Aurelio Lepre

storico e docente italiano (1930-2014)

Aurelio Lepre (1930 – 2014), storico e docente italiano.

Citazioni di Aurelio Lepre modifica

  • Ingegnere e funzionario della missione che si occupava a Washington dell'invio dell'armi nell'URSS, Victor Kravchenko aveva deciso di restare in USA già nell'aprile 1944. Ma il conflitto era ancora in corso e per il governo americano non era opportuno dare troppo rilevo alla sua diserzione che diventò invece molto utile agli inizi della guerra fredda. Kravchenko era un dissidente che voleva restare socialista. Ma, per poter vedere pubblicato un suo libro di memorie[1], dovette accettare che fosse rivisto da un traduttore-redattore, Eugene Lyons, che era decisamente anticomunista e che fu, in realtà, l'autore della stesura materiale dell'opera. (da L'anticomunismo e l'antifascismo in Italia, il Mulino, Bologna, 1997, ISBN 88-15-055061, p. 104)
  • Le denunce di Kravchenko ed Eugene Lyons sono simili a quelle che avrebbe fatto, soltanto dieci anni più tardi, Nikita Krusciov. Ma alla fine degli anni Quaranta, anticomunisti e comunisti si fronteggiavano senza possibilità di mediazione. O con Stalin o contro Stalin. Anche le critiche più lievi di Kravchenko sembrarono intollerabili ai comunisti che accusarono il libro [Ho scelto la libertà] di essere falso dalla prima all'ultima pagina, mentre gli anticomunisti ne facevano una celebrazione priva di dubbi. (da L'anticomunismo e l'antifascismo in Italia, cit., p. 104)
  • [Commentando la pubblicazione del quinto volume della Storia dell'Italia moderna di Giorgio Candeloro] Si tratta, come è noto, della più importante opera generale di carattere non rigidamente specialistico, anche se mantenuta sempre ad un alto livello scientifico, che sia stata pubblicata nel dopoguerra sulle vicende dell'Italia moderna (le si può paragonare, per il periodo risorgimentale, soltanto quella Spellanzon - Di Nolfo[2], che però ha un impianto più narrativo, mentre in Candeloro, pur nella completezza dei dati, è avvertibile una impostazione più problematica). (da Il quinto volume della Storia dell'Italia moderna di Giorgio Candeloro. La difficile costruzione dello Stato unitario in l'Unità, 4 giugno 1968, p. 8)
  • [Commentando la pubblicazione del quinto volume della Storia dell'Italia moderna di Giorgio Candeloro] Sul Cavour il Candeloro riporta un giudizio fortemente elogiativo di un suo avversario, Giuseppe Ferrari. Se sulla grandezza di Cavour non è certo possibile avanzare dei dissensi, resta aperto il discorso sul contenuto della sua politica, sull'influenza che esso ebbe non solo sul processo unitario, ma anche sugli avvenimenti che seguirono la sua scomparsa. Il Candeloro pone una distinzione tra il significato fortemente positivo che la linea politica del Cavour ebbe rispetto ad altre che furono elaborate dalla classe dirigente (si veda il paragone col Filangieri) ed il suo significato assoluto, che contemperava elementi progressivi e conservatori. Egli afferma infatti che «il liberalismo cavouriano era strettamente amalgamato al conservatorismo sociale», sicché se esso favorì il processo unitario e rafforzò l'unità politica non poté avviare a soluzione i fondamentali problemi del Mezzogiorno e della ristrettezza delle basi su cui si fondava il nuovo stato. (da Il quinto volume della Storia dell'Italia moderna di Giorgio Candeloro. La difficile costruzione dello Stato unitario in l'Unità, 4 giugno 1968, p. 8)

Note modifica

  1. Io chose freedom (in Italia: Ho scelto la libertà).
  2. Storia del Risorgimento e dell'Unità d'Italia, 8 voll., Rizzoli, Milano, 1951-1965.

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