Andrea Stella (ingegnere)
ingegnere italiano (1971-)
Andrea Stella (1971 – vivente), ingegnere italiano.
Citazioni di Andrea Stella
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Quando ero alla Ferrari, non era un lavoro, era una missione che ti assorbiva completamente. Uscivi dall'ufficio, andavi al bar a prendere un caffè e il barista ti chiedeva: allora, questa Ferrari, vinciamo o no? Andavi al ristorante e trovavi il tifoso o il cameriere che chiedevano: vinciamo la prossima gara? E via di questo passo. Aprivi il giornale la mattina e c'era un articolo tutti i giorni sulla Ferrari. La differenza è che in Inghilterra la F.1 è solo un lavoro. Quando finisco di lavorare alla McLaren, esco dall'ufficio e vado a casa. Magari al bar incontro colleghi di altri team, si scambiano pareri, idee, opinioni. E finisce là. Il portiere di casa, il barista o il cameriere, sanno forse che lavoro in F.1, ma non importa più di tanto.[1]
- La Formula 1 è essenzialmente un gioco di aerodinamica.[2]
- Si impara da chiunque, specialmente quando ti capita di lavorare con personalità forti e dalle grandi capacità. In primo luogo, Jean Todt aveva una dedizione incredibile al lavoro e alla squadra, dote che mi ha fatto capire cosa significhi impegnarsi in qualcosa. Lavorare in una squadra di successo come la Ferrari dei primi anni 2000 ha dato un'impostazione importante alla mia carriera in Formula 1 nelle sue prime fasi. [...] Per quanto riguarda Domenicali era sicuramente un Team Principal che si curava delle persone. La Formula 1 ruota attorno all'ingegneria, ma dipende essenzialmente dalle persone. Da Stefano ho capito alcune qualità che devono essere tenute in grande considerazione da un Team Principal, oltre che imparare a interagire con gli altri basandomi sul rispetto e sull'ascolto, gestendo il tuo ego. [...] Seidl credo che abbia portato delle conoscenze ingegneristiche derivanti dalle sue esperienze passate e questo è stato molto utile per me per plasmare la squadra, per fare dei progressi in alcune aree come i pit-stop. In quest'area specifica, vorrei rendere merito ad Andreas. Da lui ho compreso l'importanza del conoscere il tuo business, anche gli aspetti ingegneristici e operativi, così da poter guidare le persone in maniera più efficace per progredire.[3]
- C'è un elemento di fondo nel mio ruolo ed è il fatto che la F1 sta diventando sempre più vasta e complessa. Oggi abbiamo tre regolamenti: tecnico, sportivo e finanziario, strettamente interconnessi. Poi ci sono i partner, gli sponsor, i media... Anche a livello di leadership, perciò, è una scelta sensata avere più di una persona per coprire tutti gli aspetti. [...] Ma in fondo era così anche in passato, quando in Ferrari c'erano Todt, Ross Brawn e Montezemolo che lavoravano come un'entità singola. Perché Ross non era un direttore tecnico: era l'autorità tecnica. E anche oggi, se non hai un team principal di estrazione tecnica, ti serve un'autorità di questo genere, che non è un vero DT, ma piuttosto l'anello di congiunzione tra la parte tecnico-sportiva e il team principal o il CEO.[4]
Intervista di Carla Ardizzone, skuola.net, 26 luglio 2013.
- A Orvieto si organizza una corsa in salita dove corrono bellissime Fiat 500 elaborate e colorate. Questo, nell'immaginario del bambino genera un imprinting che penso di aver seguito.
- Il pilota è il protagonista ma sa che da solo può fare poco, può fare la differenza ma mai da solo.
- Quando capita l'occasione bisogna essere preparati, bisogna creare le condizioni perché le cose succedano, e non vale solo per la Formula 1 ma per qualsiasi altro sogno.
Intervista di Roberto Chinchero, motorsport.com, 23 ottobre 2024.
- [...] gestire un team di Formula 1 è tutto meno che qualcosa di statico. [...] Mi piace dire che ogni 24 ore aggiorniamo i nostri piani, ogni 24 ore aggiorniamo quello che c'è da fare perché la Formula 1 si evolve in maniera estremamente veloce, se si resta sullo stesso programma per due mesi può accadere che quel piano diventi vecchio. Quindi richiede un'intensità importante dal punto di vista della leadership, un approccio che si deve propagare a tutte le mille persone che compongono la squadra, direi che questo modello non ha uguali in nessun altro tipo di industria.
- La "gestione piloti" va inquadrata nel contesto della competitività della vettura. Bisogna sempre avere una linea di gestione, ma se competi per la decima e l'undicesima posizione gli sforzi sono tutti indirizzati verso il raggiungimento della competitività. È quando si arriva a lottare per le prime posizioni che lo scenario cambia.
- Quando hai due piloti che collaborano ne beneficia la crescita della squadra [...]. [«Si può davvero gestire una squadra di vertice senza un pilota numero uno?»] [...] questo è uno scenario che funziona bene per i media e nelle conversazioni da pub, ma non va bene quando gestisci una squadra di Formula 1 perché devi tener presente anche il futuro. [...] se [...] arrivo a distruggere gli equilibri, finirà che non avrò una base solida negli anni successivi. Questo è il modo in cui credo si debba lavorare in Formula 1, poi sono cosciente che possano sempre presentarsi delle situazioni complesse. [...] ma dobbiamo sempre aver chiaro che siamo qui [...] non con l'obiettivo di avere un weekend di gloria, ma per fare bene negli anni a venire.
Note
modifica- ↑ Da un'intervista ad Automoto; citato in Stella: "Ferrari e McLaren lavorano in maniera simile, ma la vita in Italia è difficile", formularace.it, 11 dicembre 2019.
- ↑ Citato in Carlo Platella, Andrea Stella: "Infrastruttura e aerodinamica le priorità McLaren", formulapassion.it, 13 dicembre 2022.
- ↑ Citato in Carlo Platella, Stella: "Da Todt ho imparato la dedizione, da Domenicali il dialogo", formulapassion.it, 14 dicembre 2022.
- ↑ Da Alberto Antonini, Intervista / Andrea Stella: l'umbro che cammina, formulapassion.it, 10 luglio 2023.
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