Antonio Giovinazzi
pilota automobilistico italiano
Antonio Giovinazzi (1993 − vivente), pilota automobilistico italiano.
Citazioni di Antonio Giovinazzi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Quando ho iniziato a parlare, le mie prime parole erano Alfa Romeo, Ferrari, riconoscevo i modelli. Al compleanno dei tre anni è arrivato il primo kart, 38 di cilindrata, il motore mi spaventò e scappai. [«Poteva essere la fine prematura di una brillante carriera...»] Il giorno dopo ho chiesto di riaccenderlo. Non mi sono più fermato.[1]
- Sono un solitario, voglio avere la decisione finale, se sbaglio, sbaglio io.[1]
- Spero di non diventare come certi piloti che stanno sulle loro solo perché guidano una F.1. Infatti mi piace firmare autografi ai bambini. Quando lo ero io, consideravo i piloti come eroi. Che ora lo chiedano a me, mi rende orgoglioso.[2]
- Scendere da una Formula 1 e salire su una Formula E non è semplice, diciamo che mi aspettavo potesse essere un passaggio meno complicato. Ricordo che quando sono uscito dai box per la prima volta mi è sembrato stranissimo non sentire il suono del motore, i rumori sono quelli dell'aria e dei cordoli... è tutto diverso. All'inizio ho riscontrato molte difficoltà in frenata, perché non puoi dare il classico "pestone" come in Formula 1 altrimenti si blocca tutto a causa di un sistema di ricarica della batteria, quindi bisogna prenderci la mano. La sera dopo il primo giorno di prove ero davvero confuso e spaesato, poi ci ho dormito su e già nella seconda giornata le cose sono migliorate molto. Serve un po' di adattamento [...].[3]
Intervista di Carlo Platella, formulapassion.it, 23 maggio 2023.
- [...] la cosa che mi sbalordì più di tutte è la passione che trovi in circuito. Vedi persone che rimangono lì 24 ore sugli spalti a guardarti. La passione che vedi a Le Mans secondo me la trovi veramente in pochissimi eventi motoristici: è uno di quegli eventi dove vedi solo tanti appassionati che sono lì soprattutto per guardare la gara perché hanno l'amore per questo sport. Tutto questo ti carica ancora di più [...]
- [Sull'endurance, «come hai trovato la guida nelle ore notturne?»] Con la GT è stata una delle cose più difficili, perché ricordo che guardavo più dietro che avanti: controlli gli specchietti e vedi tantissime luci, ma non sai quanta distanza ci sia dalla macchina che ti precede e da quella che ti è dietro. [...] sicuramente gli stint notturni sono quelli più difficili. Non si è abituati a correre a quell'ora e senza luce, quindi con meno riferimenti. Ricordo però anche che sono stati gli stint che mi sono piaciuti di più, forse perché è diverso da quello che un pilota fa di solito. Ci si ritrova in una situazione nuova e affascinante.
- [...] alla fine le gare sprint ti obbligano a essere più aggressivo, più veloce nei sorpassi, nelle strategie e tutto. Una gara di 6, 8 o perfino 24 ore però ti permette anche di rilassarti più a lungo, perché comunque hai più tempo. Il bello di queste gare è che se ti succede qualcosa [...] comunque non ti fa perdere la concentrazione, perché sai benissimo che hai ancora 4-5 ore e tutto può succedere fino all'ultimo. È una cosa diversa che però mi piace onestamente, perché non ti fa perdere mai la speranza. Perfino nelle gare sprint non devi mai mollare, perché tutto può succedere. In queste gare però, quella speranza è ancora più grossa. È anche bello magari condividere le sensazioni negative e positive con gli altri due piloti: sai che non sei mai da solo a gestire i momenti belli e brutti, ma hai altri due compagni. Questo ti fa vivere gli episodi in modo diverso. La gestione delle emozioni è completamente diversa rispetto a quando sei da solo.
Intervista di Matteo Nugnes, motorsport.com, 14 giugno 2024.
- Fin da quando ero un bambino, il mio sogno era vincere una grande gara con la Ferrari, con la tuta Rossa. È stato il raggiungimento di un sogno, perché poi tutti sanno quanto sia importante Le Mans e quanto lo sia vincerla con la Ferrari. Ricordo che subito dopo la gara ero andato in Canada per i miei compiti di riserva in F1 e tutti quanti si congratulavano con me. Forse è una cosa che non ha cambiato molto la mia vita, ma ha significato molto per me stesso.
- [...] in F1 sappiamo che è fondamentale avere una buona vettura al momento giusto, perché ci sono solo 20 piloti e sono tutti al top.
- [Sulla Ferrari] Da bambino italiano, sono cresciuto vedendo il Rosso ovunque.
- [Sulla 24 Ore di Le Mans] È una gara che ti distrugge, ma mentalmente, non fisicamente. La pista non è impegnativa fisicamente, perché ci sono tanti rettilinei, ma mentalmente ti uccide, perché non dormi e devi essere sempre concentrato. C'è sempre traffico, quindi la tua mente non ha mai riposo. Alla fine hai bisogno di un riposo totale di 3-4 giorni, anche se [...] è stata una delle sensazioni più belle della mia vita.
Citazioni su Antonio Giovinazzi
modifica- Non credo sia mentalmente abbastanza forte da essere un pilota Ferrari, soprattutto essendo italiano, il che aumenta la pressione. (Marc Surer)
Note
modifica- ↑ a b Dall'intervista di Ferdinando Cotugno, Antonio Giovinazzi, e l'italiano torna in Formula 1, gqitalia.it, 27 febbraio 2019.
- ↑ Dall'intervista di Alessia Cruciani, Ho superato l'esame di italiano, SportWeek nº 11 (928), 16 marzo 2019, pp. 42-46.
- ↑ Dall'intervista di Roberto Chinchero, Giovinazzi a cuore aperto: "Ora vi racconto la mia verità!", motorsport.com, 21 gennaio 2022.
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