Antonio D'Alessio
politico italiano
Antonio D'Alessio (1964), politico italiano
Citazioni di Antonio D'Alessio
modificaCitazioni in ordine temporale.
- L'attentato di Nassiriya è stato il più grave attacco alle truppe militari italiane dalla fine della Seconda guerra mondiale. La guerra entrò nelle case degli italiani alle 8,45 del mattino - a Nassiriya erano le 10,45 - come un lampo abbagliante. Il Paese rimase talmente turbato che la commozione pervase subito grandi e bambini. Tantissimi furono gli attestati di solidarietà nei confronti dell'Arma dei carabinieri e dell'Esercito italiano. Ricordiamo ancora le immagini struggenti dei fiori lasciati davanti alle caserme in moltissime città d'Italia.[1]
- I caduti di Nassiriya - lo ricordo a tutti noi - erano in Iraq nell'ambito di una missione di peacekeeping volta a garantire l'incolumità della popolazione civile e a vigilare sulla ripresa della vita sociale in quel Paese.[1]
- Dopo 19 anni Nassiriya diventa un monito per tutti e un onere al tempo stesso: mai abbassare la soglia di attenzione nei confronti del terrorismo internazionale, che si cela spesso dietro Governi nazionali impastati con il verbo della violenza e del sopruso.[1]
- L'Italia, culla della democrazia, nata dalle ceneri fumanti dei bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale, deve essere sempre pronta a riprendere e a rispondere a ogni richiesta di aiuto, che provenga da chi vive il dramma della mancanza della libertà e del rispetto dei diritti fondamentali.[1]
- Quella della parità è una precondizione per poter sradicare alla radice la violenza sulle donne.[2]
- Naturalmente, la violenza fisica è solo una delle forme di violenza, quella che viene percepita come più brutale, perché lo è, ma c'è quella più difficile da combattere, che è quella psicologica, perché è latente, perché, a volte, non appare all'esterno, è invisibile. Ce n'è poi un'altra, grave, ugualmente grave, diffusissima e terribilmente latente, che è quella economica. Noi possiamo invitare tutte le donne che vogliamo a denunciare continuamente, ma se non si hanno forme di autonomia economica o prospettive post denuncia, è chiaro che una donna può avere remore o la paura di denunciare.[2]
- [Sulla violenza di genere] [...] sullo sfondo c'è la grande battaglia culturale, soprattutto con riferimento all'educazione e alla sensibilizzazione delle giovani generazioni. Per educarle alla non violenza, per coltivare il valore della non violenza, occorre lavorare fin dall'infanzia per creare relazioni positive, educazione alla parità, al rispetto, alla sensibilità.[2]
- Se consideriamo l'articolo 39 della Costituzione, che attribuisce ai sindacati il potere di stipulare contratti collettivi nazionali vincolanti per tutti i lavoratori appartenenti alla categoria cui il contratto si riferisce, vediamo però che storicamente questo articolo 39 è stato considerato una norma soltanto programmatica, senza avvertire la necessità di renderla assolutamente precettiva. Da questo è venuto fuori un effetto indesiderato, anzi due: primo, la mancata estensione dell'efficacia dei contratti collettivi nei confronti di tutti i lavoratori; secondo, una proliferazione esagerata dei contratti collettivi stessi.[3]
Note
modifica- ↑ a b c d Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 10, 16 novembre 2022.
- ↑ a b c Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 13, 23 novembre 2022.
- ↑ Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 16, 30 novembre 2022.
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