Andrea del Verrocchio

scultore e pittore italiano

Andrea di Michele di Francesco di Cione detto Il Verrocchio (1435 – 1488), scultore, pittore e orafo italiano.

Verrocchio: Bartolomeo Colleoni, Venezia

Citazioni sul Verrocchio modifica

  • Andrea Verrocchio scultore e pittore dipinse con durezza, ma con disegno corretto, diede grazia alla testa delle donne, fu il primo a formare in gesso i visi delle persone per far ritratti somiglianti. (Francesco Milizia)
  • [Commentando due bassorilievi raffiguranti Giovanni Tornabuoni e sua moglie Francesca Pitti] In questi bassorilievi il Verrocchio appare sotto un aspetto nuovo, ribelle alle tradizioni dell'antico, intento a rappresentarci la realtà della vita, la commedia umana. Nella forma lo diremmo un barocco del Quattrocento, se la pesantezza non fosse attenuata dalla ricerca scrupolosa del particolare e della sincerità dell'espressione. (Adolfo Venturi)
  • Non così com'era riuscito nella scultura, e come altresì nell'architettura sarebbe riuscito se in quella si fosse maggiormente esercitato, riuscì Andrea nella pittura. La quale avendo voluto provare per aggiungere quest'altro fregio alla sua gloria, seguitò a coltivarla per non farsi venire a noia lo scolpire e gettare in bronzo, tramezzandolo col dipingere; finché l'angelo dipinto da Lionardo in quella sua famosa tavola del Battesimo, che si conserva in Firenze nella R. Accademia delle belle arti, lo sgannò in guisa, veggendo un giovinetto far tanto meglio di lui, che mai più non toccò pennelli; sebbene le poche cose che egli dipinse, non sieno poco da pregiare, essendo piaciute a Lionardo da Vinci e a Pietro Perugino, i quali vollero essere suoi discepoli. (Ferdinando Ranalli)
  • Più che con gli scarsi dipinti, il Verrocchio insegnò con l'opera di orafo e di scultore; ma anche con la sua tecnica esperienza di pittore dette impulsi verso la perfezione della pittura toscana, usando i nuovi metodi del colorire ad olio, giungendo nella costruzione del nudo a forte solidità e a sicura penetrazione de' muscoli e delle ossa, arrivando a imprimere nei corpi una forza vitale, più che con l'atletica potenza de' Pollaiuolo[1], con la grandezza morale, l'incisiva sobrietà delle linee, l'orgoglio della massa severa. (Adolfo Venturi)

Note modifica

  1. Antonio e Piero del Pollaiolo.

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