo il machiavellismo comunista poteva inventare un gruppo così; lo faceva anche Stalin. Dando alla Bosnia lo status di una repubblica federale Tito puniva la Serbia senza premiare i croati. Questi durante il nazismo si erano impossessati della regione inventando a loro volta la categoria dei croati-musulmani. (Demetrio Volcic)
- I serbi, i croati ed i musulmani, soprattutto quelli residenti in Bosnia ed Erzegovina, e coloro che parlano lo stesso dialetto del linguaggio serbo-croato (stokavski) sono grossomodo lo stesso popolo, cresciuto sotto due imperi confinanti. (Radovan Karadžić)
- La Bosnia è l'unica delle ex repubbliche jugoslave a non avere una maggioranza etnica. Sembra una miniatura della vecchia jugoslavia. Vi convivono il 43 per cento circa di musulmani, il 32 per cento di serbi e il 17 per cento di croati. Solo in poche zone esiste una netta compattezza etnica. I 4,3 milioni di anime sono sparsi a pelle di leopardo. (Demetrio Volcic)
- Nella Bosnia-Erzegovina i cittadini classificati come musulmani sono serbi islamizzati, quelli definiti croati sono in realtà serbi cattolici. Dopo la guerra, Tito ha costretto circa un milione di serbi cattolici, sparsi attraverso tutto il paese a dichiararsi croati. (Vojislav Šešelj)
- Non ho mai sospettato il musulmano bosniaco medio di essere un terrorista, ma se anche uno su mille lo fosse stato, questo significa duemila terroristi in Bosnia, oltretutto con aspetto europeo. La comunità internazionale ha fatto un grosso errore nel sostenere uno Stato islamico in Bosnia. (Radovan Karadžić)
- Fra la gente normale, comune, non influenzata dalla politica e dalla religione, esiste ancor oggi la voglia di collaborare, non ci sono attriti. Ma per i politici, di tutte e tre le parti, a cui non interessa la Bosnia-Erzegovina e che mirano solo al potere, è ancora tempo per rinfocolare le tensioni. Ma ci sono tanti esempi di matrimoni misti, sia ora sia durante il conflitto. La guerra e la politica non condizionano l’amore.
- La tensione verbale e i discorsi d’odio sono più forti oggi che negli anni 90. Ma non possono più causare un serio conflitto. Sono tuttavia pericolosi, perché provengono da politici di tutti i fronti, da quelli della Republika Srpska, che parlano di “separacija” e da quelli bosgnacchi, che discutono di “unitarizacija”. Da un sondaggio fatto tra i giovani, risulta evidente che i ragazzi formano le loro opinioni solo dai genitori e che pensano che solo “gli altri” siano colpevoli e che non si debba cooperare. A Sarajevo, una città una volta unita, vivono nella sua parte orientale 90mila serbi, che non hanno un grande interesse a integrarsi in città.
- Purtroppo i partiti nazionalisti continuano a manipolare la gente cercando di metterci gli uni contro gli altri. Ma il vero oppio delle nuove generazioni è l’attuale sistema educativo, che alimenta la frammentazione etnica di questo paese. Si studiano tre storie, tre geografie e tre lingue, in base alle diverse nazionalità. Negli ultimi anni ogni tentativo di varare testi che includessero il punto di vista degli altri è sistematicamente fallito e nei dodici distretti in cui oggi è divisa la Bosnia si adottano dodici programmi scolastici differenti.
- Si diceva che la religione sia l’oppio dei popoli, qua da noi l’educazione è l’oppio per i nostri bambini, a cui insegnano la storia e la geografia in tre modi diversi a seconda dell’etnia. Nella Repubblica Srpska, ad esempio, raccontano che la Guerra dei Balcani è stata un’aggressione della Nato. Se tu insegni questo a un ragazzino poi cosa ti aspetti? Non è nemmeno colpa sua. Come fai a costruire la pace partendo da lì? Avevamo una sola lingua che era il serbo-croato. Ora ci sono il serbo, il croato e il bosniaco. Sono uguali. Cambia l’intonazione. Poi in Bosnia si è deciso di aggiungere delle “h” per suonare più arabi: il caffè, la “kafa”, è diventato “kahve”. I croati si sono inventati nuove parole. A cosa serve, se non a dividerci? Io che parlo francese dico sempre, per scherzare, che parlo quattro lingue: francese, bosniaco, serbo e croato.
- Sinceramente, la situazione non è buona. Molti pensavano che, dopo gli accordi di pace siglati a Dayton nel 1995, le cose sarebbero rapidamente migliorate. Anche io ero tra gli ottimisti, ma avevo torto. La Bosnia è stata divisa in due entità territoriali e in dieci cantoni. Di fatto, ora abbiamo un parlamento centrale che è tenuto in scacco dai veti incrociati dei nazionalisti delle due entità e in ognuno dei dieci cantoni vige un diverso sistema sanitario e un diverso sistema di istruzione. Questo è assurdo e blocca lo sviluppo del Paese.
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